Il suo nome è legato alla costruzione del ponte del diavolo sul Natisone a Cividale, possente struttura a due archi di diversa ampiezza che poggiano su un massiccio pilone centrale ancorato su uno scoglio naturale affiorante dal letto del fiume. La comunità cividalese deliberò la costruzione del nuovo ponte nel 1440, incaricando il capomastro-architetto Iacopo Daguro da Bissone. Due anni dopo i lavori di costruzione furono avviati. Iacopo non completò l’opera, forse morto di peste, ed E. gli subentrò nel 1446, nella direzione dei lavori per la prima arcata. Eresse poi il secondo arco e il ponte fu completato certamente entro il 1453, anno nel quale, il 16 dicembre, egli morì, come attesta il necrologio del Libro degli anniversari del capitolo di Cividale: «Magister Herarth quondam ser Iancegli de Vilacho civis Civita tensis, qui pontem maiorem Natisse fecit, obiit in Christo MCCCCLIII». Secondo alcuni documenti E. non completò l’opera, tale merito sarebbe da attribuire a Bartolomeo delle Cisterne. Parrebbe che E. abbia anche impostato il rifacimento del duomo di Cividale, distrutto da un terribile terremoto del 1448, ma non c’è traccia del suo effettivo contributo progettuale.
Bibliografia
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