Nacque a Talmassons (Udine) il 26 aprile 1906 da Ettore ed Elda Battistella, entrambi maestri elementari nel paese friulano. A seguito degli eventi bellici frequentò la quarta ginnasiale a Forlì, essendo la famiglia sfollata in Romagna, terra d’origine del padre. Dal 1918-1919, ritornato in Friuli, F. frequentò il R. Ginnasio liceo I. Stellini di Udine, dove ottenne nel 1923 la licenza liceale con “menzione onorevole”. Iscrittosi alla Facoltà di giurisprudenza dell’Università di Padova, conobbe Gaetano Pietra, con cui stabilì un profondo e duraturo rapporto che, alla morte del Pietra, F. definì di «intensa concordia discorde in cui maestro e scolaro insegnavano ed apprendevano contemporaneamente». Si laureò brillantemente nel 1927 e fu assistente di statistica dal 1928. Nel 1931 partecipò al I congresso internazionale per gli studi della popolazione, in cui presentò una relazione che fu pubblicata l’anno successivo con il titolo Quattro secoli di vita del popolo friulano (1584-1931). Come Pietra ebbe a dire nella prefazione, si tratta di un lavoro che, sistemando un «notevole e ricco materiale documentario» ma «frammentario ed eterogeneo», studia l’evoluzione della demografia e dell’economia del Friuli con «rigore di metodo» affidando «interamente alla elaborazione statistica l’obiettività dei risultati e delle conclusioni». In questo scritto F. analizza separatamente lo sviluppo demografico della Carnia, che considera «sorgente del gruppo friulano» perché, «ad ogni periodo di una qualche continuità politica» nel corso dei secoli, «il flusso della gente dei monti» ha portato alla «Patria» nuove e vitali energie per il suo sviluppo. In quegli anni F., oltre ad impegnarsi nelle organizzazioni del Partito fascista, ebbe incarichi di insegnamento di statistica e demografia nelle Università di Ferrara e Padova e, in forza della sua sensibilità per i problemi sociali, approfondì gli studi di statistica corporativa. ... leggi Nel 1933 conseguì la libera docenza in statistica e nel 1934 vinse la cattedra di statistica nella Facoltà di giurisprudenza a Ferrara. Nel 1936 fu chiamato a Palermo, dove fu, tra l’altro, presidente dell’Istituto fascista di cultura. Di questo periodo sono alcuni scritti in cui esprime il proprio sostegno alla “guerra al latifondo” promossa da Mussolini. Nello stesso periodo F. fu uno dei più attivi collaboratori della rivista «Nuovi problemi di politica, storia ed economia» e del suo «Supplemento statistico». Esponente della cosiddetta scuola italiana di statistica di Corrado Gini, fu uno dei soci promotori della Società italiana di statistica (SIS) fondata da Pietra nel 1939 (della SIS fu presidente dal 1967 al 1980). Nel 1940, chiamato alla cattedra di statistica della Facoltà di economia e commercio dell’Università di Bologna, fondò la rivista «Statistica» (di cui fu direttore fino al 1980), che sostituì il «Supplemento statistico» del quale era stata sospesa la pubblicazione. Alla fine degli anni Trenta, contatti personali, letture e riflessioni fecero cambiare a F. la posizione ideologica. Rimase sempre attivo collaboratore nella vita dell’università e studioso vivace – l’attività scientifica è documentata da numerose pubblicazioni su temi di statistica e politica economica – anche quando, dopo aver preso contatto nel 1941 con l’organizzazione clandestina del Partito comunista italiano di Bologna, il suo impegno politico divenne rilevante. Dal 1942 fu animatore del gruppo intellettuale “Antonio Labriola”, partecipò attivamente alla Resistenza, fu senatore per il PCI nel collegio di Bologna per le prime cinque legislature e consigliere comunale di Bologna dal 1946 al 1964 con l’incarico di assessore ai tributi per dieci anni. Esperto di questioni tributarie, nel 1949 presentò in Senato (dove fu per venticinque anni membro della Commissione finanza e tesoro, coprendo in qualche periodo anche l’incarico di vicepresidente) una proposta per la riorganizzazione della finanza locale, in parte accolta come emendamento nella riforma Vanoni votata dal parlamento nel luglio 1952. Lasciato il Senato nel 1973, tornò a tempo pieno all’Università di Bologna dove fu direttore, fino al 1976, dell’Istituto di statistica, ma anche preside della Facoltà di economia e commercio. Conservò questo incarico fino alla morte, avvenuta a Bologna il 27 gennaio 1980. L’Istituto di statistica è diventato, dopo la sua morte, il Dipartimento di scienze statistiche Paolo Fortunati. Nella sua attività di studioso, di docente, di politico e di amministratore F. espresse, a giudizio di coloro che lo hanno in seguito ricordato, la propria intelligenza e generosità, un profondo senso del dovere, una certa asprezza nei rapporti umani, ma anche grande lealtà.
ChiudiBibliografia
P. FORTUNATI, Quattro secoli di vita del popolo friulano (1584-1931), Padova, Istituto di statistica dell’Università di Padova, 1932; ID., Anagrafe corporativa e statistica corporativa, Ferrara, «Annali dell’Università di Ferrara», 1936; ID., Gaetano Pietra, Roma, Tipografia del Senato, 1961; ID., Scritti di statistica e di politica economica, 1, Padova, Istituto di statistica dell’Università di Padova, 1962, 19642, 19653, 19684.
Commemorazione del Prof. Paolo Fortunati, Bologna, Consiglio comunale di Bologna, 1980 (Verbale n. 10); Studi in onore di Paolo Fortunati, 1-2, Bologna, CLUEB, 1980; G. MELIS, Fortunati Paolo, in DBI, 44 (1997), 229-232.
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