Nacque a Osimo nelle Marche tra il 1535 e il 1540. Studiò giurisprudenza all’Università di Padova, dove fu allievo del friulano Tiberio Deciani, professore di diritto civile. Si laureò all’inizio del 1562, pubblicando subito il testo della sua discussione di laurea, Positiones et loca iuris civilis in florentissimo Gymnasio Patavino disputata (1562). Nel maggio 1562 era già a Trieste, dove il 3 luglio fu nominato giudice per le cause criminali; tenne la carica fino al 30 luglio 1565, quando passò al tribunale civile. A Trieste nel 1564 prese moglie. Negli anni precedenti la sua famiglia era stata coinvolta a Osimo nelle lotte per il governo cittadino: i suoi fratelli furono incarcerati, egli stesso condannato al bando perpetuo. Nel gennaio 1563 il G. chiese all’imperatore Ferdinando I di intercedere per il fratello minore Nicolò, che venne liberato e nel 1564 si trasferì a Vienna. Certamente di carattere rissoso, il G. nel 1565 entrò in conflitto con un collega triestino, Paolo Marcello Capuano: ci furono atti di violenza reciproci e una lunga vertenza giudiziaria. Nel febbraio 1566 dovette lasciare l’incarico a Trieste e trasferirsi a Gradisca, dove divenne vicario giudiziario del capitano Giacomo d’Attems. Era già in carica nell’aprile 1567, quando l’arciduca Carlo d’Asburgo, signore dell’Austria Interna, visitò la città: di questo avvenimento il giurista lasciò un’accurata descrizione in una lettera a un concittadino. Come «vicarius et vicegerens Gradiscae» il G. ebbe un ruolo importante nel Friuli austriaco, diventando per quasi vent’anni il maggior collaboratore del capitano Attems, spesso assente; la sua famiglia in ogni modo continuò a risiedere a Trieste, dove s’imparentò con il patriziato locale. ... leggi Nel 1577 G. ebbe il titolo di consigliere arciducale. Per difendere l’autonomia e le prerogative del territorio gradiscano non esitò a opporsi a Giorgio della Torre-Santa Croce, figlio e sostituto del capitano di Gorizia, il potente Francesco della Torre; il contrasto ebbe anche motivazioni religiose, essendo il G. (come Giacomo d’Attems) un fervente cattolico e i della Torre-Santa Croce luterani. Nel gennaio 1572 venne arrestato e condannato a morte a Gradisca l’anabattista Alessandro Jechil da Bassano; in marzo però il G. chiese all’arciduca di non far eseguire la condanna al rogo in città: Jechil venne trasferito a Roma e lì giustiziato. All’inizio del 1575 il capitano Attems promulgò le Constitutiones Gradiscanae, in 47 capitoli, redatte dal G., destinate a essere il testo giuridico di riferimento per il territorio nel quale non avevano validità gli Statuti goriziani. Nello stesso anno G. dedicò al nuovo imperatore Rodolfo II il trattato latino Necessaria Romani Imperii monarchia, con una prefazione a Giovanni Cobenzl, rimasto manoscritto (Lawrence, University of Kansas, Kenneth Spencer Research Library, ms C110). Dal 1572 era stato incaricato dall’arciduca Carlo di raccogliere tutta la documentazione relativa alle controversie di confine tra Venezia e l’Austria in Friuli: ne uscì un’opera gigantesca, in sette volumi manoscritti, che copre gli anni 1570-83 (voll. 1-2, 4-7, Vienna, Österreichische Nationalbibliothek, manoscritti 13405-13410; vol. 3, Haus-, Hofund Staatsarchiv, Handschriftensammlung, n. 576). Nel 1584-85 fu uno dei commissari austriaci nelle trattative con Venezia per dirimere le vertenze territoriali in Friuli: i delegati veneziani lo descrissero come un negoziatore «assai rozzo et aspro», del tutto indisponibile a ogni rettifica di frontiera, secondo la posizione manifestata da Giacomo d’Attems e dalla nobiltà goriziana in genere. Dopo tale data mancano notizie sul G. Nel 1580-81 aveva pubblicato alcune opere di argomento giuridico: un lungo parere De foeminis ad feuda recipiendis vel non (Ferrariae, Victorius Baldinus, 1581) e due scritti in polemica con l’antico maestro Tiberio Deciani, Apologia pro seipso adversus dicta et edita per clarissimum iurisconsultum Tiberium Decianum (Ferrariae, ex typis Victorii Baldini, 1580) e De laudo meri iuris opusculum, in quo diluuntur scripta et edita per Tiberium Decianum (Bononiae, apud Ioannem Rossium, 1581).
ChiudiBibliografia
La fonte più ampia sulla vita di G. è la raccolta di lettere e scritti in mss ACAU, Bibl. Bartoliniana, 98 [Manoscritti del sig. Garzonio. Fu vicario di Gradisca]; una copia ottocentesca è in Biblioteca comunale di Trieste, Archivio Diplomatico, 1/2 B 5, con una nota biografica di C. Cumano.
G. GARZONI, Positiones et loca iuris civilis in florentissimo Gymnasio Patavino disputata, Padova, Pasquati, 1562; Consuetudines Gradiscanae, a cura di V. JOPPI, Udine, Seitz, 1879 (nozze Braida-Strassoldo Soffumbergo); Constitutiones Comitatus Goritiae noviter impressae: adduntur Consuetudines Gradiscanae descriptae a domino Garzonio jurisconsulto, Gorizia, Typis Hilarianis, 1891 (da un diverso manoscritto); Lettera diretta da Gradisca il 20 di aprile 1567 al magnifico signor Aless. Sinibaldo di Osimo intorno alle feste fatte in quella città all’arciduca Carlo figlio di Ferdinando re d’Ungheria e Boemia, Udine, Del Bianco, 1903 (nozze Pirona-Morelli de Rossi).
MORELLI, Istoria, I, 99, 120, 131; III, 247; IV, 127-128; F. VECCHIETTI, Bibliotheca Picena, Osimo, Quercetti, 1795, IV, 278-279; F. HURTER, Geschichte Kaiser Ferdinands II. und seiner Eltern, II, Schaffhausen, Hurter, 1850, 105, 108, 114, 126; P. ANTONINI, Del Friuli ed in particolare dei trattati da cui ebbe origine la dualità politica in questa regione, Venezia, P. Naratovich, 1873, 261, 554, 557, 573-575; I. MACLEAN, The Renaissance Notion of Woman, Cambridge, Cambridge University Press, 1983, 74-75, 81; Divus Maximilianus, 270, 272, 293, 309.
Nessun commento