GIORGIO (ZORZI) D’ALEMAGNA

GIORGIO (ZORZI) D’ALEMAGNA

organaro

Organaro «de Viena», figlio di Giovanni, nel 1436 risultava residente in Tolmezzo, dove il 9 giugno firmava il contratto, in collaborazione con maestro Marco del fu Armani di Verona, per la fornitura di «unum solemne opus organorum» al Santo di Padova. Annullato l’accordo il 10 settembre dello stesso anno, maestro G. accettava di restaurare l’organo esistente nella cattedrale padovana. Nel 1437 si vedeva contestare dal committente Giovanni Pietro di Vendramino, con l’arbitrato di Nicolò Fiorini organista della cattedrale di Padova, uno strumento perché «discordatum et non ordinatum». È probabile che nel corso dello stesso anno avesse montato un suo strumento nella chiesa padovana degli Eremitani, mentre nell’agosto del seguente 1438, dopo aver sciolta una società con l’organaro Rodolfo del fu Giovanni tedesco, si impegnava a fornirne un altro per il vicino tempio di Carmelitani. Durante il gennaio 1439 accettava di costruire, per il ricordato Nicolò, sei positivi ciascuno dotato di tre registri: «Tenor, octava e quinta», dei quali però tre, nel successivo mese di settembre, dovevano essere ancora ultimati. Nel 1439 si trasferiva a Gemona per sistemare, dietro compenso di 40 ducati, dieci conzi di vino e quattro staia di frumento, un suo strumento nella pieve cittadina e il 1439 sarebbe anche, secondo Giuseppe Vale, l’anno di commissione dell’organo per la parrocchiale di Sacile, ma è più probabile che la data vada spostata (anche per contiguità cronologica con un’altra presenza friulana di maestro G. a Gemona per riparare lo strumento già da lui costruito nel 1439) al 1442, come assicurato da trascrizione notarile del contratto oramai perduto o smarrito. In base all’accordo, nell’arco di quattro mesi da concludere a Pentecoste, l’organaro avrebbe dovuto assicurare, per 38 ducati d’oro, «unum par organorum» con canne in stagno, accolto in cassa della lunghezza di sette spanne, dotato di tastiera di 26 tasti. ... leggi Nel corso del 1442 G. riparava l’organo di Gemona. Tra il 1440 e il 1442 realizzava l’organo piccolo per la basilica del Santo in Padova e nel 1442-43 riparava quello del locale duomo. Il 1443 è anche l’anno in cui varava una società con Nicolò tedesco da Vienna e Girolamo di Simone fabbro di Alemagna: sono questi ultimi due che, in assenza di maestro G., firmavano il contratto per la costruzione di un organo nella chiesa padovana di S. Agostino. G. già nel maggio precedente si era fatto rilasciare dai massari dell’Arca del santo una lettera accompagnatoria, perciò è possibile che stesse già meditando il trasferimento verso altre sedi. Nel 1452-55 in effetti era impegnato nella costruzione dell’organo della cattedrale di Catania e nel 1456 la sua presenza è attestata alla corte di Alfonso I d’Aragona in Napoli. Dopo tali date, del maestro si perdono le tracce.

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Bibliografia

VALE, Organo, 9-10; LUNELLI, Studi, 15, 30, 190-191, 192, 201, 212, 220; PARONI - BARBINA, Arte organaria, 23, 66; MORETTI, L’organo, 63; GRATTONI, Gemona, 84.

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