Nacque il 26 febbraio 1840 a Udine, da Francesco e da Carolina Walner. Si laureò a Padova nel 1863 con una tesi sulla casistica delle gonoartropatie della clinica chirurgica. Subito mostrò il suo eclettismo cimentandosi in molti campi, non solo della medicina, ma anche della sociologia e della filosofia. Appena laureato frequentò la clinica chirurgica del prof. Tito Vanzetti a Padova; fu medico interinale a San Quirino di Pordenone e successivamente medico distrettuale a Sacile, dove contrasse il colera. Sposò Virginia Foramitti, da cui dopo poco tempo si separò. Divenne primario del reparto di chirurgia dell’ospedale civile di Udine. Si tenne sempre aggiornato sui progressi della chirurgia mediante lo studio della letteratura e i contatti personali coi colleghi del Veneto, sostenuto, come osservò il suo assistente Giuseppe Murero in occasione dell’inaugurazione nel 1911 del bronzo in suo onore nell’atrio dell’ospedale, dalla «bramosia di sapere, di lavorare, di emergere». Fu il primo, fra tutti i colleghi veneti, ad introdurre in sala operatoria l’asepsi secondo Lister; ebbe pure il merito di adottare precocemente l’anestesia generale. Fu anche un precursore della terapia intrarticolare, prima dell’introduzione dei corticosteroidi. A partire dal dicembre del 1878 e nel 1879 si occupò, in qualità di membro ordinario del consiglio sanitario provinciale del Friuli, insieme a Giuseppe Chiap, del caso di isteria collettiva di Verzegnis: lo esaminò e lo descrisse in qualità di medico freniatra e di intellettuale positivista. ... leggi Raggiunse fama internazionale quando, il 20 settembre 1881, in una «sala d’operazioni di nuovo costruita e mai usufruita» con un intervento di un’ora e venti, seguendo strettamente le norme dell’asepsi listeriana e sotto anestesia generale con cloroformio, asportò ad una giovane di ventidue anni, tale G. L. di Paderno, la milza affetta da un tumore che ne quintuplicava il volume. Si trattò della prima splenectomia eseguita con successo in Italia. Dopo l’intervento la paziente «fu collocata in un letto ben riscaldato, in stanza attigua, pure mai per lo innanzi abitata»; con un metodo da lui stesso messo a punto monitorò la conta dei globuli bianchi, il cui numero si normalizzò nel gennaio successivo e, a distanza di un anno, G. L. fu dichiarata guarita. Con l’attività chirurgica ottenne numerosi successi, soprattutto per interventi in addome: asportazioni di calcoli vescicali, ovariectomie, isterectomie. L’Università di Padova lo nominò professore “pareggiato” di chirurgia. Contemporaneamente alla attività chirurgica, fin da neolaureato, si occupò di altri settori della medicina, in particolare di medicina legale, ma anche di igiene, di prevenzione e di freniatria. La sua produzione scientifica conta oltre quaranta lavori di argomenti diversi: dalla cura del colera, al tetano traumatico, al ruolo della medicina e della chirurgia, alla fisiologia della nutrizione; si impegnò a scrivere anche articoli divulgativi. Positivista intransigente, agnostico, anticlericale, si batté appassionatamente in favore della scienza sperimentale e della libertà di pensiero, contro i luoghi comuni, l’ignoranza, la ciarlataneria, la superstizione diffusa nel mondo agricolo, la religione e l’immortalità dell’anima. Dovette precocemente lasciare l’attività chirurgica per una dermatite psoriasiforme alle mani, contratta per l’uso delle sostanze antisettiche. L’interruzione dell’attività e l’emarginazione da parte dell’ambiente medico, anche per il suo temperamento, lo condussero a dedicarsi ad attività sociali, offrendo le sue prestazioni ai poveri. Trascorse gli ultimi anni di vita isolato e povero. Era sofferente di nefrite cronica, probabilmente derivata dal colera, e morì il 4 luglio 1905. Fu cremato alla presenza di poche persone. Recentemente, per il caso di Verzegnis, è stato ricordato in lavori letterari e radiofonici.
ChiudiBibliografia
F. FRANZOLINI, L’epidemia di istero-demonopatia in Verzegnis studiata dai dottori Giuseppe Chiap e Fernando Franzolini, «Riv. sperimentale di freniatria», (1879), 89; ID., Sulla estirpazione della milza e di un caso operato e guarito, Torino, Tip. Roux e Favale, 1882; ID., Relazione finale sulla epidemia di isterodemonopatia in Verzegnis, «Riv. sperimentale di freniatria», (1883), 57.
G. MURERO, Discorso commemorativo di Fernando Franzolini, Udine, Bosetti, 1912; O. LUZZATO, Saggio di bibliografia medica friulana (1848-1948), Udine, Tip. Pellegrini, 1950; P. CARACCI, La prima splenectomia in Italia seguita da guarigione eseguita dal chirurgo friulano Fernando Franzolini nel 1881, «AAU», s. VIII, 2 (1973-1975), 247-254; L. BORSATTI, Verzegnis 1878-1879 un caso di isteria collettiva in Carnia alla fine dell’Ottocento, Tolmezzo, Comunità montana della Carnia, 1989 (Quaderno n. 7), con ampia bibliografia; P. MARSON et al., Sulla storia delle terapie intra-articolari. Le tappe principali, «Reumatismo», 59 (2007), 262-268.
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