Silvestro, nato a Venezia nel 1749, si trasferì a Pordenone nel 1797 per aprire la prima tipografia in riva al Noncello. Nel giugno del 1799 stampò col suo primo torchio in legno due sonetti, il primo dedicato al podestà di Pordenone Lucio Rizzardo della Torre e il secondo ai giudici e ai nobili di Pordenone, al fine di far conoscere la qualità dei prodotti e la professionalità della sua azienda. Sin da subito affiancò alla tipografia, sita in contrada S. Giorgio, una libreria. Nel 1807 divenne stampatore vescovile e cinque anni più tardi stampatore distrettuale: lavorò anche per il comune di Pordenone, anche se in alcune circostanze l’amministrazione si rivelò insolvente. Morì nel 1822, affidando l’azienda al figlio Vincenzo (1790-1858).
Fu però il nipote Antonio (1828–1904) a conferire una nuova dimensione all’azienda familiare, con l’acquisto di altri due torchi in legno, di uno in ferro e di alcune moderne attrezzature tedesche. Ai bandi e ordinanze, agli annunci e alle locandine si affiancarono gradualmente libri di storia locale, contributi scientifici, lettere pastorali. Nel 1870 Antonio pubblicò il primo vocabolario friulano e l’anno successivo il primo settimanale pordenonese, il liberale «Il Tagliamento», le cui pubblicazioni si sarebbero protratte nei successivi quarant’anni. Nel 1884 acquistò l’attrezzatura per la litografia e l’azienda cambiò nome, diventando Stabilimento tipo-litografico A. Gatti. Nel 1902 Antonio si ritirò dagli affari, affidando la tipografia, che contava oramai venti dipendenti, ai figli Italico (1862-1928), Vincenzo (1867-1903), Enea (1869-1919) e Giuseppe (1879-1926). Nel 1908 l’azienda di famiglia divenne una società per azioni, le Arti grafiche Pordenone F.lli Gatti. Dopo la fine del primo conflitto mondiale, ridotto il capitale sociale, le Arti grafiche furono rilevate dalla famiglia Cosarini.
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