Storico della filosofia e studioso di filosofia politica e filosofia del diritto, G. nacque a Monselice (Padova) nel 1943 da famiglia di origine dalmata. Frequentò l’Università a Trieste, dove ebbe come maestri Augusto Del Noce e Valerio Verra, laureandosi nel 1967 con una tesi su Plotino e gli gnostici. Docente prima alle scuole medie, inferiori e superiori, e poi, a partire dal 1971, al Liceo classico Iacopo Stellini di Udine, diventò nel 1981 assistente di storia della filosofia presso la Facoltà di lingue e letterature straniere dell’Ateneo udinese, istituito tre anni prima. Nel 1993 divenne professore associato di storia della filosofia politica nella stessa Facoltà, incarico mantenuto fino alla prematura scomparsa, avvenuta a Udine nel 2000. Dal 1993 al 1998 insegnò anche storia delle dottrine politiche all’Accademia militare di Modena. Fu socio dell’Institut International d’Etudes Européennes A. Rosmini di Bolzano. Fu redattore e collaboratore del periodico cattolico «Instaurare omnia in Christo», fondato a Udine nel 1972, e fece parte della redazione della rivista trimestrale friulana «La Panarie». G. ha esplorato figure di pensatori poco noti, ampliando così l’orizzonte della storiografia filosofica con particolare riguardo alla storia delle idee nella cultura francese del Settecento e dell’Ottocento. Il suo primo lavoro di rilievo fu l’edizione della Lettera sulla Rivoluzione francese di Louis Claude de Saint-Martin (Udine, 1976); alla traduzione, G. premise un approfondito saggio introduttivo che colloca la figura del teosofo francese nella storia del pensiero tra illuminismo e romanticismo. ... leggi Nel 1983 pubblicò una monografia su F. M. Grimm. Un intellettuale nell’epoca dei lumi, con l’intento di illustrare una figura esemplare dello «spirito dell’illuminismo». A Grimm, G. dedicò anche un lungo lavoro su La figura e l’opera di Voltaire nella Correspondance littèraire, philosophique et critique di F. M. Grimm, comparso nel 1985-1986 sulla rivista «Filosofia Oggi». Nel 1989 diede alle stampe La teodicea di Alfonso Gratry (un oratoriano contro i Sofisti) (L’Aquila/Roma), in cui ricostruiva i princìpi metafisici e soprattutto la psicologia della conoscenza del pensatore cattolico ottocentesco. La produzione saggistica di G. rivela varietà e vastità di interessi entro un orientamento filosofico unitario, identificabile nell’adesione alla metafisica classica e alla sua interpretazione cristiana. Tra i saggi, raccolti nel volume postumo Filosofia, politica, religione (Udine, 2002), si devono ricordare: Gnosticismo: appunti per una fenomenologia, che riprende l’interesse giovanile per il pensiero gnostico, di cui si sottolinea l’ambivalenza; il profilo del filosofo friulano ottocentesco Giovambattista De Giorgio e della sua polemica antirosminiana; il profilo del filosofo cattolico novecentesco Umberto Antonio Padovani, del quale G. segnala la capacità di pensare il rapporto tra metafisica classica ed esperienza storica; lo studio sulla interpretazione del pensiero politico platonico di Marino Gentile; il saggio su Hegel e Schmitt in relazione al problema dell’individualismo moderno; infine, la riflessione su Esperienza giuridica e secolarizzazione e gli Appunti di storia del diritto naturale in Italia nel Novecento. Accanto a questi lavori scientifici non vanno dimenticati, in forma di articolo e di recensione, i fitti interventi polemici sulle forme di adattamento “modernistico” del cristianesimo, nelle quali G. scorgeva il cedimento del pensiero cattolico alle pressioni del mondo contemporaneo, alle mode ideologiche dominanti e all’egemonia della cultura secolarizzata. In particolare denunciò come innaturale il connubio tra cristianesimo e marxismo, contrastando una tendenza in voga nel clima culturale e politico italiano degli anni Settanta e Ottanta. Sul versante politico e giuridico, G. ha svolto una critica del liberalismo e della democrazia moderna – in sintonia dichiarata con la riflessione di studiosi come Danilo Castellano, Francesco Gentile e Pietro Giuseppe Grasso –, opponendo alle concezioni moderne, giudicate astrattamente razionalistiche, la dottrina sociale della Chiesa, imperniata sulle nozioni di legge naturale e di bene comune. Filosoficamente, G. si è dichiarato convinto della «perenne attualità della metafisica classica, vero fondamento del pensiero che si misura in costante riferimento ai problemi posti dall’esperienza concreta del presente» (Filosofia, politica, religione, 472).
ChiudiBibliografia
M. AYUSO TORRES, In memoriam. Giancarlo Giurovich, «Anales de la Fundación Francisco Elías de Tejada», 6 (2000), 311-313; D. CASTELLANO, Profilo di Giancarlo Giurovich, in G. GIUROVICH, Filosofia, politica, religione, a cura di D. CASTELLANO - B. LOTTI, Udine, Forum, 2002, 17-19; B. LOTTI, Bibliografia degli scritti di G. Giurovich, ibid., 21-26; G. DE ANNA, L’intelligenza della realtà e i doveri dello Stato nel pensiero politico di Giancarlo Giurovich, «Rivista internazionale di filosofia del diritto», 81/2 (2004), 345-364.
Nessun commento