Nacque a Udine il 15 novembre 1846. Di umili origini, da giovane fu falegname ed intagliatore. Frequentò poi l’Accademia di belle arti di Venezia. Partecipò ad esposizioni, a Udine nel 1883 con la Mietitrice, a Palermo e a Trieste con il gruppo La suora di Carità (oggi presso i Civici musei di Udine). Fu soprattutto attivo nella città natale, dove ricoprì la carica di consigliere comunale, e si distinse nell’esecuzione di monumenti funebri e busti di personaggi illustri. In Udine si segnalano, oltre alla statua La Patria del Friuli, collocata nel 1877 sull’angolo sinistro della loggia del Lionello, ricostruita dopo il disastroso incendio del 1876, i busti di Benedetto Cairoli nella loggia del Lionello, di Giovan Battista Cella (1881) nella loggia di S. Giovanni, di Pacifico Valussi e Francesco Tomadini (entrambi del 1894) nell’atrio di palazzo Bartolini (Biblioteca civica), di Quintino Sella, Giuseppe Garibaldi, Antonio Marangoni e, in gesso patinato, Teobaldo Ciconi ed Enrico Degani presso i Civici musei, che conservano numerose altre sculture dell’artista (tra cui l’Agricultura, la Musa di Giovanni Prati ed una curiosa Statua anatomica dei muscoli in generale, in gesso. Nel municipio di Gorizia si conserva il busto del poeta Pietro Zorutti (1892), nel Museo archeologico nazionale di Cividale il busto del musicista Iacopo Tomadini. Numerose le opere nel cimitero monumentale di Udine: tra le altre, i busti di Antonio Marangoni, Marco Bardusco, Francesco di Toppo, Luigi Torrelazzi. Si distingue, tra tutte, la scultura sulla tomba della famiglia Volpe, un Angelo del dolore di bella fattura, di cui i musei cittadini conservano una serie di bozzetti e il modello in gesso: «la creatura celeste è immaginata nelle sembianze d’una giovane donna abbigliata come il personaggio di un dramma borghese in abito da sera, le grandi ali soprammesse, incongrue, come nei costumi delle recite d’oratorio» (Pavanello). Un Angelo del silenzio è collocato sulla tomba della famiglia Toso nel cimitero di Feletto Umberto. ... leggi Autore di sculture formalmente ineccepibili, raffinate, ma accademiche e spesso condizionate da una retorica di estrazione romantico-patriottica, tipica del tempo, raggiunge in alcune sue opere, ad esempio nel Ritratto della madre Margherita Barbetti (1892, Civici musei di Udine), particolari accenti di intensità emotiva. F. morì a Udine il 19 febbraio 1897.
ChiudiBibliografia
B., Un lavoro del nostro concittadino Andrea Flaibani, «La Patria del Friuli», 17 ottobre 1877; SACCOMANI, Ristauro, 45; A. PICCO, Lo scultore Andrea Flaibani, «La Patria del Friuli», 20 febbraio 1897; ID., I funerali dello scultore Andrea Flaibani, ibid., 22 febbraio 1897; ID., Scritti vari, passim; G. BRAGATO, Guida artistica di Udine e suo distretto, Udine, Bosetti, 1913, 26, 27, 37, 93, 94; M. BUORA, Guida di Udine, Trieste, Lint, 1986, 137, 141, 311, 312, 314, 318; G. PAVANELLO, L’Ottocento, in La scultura nel Friuli Venezia Giulia, II, a cura di P. GOI, Pordenone, GEAP, 1988, 314, 316, 317-320, 331; T. RIBEZZI, in Sculture nell’ombra. Catalogo della mostra, Udine, Civici musei, 1994, 5, 15-16; P. GOI, Per una storia del ritratto scultoreo, in Più vivo del vero, 75, 77, 82 (nota 68); G. BERGAMINI, Flaibani, Andrea, in SAUR, 41 (2004), 51-52; M. GARDONIO, Sculture dell’Ottocento nel cimitero monumentale di Udine, in Tra Venezia e Vienna, 233-236.
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