Figlio di Francesco, che nel 1665 si era trasferito da Corbanese (Treviso) a Udine dove aveva aperto un negozio di “pannina e altri filami”, e di Catterina della Chiave, fu battezzato nella parrocchia udinese di S. Giacomo il 22 agosto 1670. Nel 1706, a seguito di una sua istanza, da parte dei deputati della città di Udine venne stesa la “fede”, atto con cui lo crearono cittadino popolare, idoneo a esercitare «ogni officio e carico» di consigliere ordinario perpetuo, fedele al Serenissimo Dominio oltre che agli stessi deputati. Sacerdote e canonico, fu rettore della chiesa e della scuola di S. Maria del Castello in Udine; dal 27 luglio 1728 fu segretario del patriarca di Aquileia Dionisio Dolfin, mecenate. Chimico e geometra dilettante, è autore di una pianta di Udine datata 1727, realizzazione singolare sia per la cosiddetta tecnica del ribaltamento degli edifici, combinazione di edifici in semiprospettiva e di vie e piazze in proiezione orizzontale, sia per i due riquadri con gli edifici del nuovo Monte di pietà e della loggia con il palazzo del comune, rappresentati in assonometria. Per questa pianta, stampata nel 1728 a Parigi nella tipografia de Baurain per opera del geografo di re Luigi XV, il G. fu il primo che si basò sulla Novissima pianta della città d’Udine metropoli del Friuli (1704) di G. Giacomo Spinelli, innovativa per il rilevamento in scala preciso e accurato. Sarebbe opera sua anche «la prima vera carta topografica della città, in scala, con veduta da ovest verso est» (Buora) di Aquileia, redatta per la pubblicazione del primo volume delle Antichità di Aquileia di G. D. Bertoli che ne sarebbe stato il committente. La carta non figura nell’opera pubblicata; la notizia, non supportata da una citazione di fonti archivistiche, potrebbe riferirsi a un’impresa non realizzata o rimasta incompiuta, perché il G., mansionario della chiesa di Aquileia, morì proprio qui nel 1729.
Bibliografia
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