Nacque a Gemona il 23 dicembre 1881. Nel luglio 1905 si laureò in giurisprudenza all’Università di Padova ed esercitò la professione di avvocato. Fin da giovane intraprese l’attività politica, divenendo un pioniere del movimento cattolico friulano tanto da venir eletto consigliere provinciale per il mandamento gemonese già nel 1907. Nel 1909 entrò nel consiglio comunale divenendo prima assessore, poi pro-sindaco e successivamente sindaco di Gemona. Mantenne quest’ultima carica fino al 1919. Si presentò alle elezioni politiche del 1913 quale candidato dei cattolici del mandamento di San Daniele-Codroipo e, pur non venendo eletto, ottenne comunque un buon numero di preferenze. Durante il primo conflitto mondiale decise di non seguire parte della popolazione sfollata a Firenze, ma di stare accanto ai propri concittadini rimasti, continuando ad amministrare la città natale anche dopo la rotta di Caporetto e la conseguente occupazione austro-tedesca. Per tale fatto fu accusato di connivenza con il nemico senza potersi difendere, vista l’impossibilità di spiegare la scelta compiuta all’opinione pubblica italiana. A guerra conclusa il comportamento tenuto venne elogiato come simbolo di «italiana dignità» e gli valse l’investitura a commendatore della Corona d’Italia. Nel 1919 fu nominato nel Comitato esecutivo provinciale del neocostituito Partito popolare (PPI) di don Sturzo e divenne presidente del consiglio provinciale udinese nel 1920. Fu eletto deputato tra le file del PPI nella XXV e XXVI legislatura, dal 1919 al 1924. Nel corso della sua attività parlamentare si impegnò per la rinascita delle aree del Paese che avevano subito l’invasione nemica e si interessò all’emancipazione sociale e culturale delle masse contadine. In tali anni fu membro delle Commissioni permanenti di diritto privato e giustizia, degli affari, giustizia e culto e dei lavori pubblici. ... leggi Già dal 1921 si preoccupò per l’avanzata dell’ideologia fascista. Il settimanale «Il Friuli fascista» gli dedicò un articolo nel quale v’era scritto che «i popolari friulani e la corte di Fantoni e compagni in particolare, devono persuadersi che le loro faccende non possono continuare a svolgersi oggi come ieri», invitandoli perentoriamente ad «abbandonare il potere». Fino a che gli fu possibile espresse le proprie critiche verso il nuovo regime e dopo il delitto Matteotti si ritirò anch’egli sull’Aventino. Fu rieletto nella XXVII legislatura, ma mantenne la carica solo fino al 1926, anno in cui fu dichiarato dal fascismo decaduto dal mandato parlamentare. Rientrò allora a Gemona, dove si dedicò all’attività professionale. Nel 1943 venne chiamato a rappresentare la Democrazia cristiana nel Comitato di liberazione nazionale, divenendone presidente per il mandamento gemonese. Due anni dopo entrò nel Comitato provinciale di liberazione e venne poi chiamato alla Consulta nazionale, in cui fu assegnato alla Commissione delle finanze e tesoro prima, e alla Commissione della ricostruzione, lavori pubblici e comunicazioni, poi. Sostenitore della soluzione repubblicana, nel giugno 1946 fu eletto all’Assemblea costituente tra le fila della Democrazia cristiana. Venne eletto nuovamente sindaco della propria città, mantenendo la carica fino al 1964. Dal 1948 al 1953 fu senatore di diritto e membro autorevole della giunta di regolamento, nonché relatore di diverse leggi. Svolse la propria attività presso la Commissione permanente della presidenza del Consiglio e del Ministero degli interni. Terminato il mandato parlamentare, nel 1966 presiedette il Consorzio di bonifica della bassa friulana. Nel 1954 e nel 1958 venne insignito rispettivamente dei titoli di grande ufficiale e di cavaliere di gran croce dell’ordine al merito della Repubblica italiana. Morì a Gemona del Friuli il 19 giugno 1967.
ChiudiBibliografia
Udine, Provincia, Consiglio provinciale, Processo verbale della seduta del giorno 17 novembre 1920, in Atti del Consiglio provinciale 1920, 136; Gemona, Civica Biblioteca Glemonense, Discorso celebrativo tenuto presso il Consiglio comunale di Gemona del Friuli in occasione del conferimento del Cavalierato di Gran Croce al Merito della Repubblica Italiana, 1958 (dattiloscritto); ibid., C. Sabidussi, Vita politica a Gemona nei primi anni del ’900. Seconda parte: 1905-1909, [dicembre 2009], (dattiloscritto).
T. TESSITORI, Il senatore Luciano Fantoni, «MV», 19 luglio 1967; ID., Storia del partito popolare in Friuli 1919-1925, Udine, AGF, 1972; RINALDI, Deputati 2, 337-348; M. MICHELUTTI, Bonifica e consorzi nella Bassa friulana lungo il Novecento. Profili e vicende, in M. MICHELUTTI et al., Bassa friulana: tre secoli di bonifica, Udine, Consorzio di bonifica Bassa friulana, 1990, 212; PATAT, Oms, 81-83; G. MARINI, Intorno a Raimondo D’Aronco, Gemona del Friuli, Comune di Gemona del Friuli, 2007, 223.
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