Nacque il 27 aprile 1919 ad Anagni (Frosinone), dove la famiglia, originaria di Caneva di Sacile, era stata costretta a trasferirsi in seguito alla rotta di Caporetto. Ritornato in Friuli, frequentò la scuola tecnico-professionale a Sacile per arruolarsi poi, come volontario, nell’Aeronautica militare e, dopo aver ottenuto il brevetto di primo motorista, prese parte alla campagna di Libia con la qualifica di aviere scelto. Per l’altruismo dimostrato durante le operazioni belliche ricevette la medaglia di bronzo al valor militare, senza dimenticare che il 28 giugno 1940 a Tobruk fu tra i primi a intervenire in soccorso del maresciallo dell’aria, Italo Balbo, il cui velivolo era stato abbattuto da un cannone antiaereo italiano. Dopo l’8 settembre 1943 entrò a far parte della brigata partigiana Osoppo e la sua collaborazione con gli alleati gli valse nel 1945 l’incarico di responsabile del Centro coordinamento e smistamento della destra Tagliamento. Ciò gli offrì l’occasione di stringere intense relazioni con i rappresentanti del cooperativismo friulano e pordenonese in particolare. Come ebbe modo di ricordare in un’intervista, il suo ingresso nel mondo della cooperazione risale più esattamente al 1946, quando fu contattato da Ernesto Casetta, segretario della latteria di Palse di Porcia, per risolvere il problema relativo alla mancanza di energia elettrica in alcune frazioni del paese, stante la noncuranza delle due aziende fornitrici della zona, la Sade e la Valdevit. F. si adoperò affinché le suddette frazioni si potessero dotare autonomamente di elettricità attraverso la costruzione di un impianto gestito da una cooperativa, cosa che avvenne tra l’agosto e l’ottobre 1946. Da quel momento in poi iniziò a interessarsi alle problematiche di tipo amministrativo riguardanti le cooperative della zona. ... leggi Fu così che nel 1949, in seguito alla nascita dell’Associazione cooperative friulane di Udine, venne posto alla direzione dell’ufficio di Pordenone, incarico che mantenne anche quando, il 15 settembre 1951, le cooperative locali, sollecitate e appoggiate dalla Confederazione cooperative italiane, diedero vita all’Unione friulana delle cooperative e mutue della Destra Tagliamento. In tale veste F. è stato uno dei protagonisti del movimento cooperativo regionale per più di quarant’anni, instancabile e pragmatico animatore di molte iniziative che hanno permesso a numerosi sodalizi di attuare i cambiamenti imposti dai rivolgimenti economico-sociali, avendo sempre cura di mantenere saldi i principi ispiratori della cooperazione. Determinante fu il suo intervento per sostenere e intensificare la necessaria politica di concentrazione nel settore lattiero-caseario e potenziare l’attività del Consorzio cooperativo latterie friulane. Onde raggiungere l’obiettivo, tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio del decennio successivo, F. intraprese, insieme all’allora presidente dell’Unione pordenonese, onorevole Bruno Giust, una lunga e difficile lotta contro gli amministratori delle piccole e storiche latterie di paese. Non va inoltre dimenticato che fu tra i promotori del Centro di fecondazione artificiale di Torre di Pordenone (1959), divenuto il più importante di tutta la regione. Nel 1981 lasciò la direzione dell’Unione pordenonese per assumere la vicepresidenza dell’Unione regionale della cooperazione del Friuli Venezia Giulia, carica che mantenne, insieme a quella di consigliere nazionale della Confcooperative, sino alla fine del decennio. Per la costante e proficua attività svolta in ambito cooperativo F. ricevette numerosi riconoscimenti, tra i quali merita segnalare le quattro onorificenze conferitegli dall’ordine al merito della Repubblica italiana: cavaliere (1956), ufficiale (1973), commendatore (1977) e grande ufficiale (1983). Morì il 24 aprile 2006.
ChiudiBibliografia
Le informazioni sulla vita di O. Fioretti sono tratte da un testo fornito dal figlio Riccardo, che sentitamente si ringrazia, e da un’intervista condotta il 7 aprile 2005 a Pordenone.
M. ROBIONY, La cooperazione in Friuli Venezia Giulia nel secondo Novecento, Udine, Forum, 2006, ad indicem.
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