Assieme a Giandomenico Facchina e a Giacomo Ceconi di Montececon, F. fu uno dei più importanti costruttori edili attivi in ambito austriaco nella seconda metà dell’Ottocento. La biografia stessa di F. evidenzia la “liquidità” dei confini tra quello che sarebbe stato il futuro Regno d’Italia e l’Impero asburgico, e compendia gli elementi caratteristici della dimensione imprenditoriale dei costruttori friulani: formazione all’estero, cultura pragmatica, intensa mobilità, transnazionalismo. L’esperienza professionale di F. maturò nel contesto migratorio di Moggio, segnato dalla professione edile e da una decisa propensione all’imprenditorialità, caratteri che maturarono parallelamente allo sviluppo dei grandi lavori infrastrutturali e urbani nell’area danubiana tra Otto e Novecento. Nato a Moggio Udinese il 9 ottobre 1832, F. emigrò giovanissimo: nel 1842 fece le sue prime esperienze come garzone stagionale in Austria e a Lubiana insieme con il padre ed altri capimastri moggesi. Nel 1848, con l’avvio dei moti rivoluzionari, rientrò in Friuli; negli anni successivi fece la spola tra Moggio, Trieste e Lubiana. Così come avvenne nel percorso professionale di diversi costruttori, l’assunzione di un cottimo in grandi lavori infrastrutturali costituì il trampolino di lancio per avviare un’attività edile autonoma; i lavori sulla linea ferroviaria Trieste-Lubiana permisero a F. di accumulare capitali e competenze organizzative per gettarsi nel mercato edilizio dell’Impero asburgico, in Croazia (Zagabria), nel Banato, in Ungheria, in Austria (Reichenau). Rimpatriato in occasione della seconda guerra di indipendenza, F. fece ritorno in Austria nel 1861, stabilendosi a Graz, la cittadina cui avrebbe legato il suo destino di imprenditore. ... leggi F. dapprima frequentò la scuola privata del “Baumeister” Lindner e poi eseguì – privo di una licenza edile – lavori per l’impresario Weitzner; con abilità e spregiudicatezza, nonostante i contrasti con le corporazioni stiriane, F. riuscì a farsi largo nel mercato edile e le sue capacità furono premiate nel 1862 con la concessione di un decreto di “Maurermeister”, che ne regolarizzò lo status di costruttore. Nel quarantennio successivo F. fu uno dei protagonisti assoluti dello sviluppo edilizio di Graz: collaborò in maniera rilevante alla costruzione del nuovo quartiere del Joanneum, realizzò lavori arditi e complessi, come la sistemazione e la copertura del rio Grazerbach (1884) e la tramvia elettrica che porta da Graz al santuario di Maria Trost (1898). Tra il 1866 e il 1896 F. ebbe modo di costruire a Graz trentacinque grandi opere e circa seicento edifici di varie dimensioni, nonché numerosi edifici pubblici e privati (casse di risparmio, ospedali, ponti, stabilimenti, scuole) in vari centri della Stiria e della Carinzia. La sua attività edile fu accompagnata da una oculata attenzione per la beneficenza e la formazione, pratiche che gli garantirono il plauso da parte della popolazione e delle autorità locali. Morì a Graz il 3 maggio del 1910.
ChiudiBibliografia
L. ZANINI, Friuli migrante, Udine, Doretti, 1964 (ed. originale 1937); G. COSATTINI, L’emigrazione temporanea del Friuli, Trieste-Udine, Direzione regionale del lavoro, assistenza sociale ed emigrazione della regione autonoma Friuli-Venezia Giulia, 1983 (ed. originale 1903); A. CELESTINI, Andrea Franz, il costruttore di Graz, «I viaggi di Repubblica», 333 (5 agosto 2004), 32-36; M. ERMACORA, Imprenditoria migrante. Costruttori e imprese edili friulane all’estero (1860-1915), in Baumeister dal Friuli. Costruttori e impresari edili migranti nell’Ottocento e primo Novecento, a cura di F. MERLUZZI, Artegna, Grop Pignot, 2005, 115-131; E. FRANZINA, “Varcare i confini”: viaggi e passaggi degli emigranti. Il caso italiano e le teorie transnazionali, in Confini: costruzioni, attraversamenti, rappresentazioni, a cura di S. SALVATICI, Soveria Mannelli (Catanzaro), Rubbettino, 2005, 124-125.
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