Nella cancelleria del patriarca Caetani accanto a cancellieri locali, come Giovanni Susanna, coesistevano notai di varia provenienza, che talvolta potevano essere stranieri, come quel Giovanni che si definiva teutonico (forse lo stesso che era indicato come originario di Deventer), o Enrico Praytenrewter da Dyeberstrewt della diocesi di Ratisbona, ma anche semplicemente forestieri italici, come lo scriba Pietrobono Giuseppi da Verona e il notaio F. da P., che dal Registrum della cancelleria patriarcale risulta personaggio di primo piano nella cancelleria stessa. Canonico e scolastico di S. Felice di Aquileia, prebendario della chiesa minore e dal 1398 di quella maggiore, fu esentato dal coro per gl’impegni che doveva assolvere nell’ufficio al diretto servizio del patriarca. Ricevette dal Caetani l’ordine di procedere alla raccolta, non ancora compiuta da Pietro da Monastero suo collega, dei documenti del notaio Nicolò da Amaro relativi al patriarcato. Si dedicò pertanto anche alla collazione degli atti relativi alla Carnia con l’aiuto dei gastaldi pro tempore Cristoforo Cignotti e Nicolò di Candido. Una curiosa notizia della vita privata di F. è trasmessa da una lettera di Maddalena Strozzi moglie di Luchino Novello Visconti a Margherita moglie del cividalese Corrado III Boiani. Si tratta di avvenimenti relativi al soggiorno di questo con il cancelliere a Napoli «per veder le done e la tera». F., preoccupato del comportamento leggero del Boiani, aveva scritto al patriarca suggerendogli d’intervenire con la sua autorevolezza per richiamare il compagno. Giovannella sorella del patriarca sperava di accompagnare i due nel viaggio di ritorno a Cividale. Le tracce di F. finora si perdono con l’allontanamento dal Friuli del patriarca che lo aveva ingaggiato.
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