Non si conosce la data di nascita del pittore, presente nel panorama artistico friulano tra la fine del secolo XV e l’inizio del XVI. Poco si sa anche della famiglia che si formò, se non che fu padre del prolifico pittore Marco Tiussi. Fino a qualche anno fa era noto soltanto attraverso alcuni documenti attestanti la sua presenza a Spilimbergo, dove indorò il battistero e gli angeli del coro nel 1500; a Pesariis dove stimò nel 1505 gli affreschi eseguiti per quella chiesa da Gianfrancesco da Tolmezzo e a Sedegliano, dove nel 1517 insieme con Marco Bello stimò un’ancona eseguita da Giovanni Martini. Morì prima del 1522, anno in cui la moglie Tarsia propose che gli affreschi che il defunto marito si era obbligato a dipingere nella chiesa di Montegnacco, e che in parte erano stati eseguiti, fossero portati a termine dal pittore Giacomo Martini. Nel 1979-80, durante i lavori di restauro del ciclo di affreschi della chiesa di S. Nicolò a Tauriano, è riapparsa, accanto alla data 1502, la sua firma sullo sguancio di una finestra: ET EGO ION/ NES PETRUS DE/ SPILIMBERGO PINXI. È stato così possibile restituirgli quel ciclo di affreschi e quello, similare, del presbiterio della pieve di S. Pietro a Dignano, che in precedenza la critica assegnava a Pietro (o Giampietro) da San Vito o anche a Pellegrino da San Daniele. Più giovane di Gianfrancesco da Tolmezzo, contemporaneo di Giovanni Antonio Pordenone e di Pellegrino da San Daniele, dai quali sembra derivare certi schemi compositivi, G. è artista statico e convenzionale nell’impaginazione e nella prospettiva: sua caratteristica è quella di adoperare un piano di fondo rosso scuro che impedisce alle figure di emergere e con il quale anzi queste spesso finiscono per confondersi. ... leggi È però anche dotato di una fresca, ingenua e popolaresca, ma poetica, vena di narratore, che compare nelle articolate Storie di S. Nicolò della parrocchiale di Tauriano, e di una certa attenzione al ritratto, visibile in qualche brano degli affreschi del coro della parrocchiale di Tramonti di Sotto che pure gli possono essere assegnati. Ultimamente è stata avanzata la suggestiva ipotesi che egli possa identificarsi con il quasi omonimo Pietro (o Giampietro) da San Vito, operante nello stesso lasso di tempo, negli stessi modi e nello stesso territorio: ma, come si evince dai documenti pubblicati da Joppi-Bampo, il pittore morì intorno al 1522, mentre Pietro da San Vito era ancora vivo nel 1544. Certo le personalità dei due artisti hanno molto in comune: gli affreschi della chiesa dei SS. Filippo e Giacomo ad Arzenutto di San Martino al Tagliamento – che sono firmati ZUAN PIETRO DE S. VITO, pittore ricordato nel documento di stima degli stessi come «Johannem pictorem de Sancto Vito habitatorem Spilimbergi» – presentano incredibili punti di contatto con quelli di Tauriano (dalla simile firma), tanto da far pensare che siano stati eseguiti dallo stesso artista. Sarà quindi necessario rivedere le opere certe di Pietro da San Vito, e soprattutto i documenti che lo riguardano (e che lo vedono spesso in qualità di intagliatore) per fare giusta luce sull’intricata vicenda.
ChiudiBibliografia
JOPPI - BAMPO, Nuovo contributo, 52; P. GOI - F. METZ, Ricerche sulla pittura in Friuli, «Il Noncello», 35 (1977), 232, 241-242; C. FURLAN - G. BERGAMINI, Pietro da S. Vito, San Vito al Tagliamento, Edizioni Archivio artistico del Friuli, 1981, 9, 12, 14, 19-20, 86-87; La conservazione dei beni storico-artistici dopo il terremoto del Friuli (1976-1981), «Relazioni della Soprintendenza […] del Friuli-Venezia Giulia», 3 (1983), 167-170; G. BERGAMINI, Arte e artisti del Rinascimento a Spilimbergo, in Spilinberc, 342-351; La conservazione dei beni storico-artistici dopo il terremoto del Friuli (1982-1985), «Relazioni della Soprintendenza […] del Friuli-Venezia Giulia», 5 (1986), 193-195; F. DALL ’AGNESE - P. GOI, Itinerari d’arte del Rinascimento nel Friuli occidentale, Udine, Campanotto, 2000, 62, 103-104; C. QUAGLIARINI, Giampietro da Spilimbergo, in DBI, 54 (2000), 318-319; G. BERGAMINI, in Dignano, Dignano, Comune di Dignano, 2005, 159-164; ID., Giampietro da Spilimbergo, in AKL, 53 (2007), 192-193.
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