Nacque a Pordenone il 22 febbraio 1902 da Carlo, insegnante e poi direttore del collegio udinese di Toppo Wasserman, e da Maria Coromer. Dopo la laurea in giurisprudenza F. si trasferì a Udine, dove si dedicò allo studio della cultura friulana, concentrando la propria attenzione non sugli aspetti letterari tradizionalmente legati alla cultura ladina, ma sulla valorizzazione di quelle espressioni della letteratura italiana che avevano per protagonisti autori originari del Friuli. In controtendenza con gli studi locali, quindi, F. cercò di individuare quelle manifestazioni culturali che potessero cementare gli atteggiamenti unitari e nazionali di una regione culturalmente piuttosto chiusa e autosufficiente. Per assolvere a questo ambizioso progetto F. compì indagini «in tutti i campi della storia e della coltura della regione», sondando numerosi archivi e biblioteche, rendendosi conto ben presto che il più delle volte doveva affrontare «un terreno vergine, non preparato da nessuno studio precedente». Cosciente dell’immenso lavoro, egli si avvalse dell’aiuto e della competenza di studiosi e amici, soprattutto friulani, molti dei quali erano legati a lui dalla comune appartenenza all’Accademia di Udine, della quale in seguito F. fu nominato presidente per quattro mandati consecutivi dal 1934 al 1945. I risultati delle sue ricerche trovarono spazio su alcune importanti riviste locali, come la «Patria del Friuli» e gli «Atti dell’Accademia di Udine», e sulle testate da lui stesso fondate: la «Rivista letteraria delle Tre Venezie» (1923-1927) e la «Rivista letteraria» (1929-1938); ma alcuni suoi interventi vennero pubblicati anche fuori regione su «Nuova antologia», sul «Popolo toscano» e su «Il Marzocco». Successivamente F. si risolse a dare una sistemazione organica al materiale che aveva raccolto nel corso degli anni riunendolo in alcune pubblicazioni di più ampio respiro, e per tale scopo si avvalse del supporto della tipografia di Domenico e Giuseppe Del Bianco. Il primo importante risultato di questa collaborazione fu la stampa della Storia della letteratura italiana e della coltura nel Friuli (1929), una sintesi esaustiva della letteratura italiana della regione, dalle origini – testimoniate dai documenti notarili in volgare “venezianeggiante” del XIII secolo – al XX secolo, conclusa da un capitolo dedicato a Carlo Michelstaedter. Il volume offriva ampi approfondimenti sulle diverse manifestazioni culturali che caratterizzarono ogni epoca: dagli studi filosofici a quelli giuridici, da quelli letterari a quelli scientifici (agrari, medici, naturalistici), cercando di dar conto dei protagonisti delle varie discipline e degli istituti culturali che li avevano sostenuti, come le accademie, le scuole, le biblioteche, i musei. ... leggi Successivamente, con opere quali Coltura e lettere in Friuli nei secoli XIII e XIV (1934), La coltura del Friuli nel Rinascimento (1938) e Poesia lirica epica ed eroica del ’500 friulano (1925), F. si impegnò in trattazioni più estese e particolareggiate riguardanti singoli periodi storici o specifiche forme letterarie. Non mancò, inoltre, di pubblicare saggi di carattere critico-biografico su alcuni scrittori friulani: tra i profili da lui tracciati ricordiamo quello di Ippolito Nievo (1922), del quale in seguito curò anche l’edizione delle Lettere (1932); quello di Erasmo da Valvasone (1924); e quello di Pacifico Valussi (1931). Infine, nel volume Eroi e poeti (1930) raccolse approfondimenti su autori giuliani e di altre regioni italiane. In questi stessi anni F. iniziò a dedicarsi con grande energia anche allo studio del giornalismo, che egli considerava parte integrante della storia della cultura e che all’epoca era ritenuto una disciplina ancillare della letteratura e un possibile sbocco professionale dell’intellettuale letterato. F. studiò la storia del giornalismo (nazionale e regionale), ne approfondì l’aspetto teorico (introducendo il concetto dell’informazione) e cercò di definire caratteri e competenze di chi voleva operare in questo campo. Giornalista egli stesso, collaborò con diversi quotidiani, come il «Corriere padano» e la «Gazzetta di Venezia». Fondò e diresse «Il Giornalismo», periodico che divenne espressione dei suoi traguardi teorici e che Mario Isnenghi ha definito come «il principale organo di autocoscienza del giornalista di regime». Promosse la collaborazione tra le scuole professionali di giornalismo e l’università; dal 1928 tenne corsi di storia del giornalismo presso la Facoltà di scienze politiche dell’Università di Trieste e dalla metà degli anni Trenta gli fu affidata la libera docenza nella medesima Facoltà presso l’Università La Sapienza di Roma. Al termine della seconda guerra mondiale, F. si trasferì con la moglie Cosima Fischetto nella capitale, dove nel 1947 fondò e diresse l’Istituto italiano di pubblicismo (IIP) e nel 1956 il Centro nazionale per gli studi sull’informazione, i cui organi periodici furono rispettivamente «Saggi e studi di pubblicistica» (1953-1972) e «Notizie e commenti» (1957-1975), da lui stesso diretti. F. pubblicò numerosi volumi di carattere storico, teorico e didattico sul “quarto potere” e, tra questi, Le origini del giornalismo in Italia (1929), in cui l’autore si sforzò di fornire una sistemazione organica alla storia del giornalismo italiano, gettando le basi del suo pensiero storiografico, per una nuova definizione della materia. Nel 1932 uscì inoltre un ricco lavoro interamente dedicato alla regione veneta, intitolato Il giornalismo veneziano nel ’700, ripubblicato l’anno successivo in un’edizione ampliata col titolo Il giornalismo veneto nel ’700. Si segnala, infine, che recentemente è stato ripubblicato il saggio di F. Teoria della tecnica sociale dell’informazione (2005) a cura di Giuseppe Ragnetti, direttore dell’Istituto Francesco Fattorello. Dopo la conclusione della carriera universitaria F. fece ritorno a Udine nella sua casa in via Vittorio Veneto. Qui morì il 3 ottobre 1985 dopo una lunga malattia.
ChiudiBibliografia
F. FATTORELLO, Ippolito Nievo, Udine, Libreria Carducci, 1922 (II ed. riveduta e corretta, Rocca San Casciano, Cappelli, 1923); ID., Erasmo da Valvasone: lettura, [Udine, Doretti, 1924]; ID., Poesia lirica epica ed eroica del ’500 friulano, Rocca San Casciano, Cappelli, 1925; ID., Storia della letteratura e della coltura nel Friuli, Udine, La Rivista Letteraria, 1929; ID., Le origini del giornalismo in Italia, Udine, La Rivista Letteraria, 1929; ID., Eroi e poeti, Udine, La Rivista Letteraria, 1930; ID., Pacifico Valussi, Udine, Tip. Percoto, 1931; Lettere di Ippolito Nievo, a cura di ID., Udine, La Rivista Letteraria, 1932; ID., Il giornalismo veneziano nel ’700, Udine, La Rivista Letteraria, 1932; ID., Il giornalismo veneto nel ’700, Udine, IDEA, 1933; ID., Coltura e lettere in Friuli nei secoli XIII e XIV, Udine, IDEA, 1934; ID., La coltura del Friuli nel Rinascimento, Udine, AGF, 1938; ID., Teoria della tecnica sociale dell’informazione, a cura di G. RAGNETTI, Urbino, Quattro venti, 2005.
DBF, 337; O. LUZZATTO, [Recensione a] F. Fattorello, Storia della letteratura italiana e della cultura nel Friuli, «La Panarie», 33 (1929), 190-191; [Recensione a] F. Fattorello, Coltura e lettere in Friuli nel secolo XIII e XIV, «Ce fastu?», 11 (1935), 134-135; M. ISNENGHI, Storia e autocoscienza del giornalismo fascista. Problemi, strumenti, fonti, «Problemi dell’informazione», 4 (1979), 581, 585, 589, 591-95; R. DI NUNZIO, Fattorello Francesco: 60 anni di attività didattica e scientifica, Roma, Istituto italiano di pubblicismo, 1982; E. GALLAVOTTI, La scuola fascista di giornalismo (1930-33), Milano, SugarCo, 1982, 109-113; F. D’INTINO, Fattorello, Francesco, in DBI, 45 (1995), 335-336; C. COSTA, Fattorello Francesco (Pordenone 1902 - Udine 1985), in Letteratura italiana, diretta da A. ASOR ROSA, 19, Dizionario degli autori: D-M, Torino, Einaudi, 2008, 140.
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