Mancano documenti che attestino il luogo di nascita (tra il 1751 e il 1755), tuttavia gli atti del battesimo del primo figlio, che lo citano come «Matteo da Venezia», e l’iscrizione del padre Domenico alla fraglia dei pittori della città dogale, suggeriscono la sua provenienza lagunare. Fu decoratore, scenografo, pittore di arte sacra e anche ritrattista. Nel 1777 è documentata la sua presenza a Pirano (battesimo della figlia Margherita), dove realizzò una Madonna e santi nella chiesa di S. Stefano. L’anno successivo F. dipinse, nella navata destra della parrocchiale di S. Giorgio della vicina Portole (ora Oprtalj), una Madonna del Rosario. Nel 1786 battezzò il figlio Francesco Vincenzo, nato da un secondo matrimonio, nella chiesa di S. Ignazio a Gorizia: illustri i padrini, il conte Francesco della Torre ed una ricca mercante, a testimonianza della fama di F. Definita la residenza a Gorizia, il pittore ottenne incarichi in tutta la regione: a Gradisca d’Isonzo realizzò l’arma della contea e del vescovo Inzaghi, paesaggi ad affresco in palazzo De Fin-Patuna (1789 ca.), e nel 1792 figurava come decoratore e scenografo al teatro cittadino. Nello stesso anno a Gorizia portò a termine i ritratti, ora perduti, dell’imperatore Leopoldo II e dell’arciduca Francesco. L’anno successivo F. dipinse una Assunzione della Vergine nell’abside della basilica di Aquileia, opera che dovette essere considerata non adeguata al sito poiché, non molto tempo dopo, venne cancellata. ... leggi Nel 1795 fu impegnato nelle decorazioni, ora scomparse, del pianoterra del Nobile Casino di Gorizia. Nel 1813, sul soffitto della navata della chiesa di S. Rocco a Turriaco, portò a compimento la sua opera più ambiziosa: S. Rocco conforta gli appestati, affresco di ben 207 metri quadrati. La monumentale rappresentazione venne dipinta non con la consueta prospettiva da sotto in su, ma in piano come un quadro da parete (forse originariamente era destinata alla controfacciata). I personaggi raffigurati appaiono ripresi da quelli effigiati da Gregorio Lazzarini nella celeberrima La carità di s. Lorenzo Giustiniani (1691) nella chiesa di S. Pietro di Castello a Venezia. La qualità dello spettacolare affresco appare tuttavia inficiata da una errata costruzione della prospettiva architettonica (forse intenzionale per una più efficace resa scenica). Durante l’anno successivo F. fu impegnato nella vicina Begliano nella chiesa di S. Maria Maddalena per realizzare la tela dei Ss. Agata, Apollonia, s. Silvestro papa e il Transito di s. Giuseppe, opera ancora impregnata di un tiepolismo ormai superato e di seconda mano (Iacopo Guarana e Gianbattista Canal). Le ultime due opere conosciute di F. risalgono al 1815; si tratta di due tele per la chiesa di S. Canziano e Fratelli Martiri a San Canzian d’Isonzo: a sinistra dell’arco trionfale sovrastante l’altare della Vergine del Rosario, ritrasse i Ss. Martiri Ermacora, Fortunato, Grisogono, Anastasia e Zoilo prete; a destra dell’arco trionfale, invece, rappresentò il Martirio delle quattro vergini aquileiesi: Eufemia, Dorotea, Erasma e Tecla. Stilisticamente i due dipinti sono strettamente legati a quello di Begliano; tuttavia qui, per la rigidità delle figure, dai tratti grossolani, e per i fondali privi di profondità, la maniera di F. si accosta alla pittura devozionale e popolare. Dopo il 1816, data in cui viene saldato il corrispettivo per le opere di Turriaco, non si hanno più notizie del pittore, probabilmente morto a Gorizia. Una gradevole tela con architetture attribuita a F. è conservata nel Museo di storia e arte di Borgo Castello di Gorizia; gli sono state anche assegnate alcune decorazioni all’interno della chiesa di S. Giorgio a Pinguente (Buzet) in Istria. La figura del pittore rimane ancora da indagare in maniera esaustiva; le opere note restituiscono l’immagine di un artista epigono dell’arte di Giambattista Tiepolo, re-interpretata con uno stile corsivo e impersonale.
ChiudiBibliografia
A. MORASSI, L’arte nel Goriziano, in Guida del Friuli Venezia Giulia: Gorizia con le vallate dell’Isonzo e del Vipacco, a cura di M. GORTANI, Udine, Società alpina friulana, 1930, 201; COSSAR, Storia dell’arte, passim; S. TAVANO, Il Castello di Gorizia e il suo borgo, Trieste, Libreria Adamo, 1978, 102; ID., Gorizia storia e arte, Udine, Chiandetti, 1981, 155, 279; N. DELBELLO, Quegli angeli un po’ burattini Matteo Furlanetto, un pittore artigiano del primo Ottocento in Bisiacaria, «Il Territorio», 22 (1988), 45-54; G. BRUMAT DELLASORTE, Matteo Furlanetto in Bisiacaria. Note storiche sulle ultime opere del pittore, ibid., 16 (2001), 46-62; F. ŠERBELJ, La pittura barocca nel Goriziano, Ljubljana, Narodna Galerija, 2002, 49.
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