Nato a San Daniele del Friuli il 4 aprile 1849, fu esponente fra i più conosciuti e apprezzati dell’ebraismo friulano a cavallo fra Otto e Novecento, componente di maggiore spicco del nucleo ebraico della cittadina collinare, proprietario dell’edificio di culto e custode del cimitero israelitico nei pressi del Lago di Ragogna (dove è sepolto). Durante i decenni seguiti all’emancipazione, nel contesto dell’ampia, progressiva assimilazione di un gran numero di figli d’Israele, e della loro conseguente crisi identitaria, G. divenne una figura rappresentativa di quegli ebrei di stampo ancora patriarcale che resistevano quali solidi anelli di congiunzione con le tradizioni degli antenati. Assieme ai suoi famigliari si adoperò concretamente e costantemente per costituire non solo a San Daniele, ma ancor prima a Udine, una comunità ebraica compiutamente strutturata, un centro in cui formare e istruire i figli nelle dottrine e nei valori dell’ebraismo. Joseph Gentilli, suo celebre nipote, sintetizzò i ricordi di famiglia descrivendo il nonno come «un gigante gentile e tranquillo», il quale, pur non avendo titoli di studio, sapeva condurre con sapienza gli affari, gestendo una drogheria e commerciando con piccoli e medi agricoltori. Uomo tutto di un pezzo, godeva in paese e altrove di «una stima totale», al punto da svolgere – in modo del tutto non ufficiale, ma alquanto significativo – una sorta di funzione di giudice di pace nelle beghe fra i paesani, i quali ben volentieri si affidavano al suo giudizio. Sia sulla stampa di provincia sia su altri documenti (ad esempio, i verbali dei consigli comunali dell’epoca) si possono individuare nel corso degli anni diversi momenti della sua poliedrica, proficua e benefica operosità, che s’esprimeva non solo fra le mura domestiche e nell’ambito degli affari, ma anche nella solidarietà umana e nell’impegno sociale e politico (sulla sponda democratica, per la quale lottò sempre con passione). Socio fondatore, consigliere e vicepresidente della Società operaia, consigliere e assessore comunale, attivo nell’amministrazione di vari istituti del paese, contribuì con senno unanimemente riconosciuto al retto funzionamento della cosa pubblica e degli istituti medesimi; si segnalò inoltre nei soccorsi richiesti dalle pubbliche e private sciagure e nella beneficenza, che tanto lo avvicinava – così si scriveva anche sulla stampa cattolica – alla «bellezza della carità cristiana» («perciò egli era circondato dalla stima, dall’affetto, dalla simpatia di tutto il paese, che lo giudicava uno de’ migliori cittadini», aggiungevano i periodici liberali). La sua morte, avvenuta il 30 giugno 1911, lasciò un generale rimpianto, espresso in modo eloquente da un articolo de «La Patria del Friuli», che applicò al suo operare discreto e disinteressato la massima evangelica: «Quando fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra quello che fa la tua destra» (Matteo 6, 3). La stampa ebraica, dal canto suo, non mancò di ricordare il ruolo preminente svolto per tanti anni da G. «nella piccola comunità di S. Daniele nel Friuli», facendo inoltre menzione della «stima grande da cui era circondato in tutto il contado» e dei suoi fattivi legami coi correligionari anche al di là di San Daniele. G., perfettamente integrato nel tessuto sociale al pari dei suoi familiari, coltivò – rimanendo fedele alla propria cultura e alla propria religione – ottimi rapporti non solo con tutti i concittadini, ma anche con esponenti del mondo ecclesiastico, che tenevano i Gentilli in buona considerazione, al punto da definirli pubblicamente «persone ragguardevoli e stimate».
Bibliografia
S. Daniele. Una simpatica persona decessa, «La Patria del Friuli», 1° luglio 1911; Da S. Daniele. La morte di Giuseppe Gentilli, «Giornale di Udine», 2 luglio 1911; Da S. Daniele. I funerali di Giuseppe Gentilli, «Il Paese», 3 luglio 1911; La Settimana in Italia. S. Daniele del Friuli, Firenze, «La Settimana Israelitica», 2 (1911), 4; F. LUZZATTO, Cronache storiche della Università degli Ebrei di San Daniele del Friuli. Cenni sulla storia degli Ebrei in Friuli, Roma, La Rassegna mensile di Israel, 1964, passim; A. VIVIAN, Il cimitero ebraico di San Daniele del Friuli. Studio preliminare, in Judaica Forojuliensa. Studi e Ricerche sull’Ebraismo del Friuli-Venezia-Giulia, a cura di P. C. IOLY ZORATTINI - G. TAMANI - A. VIVIAN, I, Udine, Doretti, 1984, 37-80: 48; ID., Epigrafi ebraiche di San Daniele del Friuli. Saggio, «Egitto e vicino Oriente», 8 (1985), 91-114: 98; J. GENTILLI, Orme sulla via. Pensieri e riflessioni sulla mia vita, Udine, Ribis, 2001, 15, 17; A. CEDARMAS, Gli ebrei di Udine e di San Daniele del Friuli tra Ottocento e Novecento, in Joseph Gentilli geografo friulano in Australia. Atti della giornata di studio (San Daniele del Friuli, 25 maggio 2001), San Daniele del Friuli, Comune di San Daniele del Friuli, 2001, 111-125: 116-118; EAD., Gli ebrei a San Daniele del Friuli tra Cinque e Novecento, in San Denêl, I, 563-590: 574-576; V. MARCHI, Il dottor Sachs. Un medico ebreo in Friuli e la sua famiglia tra Otto e Novecento, Udine, Kappa Vu, 2008, passim; ID., «Una degna figlia di Israele». Lina Gentilli di Giuseppe (San Daniele del Friuli 1883-Venezia 1901), Udine, Kappa Vu, 2009, passim.
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