Nacque a Trieste il 26 aprile 1893 (il cognome originale Gallovich fu italianizzato nel 1929) e in questa città ricevette la prima formazione artistica frequentando vari pittori (G. Garzolini, G. Zangrando, G. Grimani, A. Orell, R. Schmidt). Negli anni 1918-1921 era a Monaco di Baviera, prima alla Kunstgewerbeschule e in seguito, per un anno, nella fabbrica di ceramiche e sculture di avorio Nymphenburg. Completò la propria formazione presso l’Istituto d’arte di Firenze (1928-1929) approfondendo lo studio dell’anatomia. Nel 1938 si trasferì a Gorizia, dove si affermò nel campo della ritrattistica ufficiale, apprezzata per «la sua obiettività» spinta «ai limiti dell’impersonalità», dalla quale si riscattò per la pennellata franta di matrice impressionista. Feconda fu anche la produzione sacra di G., connessa al periodo della ricostruzione postbellica. Numerose sono infatti le sue opere (pale d’altare, Vie Crucis, dipinti murali) sparse nelle chiese del Goriziano, ma anche a Trieste (chiesa del Sacro Cuore) e in Friuli (Aiello, Udine). Si spense a Gorizia il giorno di Natale del 1982.
Bibliografia
COSSAR, Storia dell’arte, 446; Le arti a Gorizia nel secondo ’900. Catalogo della mostra, Udine, Centro friulano arti plastiche, 1987; TAVANO, Gorizia; Pittrici a Gorizia e nella Regione tra Otto e Novecento. Catalogo della mostra, a cura di L. RUARO LOSERI, Gorizia, Amministrazione provinciale, 1997, 89-91; V. FERESIN, Emma Galli Gallovich. Pittrice, Gorizia, Centro per la conservazione e la valorizzazione delle tradizioni popolari di Borgo S. Rocco, 2008.
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