GIACOMELLI VINCENZO (1812-1890)

GIACOMELLI VINCENZO (1812-1890)

pittore

Immagine del soggetto

Vincenzo Giacomelli, Bombardamento di Venezia, agosto 1849 (Venezia, Civici Musei).

Nato il 3 aprile 1812 a Grizzo di Montereale Valcellina da Giuseppe e Osvalda Rafael, morì a Venezia nel 1890. Dopo aver frequentato l’Accademia di Belle Arti di Venezia fin dal 1830, esordì nel 1837 in una pubblica esposizione presso quell’istituto presentando una pala d’altare. Nel 1838 s’impose all’attenzione con una serie di dipinti ispirati al doge Marino Faliero. L’anno successivo vinse il concorso indetto dal celebre collezionista Giacomo Treves. Dal 1840 ebbe inizio per il pittore friulano un’intensa attività espositiva che lo vide partecipe delle maggiori rassegne artistiche dell’Italia settentrionale, da Trieste a Venezia, da Milano a Torino, città, quest’ultima, dove fu particolarmente attivo tra il 1839 e il 1845. Nel 1846 si sposò con la parigina Vittoria Handin e tenne in Venezia un proprio avviato studio ai Tolentini al ponte del Malcanton. Fin da subito il pittore si distinse nell’esecuzione di episodi della storia antica con particolare attenzione ai passati gloriosi di Venezia, ottenendo significativa affermazione, in particolare, col Diomede fugge nascondendo il Palladio dipinto nel 1839 (Venezia, Gallerie dell’Accademia) e con Antonio Loredan e l’assedio di Scutari messo in opera nel 1845 (Treviso, Museo Civico). Di grande importanza storico-artistica fu il ciclo di sei dipinti (Il popolo guidato da Daniele Manin prende l’Arsenale; Offerte alla Patria; Battaglia all’Albergo della Campana a Mestre; L’eroica morte del Tenente Colonnello Rossaroll; Gli austriaci scacciati dal Forte di Sant’Antonio; Bombardamento di Venezia) dedicato all’assedio di Venezia (1848-1849), sequenza pittorica, da affiancare ad altri di medesima tematica sempre attesi dall’artista, di alta valenza iconografica relativa all’eroica difesa della città all’esercito austriaco. ... leggi Di questi dipinti, che godettero di una fortunata trasposizione litografica presso Lemercier a Parigi, non va sottaciuta la loro realizzazione in presa diretta da parte del G. in veste di pittore, ma anche in quella di ufficiale della Repubblica veneziana. Di pari passo con l’unità d’Italia G. ebbe a intensificare la produzione pittorica di carattere risorgimentale e molte di quelle opere sono al presente conservate nei maggiori musei d’Italia dedicati a quel fondamentale periodo. Fu poi ben attivo a Milano nelle esposizioni di Brera e quindi negli anni Settanta in Torino alternando vari periodi trascorsi a Parigi ove la sua pittura trovò suggestione negli afflati romantici allora in auge. Tra l’esigua produzione di carattere sacro si rammenta la pala della Sacra Famiglia e Sacro Cuore di Gesù dipinta nel 1888 per la chiesa di Sant’Andrea a Cavasagra nei pressi di Vedelago.

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Bibliografia

F. MAZZOCCA, Un inedito ciclo di Vincenzo Giacomelli sull’assedio di Venezia nel 1848-1849, «Venezia Arti», 9 (1995), 163-167; Venezia Quarantotto. Episodi, luoghi e protagonisti di una rivoluzione 1848-49. Catalogo della mostra (Venezia 14 novembre 1998-7 marzo 1999), a cura di G. ROMANELLI, M. GOTTARDI, F. LUGATO e C. TONINI, Milano, Electa, 1998, 160-167; V. PIERMATTEO, Giacomelli Vincenzo in La pittura nel Veneto. L’Ottocento, II, Milano, Electa, 2003, 739-740; A.J. MARTIN, Giacomelli, Vincenzo, in SAUR, 53 (2007), 138; Vincenzo Giacomelli. Sei dipinti sull’assedio di Venezia del 1848-1849. Catalogo San Marco Casa d’Aste spa (Venezia, 18 dicembre 2008), Venezia 2008; L. RESCINITI, Di un dipinto di Vincenzo Giacomelli del lascito Sartorio, «AFT»”, 34 (2015), 168-175.

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