Era nata in Portogruaro (Venezia) nel 1822 da modesti proprietari terrieri, che possedevano alcuni terreni nei comuni di Portogruaro e Concordia, comprese aree paludose in Cavanella e Loncon. Aveva due fratelli, Antonio e Luigi. Il primo, nato nel 1806 sempre a Portogruaro, intraprese la carriera ecclesiastica e fu dapprima cooperatore presso la parrocchia di S. Zaccaria in Venezia e poi arciprete della parrocchiale di S. Andrea nella stessa Portogruaro dal 1841 al 1877. Nei primi anni Quaranta del secolo Lucia sposò Vittorio Vial, vedovo di Dorina Fenicio e ricco possidente, oltre che titolare di una fabbrica di birra in Pordenone. L’ingente patrimonio di famiglia del Vial derivava soprattutto dalla dote apportata dalla madre Maria Gitereau: costei era infatti figlia di Filippo Gitereau, un commerciante di origine francese, arricchitosi con la sua attività di fornitore delle armate napoleoniche. Grazie in particolare a questo ruolo, il Gitereau aveva incettato un cospicuo quantitativo di beni immobiliari, derivanti dalla liquidazione dei possedimenti di confraternite e ordini religiosi, sciolti appunto a seguito dell’arrivo delle truppe francesi nei territori della Serenissima. Questa rilevante quantità di proprietà agricole in gran parte non era stata alienata dopo la costituzione del Regno d’Italia nel 1805, così il nonno di Vittorio Vial era divenuto un vero e proprio latifondista, accumulando terre in San Vito, Azzano, Portogruaro, Bannia, Fiume Veneto, Praturlone, Prodolone, Marignana, Sesto al Reghena e via elencando. Gran parte delle proprietà terriere rientrava nel patrimonio originale dell’ordine dei filippini di Venezia e venne acquistata dal Gitereau soprattutto tra il 1811 e il 1813. Inoltre Maria, con la sorella Anna e il fratello Paolo, aveva ereditato col tempo anche l’impresa di famiglia in Udine e buona parte di questa ricchezza aveva finito con il confluire nelle mani di Vittorio. ... leggi Al momento delle sue seconde nozze con F., lei era più giovane di circa vent’anni, tuttavia la loro unione si rivelò salda e affettuosa nonostante non sia stata allietata dalla nascita di figli. Risulta che si fossero stabiliti in San Vito, area centrale degli interessi di Vittorio, dove questi probabilmente risiedeva da qualche tempo e, alla ingente dote del Vial, si aggiunsero in seguito altri beni, mobili e immobili, che accrebbero il patrimonio della coppia. Nel 1851, ad esempio, un terreno posto nel bosco della Man del Ferro, in territorio sanvitese, venne ceduto al Vial dopo che aveva ospitato per secoli il cimitero della locale comunità ebraica. Tra il 1845 e il 1863 lo stesso Vittorio ricoprì alcuni incarichi nel comune sanvitese, in particolare in qualità di deputato amministrativo. Nel 1870 la coppia acquistò una bella dimora, nella piazza centrale di San Vito, ma nel 1879 il Vial lasciò vedova F., che tuttavia si dimostrò energica, ma caritatevole, amministratrice dell’ingente patrimonio familiare. In quello stesso periodo morì anche monsignor Antonio, fratello di F., la quale decise di dedicarsi con zelo all’attività di assistenza dei bisognosi ed in particolare di orfani e piccoli indigenti. Apparve quindi logico che nel suo testamento, stilato il 4 marzo 1896, essa affidasse la maggior parte dei suoi beni al comune di San Vito al Tagliamento, con la condizione che questo li impiegasse a costituire «[…] un ospizio per raccogliere, mantenere, educare ed istruire nell’agricoltura i figli di contadini assolutamente miserabili nati nel comune di S. Vito, preferendo tra questi gli orfani anche di uno solo dei genitori, e specialmente se i parenti od altre persone caritatevoli non ne avessero preso cura». Solo una minima parte del suo patrimonio avito, quindi i soli beni Falcon, vennero affidati al fratello Luigi e ai suoi figli. Al momento della sua morte, avvenuta dopo poco più di un anno, nel 1897, F. venne seppellita con Vittorio proprio nell’antico oratorio appartenuto un tempo ai frati filippini in San Vito, ove ancora riposano. Dalla sua eredità nacque quell’Istituto agrario che prese il nome di Falcon Vial grazie al regio decreto del 2 novembre 1902 che lo riconosceva come ente morale per poter adempiere per intero alle volontà testamentarie della benefattrice. Nel fabbricato occupato dallo stesso Istituto sarebbero stati ospitati in seguito anche la Scuola casearia Enore Tosi, diverse istituzioni scolastiche e, nel secondo dopoguerra, un orfanotrofio. A titolo di curiosità, si ricorda che, tra il 1908 ed il 1913, presso l’Istituto tenne la cattedra di agraria Arnaldo Mussolini, fratello del futuro duce: a lui il fascismo avrebbe intestato una borsa di studio per allievi meritevoli. L’attuale Fondazione Falcon Vial-Fabrici-Morassutti è dal 1979 erede dell’antica istituzione.
ChiudiBibliografia
Mss San Vito al Tagliamento, Fondazione Falcon Vial-Fabrici-Morassutti, Archivio storico.
B. BERTOLI - S. TRAMONTIN, Le visite pastorali di Iacopo Monico nella diocesi di Venezia (1829-1845), in Thesaurus Ecclesiarum Italiae. Recentioris Aevi, III/10, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 1976, 49; P. C. IOLY ZORATTINI, L’Università degli ebrei di San Vito al Tagliamento e il suo antico cimitero, in Studi Forogiuliesi in onore di Carlo Guido Mor, a cura di G. FORNASIR, Udine, Deputazione di storia patria per il Friuli, 1984, 223-238; U. B. ZANIN, Ricordi di Storia Sanvitese, Fiume Veneto, GEAP, 1990; Mille protagonisti, 195-196.
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