GIUSSANI CAMILLO

GIUSSANI CAMILLO (1825 - 1907)

giornalista, insegnante, scrittore

Immagine del soggetto

Prima pagina del numero 1 de «La Patria del Friuli» (ottobre 1877), quotidiano diretto da Camillo Giussani fino al 1902.

Nacque a Udine l’11 novembre 1825 da Sigismondo e Caterina Cappello. Laureatosi in lettere all’Università di Padova, insegnò letteratura italiana e storia nell’I. R. Ginnasio liceale e svolse un ruolo di primo piano nella storia del giornalismo friulano. Pubblicista battagliero e fecondo, dal carattere «risentito» e spesso «caustico», iniziò la sua attività giornalistica collaborando al «Giornale politico del Friuli», diretto da Giovanni Battista Castellani, il cui primo numero uscì il 27 marzo 1848 e l’ultimo il 17 aprile, per complessivi diciannove numeri, durante la breve stagione di libertà dalla dominazione austriaca. Esso fu il primo giornale politico friulano e si caratterizzò per un accentuato tono demagogico, imbevuto di eccessivo entusiasmo nella valutazione delle effettive forze su cui poteva contare il Friuli insorto. G. fu il primo direttore de «Il Friuli», che iniziò le pubblicazioni il 2 novembre 1848, terzo giornale di quell’anno mirabile, dopo l’effimera comparsa de «Lo Spettatore friulano», redatto dall’abate Iacopo Pirona e da Carlo Alessandro Carnier. «Il Friuli» uscì con una iniziale cadenza trisettimanale e assunse la veste più impegnativa di quotidiano dal 7 gennaio 1849. Fu un giornale vivace, ricco di articoli polemici in stile facile e piano, aperto alle problematiche sociali, che non fu tuttavia in grado di affrontare con adeguati strumenti di analisi politica, restando «nel limbo delle affermazioni vaghe e dell’utopismo più ingenuo». L’impronta politico-culturale che G. dette a «Il Friuli» fu schiettamente liberale e progressista, chiaramente prospettata nei due articoli del primo numero in cui venne presentato il programma del periodico. ... leggi I due problemi che stavano a cuore al sodalizio di giornalisti raccolti attorno a G. erano quelli della libertà e dell’indipendenza nazionale; quando tramontò l’obiettivo dell’indipendenza, essi mantennero senza cedimenti quello della libertà. Nell’autunno del 1849 la direzione del giornale – fino alla soppressione di questo nel novembre 1851, decretata dal governo austriaco per il suo marcato orientamento liberale – venne assunta da Pacifico Valussi, che aveva già maturato una ricca esperienza professionale in campo giornalistico a Trieste e Venezia. G. dette quindi vita il 10 marzo 1850 a «L’alchimista» (a partire dall’anno II «L’alchimista friulano. Foglio settimanale di scienze, lettere, arti, industria, commercio»), che di fatto diresse per sei anni sino al maggio 1856. Su questo giornale e per incoraggiamento di G., apparvero nel 1853 e nel 1854 le rime satiriche di Ippolito Nievo, poi raccolte in volume col titolo di Versi nel 1854, che sancirono l’ingresso dello scrittore nel mondo ufficiale delle lettere. Nel gennaio 1859 nacque la «Rivista friulana», settimanale che si continuò a pubblicare sino al 5 agosto 1866 e di cui G. fu direttore, editore, redattore responsabile e principale collaboratore. Negli anni in cui si abbatté sul clero “patriota” friulano la ventata repressiva del governo austriaco, furono giornalisti laici come G. e Pacifico Valussi a orientare l’opinione pubblica verso il riconoscimento della possibilità di conciliare la società politica e quella religiosa. G. nell’articolo La scomunica, comparso su «L’alchimista» il 10 novembre 1850, espresse un giudizio di aperta condanna nei confronti del cosiddetto “partito cattolico”, che «ostinatamente avversa le istituzioni, che la ragione e la civiltà consentono agli Stati d’Europa». Sul tema della «desiderabile conciliazione tra il clero ed il laicato» G. ritornò in una serie di articoli apparsi nel 1862 sulla «Rivista friulana» e successivamente raccolti in opuscolo, che delineano una concezione politico-religiosa che presenta aperture di notevole interesse, tenuto conto della perifericità del Friuli rispetto ai più importanti centri di elaborazione culturale della penisola e del controllo esercitato dalle autorità di governo austriache sulle questioni religiose. Per realizzare l’auspicato cammino di riconciliazione tra le due società, quella civile e quella religiosa, è indispensabile secondo G. che il clero esca dalla condizione di isolamento in cui si trova sul piano intellettuale, accostandosi senza preconcetti ai «recenti trionfi della scienza» e a tutte le conquiste del pensiero del secolo XIX, ritenute nel loro più profondo significato informate ai principi del cristianesimo. G. considera inoltre la monarchia costituzionale la forma di governo più conforme all’ideale politico cristiano e condanna la propensione verso l’assolutismo di settori non marginali della gerarchia ecclesiastica e l’alleanza tra il trono e l’altare, che ritiene essere stata la premessa delle «rivoluzioni tremende» che l’Europa ha conosciuto in tempi non lontani. Sotto il profilo filosofico non vengono nascoste le simpatie dell’autore per quelle figure di pensatori cattolici (Antonio Rosmini, Gioacchino Ventura) che avevano cercato di conciliare i valori perenni della fede cristiana con le aspirazioni dei popoli e i nuovi traguardi della civiltà e del pensiero moderni. Le tesi di G. apparvero a tal punto pericolose che sulla «Rivista friulana» si abbatté un decreto di condanna da parte dell’episcopato veneto il 23 settembre 1863. Nel luglio del 1866, con l’annessione del Friuli al Regno d’Italia e il mutato clima politico, il giornale cessò le pubblicazioni e venne sostituito dal primo quotidiano della provincia, il «Giornale di Udine» che, fondato dal Valussi e da G., iniziò le pubblicazioni il primo settembre. Del quotidiano G. fu comproprietario fino al 1876. Il giornalista udinese fondò inoltre «L’artiere udinese», il cui primo numero uscì il 2 luglio 1865, giornale domenicale che si proponeva di diffondere nei ceti popolari insegnamenti utili e sentimenti patriottici e che venne pubblicato sino al 1868. Dal «Giornale di Udine» G. iniziò a distaccarsi fin dal 1870, quando venne chiamato a collaborare al settimanale «La Provincia del Friuli». Diresse successivamente, sino al maggio 1902, il secondo grande quotidiano locale, «La Patria del Friuli», che aveva iniziato le pubblicazioni l’8 ottobre del 1877. Agli istituti di beneficenza e previdenza nella provincia del Friuli (ospedali, monti di pietà, istituti di carità, banche del popolo, società di mutuo soccorso) dedicò uno studio storico-statistico approfondito, che uscì nel 1870, delineando per ciascuno di essi le origini, lo sviluppo e le condizioni in cui versavano, al fine di poterli riformare secondo gli indirizzi suggeriti dalla scienza economica senza snaturarne però le finalità fissate nei lasciti testamentari dai fondatori e benefattori. Interessanti per la storia della vita politica e amministrativa, della cultura e della società del Friuli prequarantottesco i due volumi, usciti nel 1888 e nel 1889, del Mondo Vecchio e Mondo Nuovo in cui vengono, non sempre benevolmente, descritte le trasformazioni che la città di Udine conobbe dal 1838, anno in cui Ferdinando I la visitò insieme all’imperatrice Maria Anna di Savoia, al 23 marzo 1848, giorno in cui le autorità civili e militari austriache rassegnarono i poteri nelle mani del podestà conte Carlo Caimo Dragoni. La lunga attività giornalistica e pubblicistica di G. si protrasse per oltre mezzo secolo e i suoi ultimi articoli videro la luce su «La Patria del Friuli» nel 1903. Negli anni successivi il decano della stampa friulana visse ritirato a causa di vari disturbi connessi alla tarda età e morì il 21 febbraio 1907.

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Bibliografia

Tra gli scritti di C. Giussani vanno menzionati: Il Prete, il Ricco, il Povero alla bara di Zaccaria Bricito arcivescovo di Udine, Udine, Vendrame, 1851; La religione dei Greci e la Religione dei Romani considerate nelle loro varietà, Udine, Vendrame, 1856; Le religioni monoteistiche nei loro rapporti colla vita pubblica e privata dei popoli dell’Asia attuale, Udine, Vendrame, 1857; Padre Gioacchino Ventura, Udine, Vendrame, 1861; Della conciliazione tra il clero e il laicato, Udine, Tip. G. Seitz, 1862; Dialoghi politici, Udine, Tip. G. Seitz, 1863; Il partito clericale in Italia, Udine, Tip. G. Seitz, 1863; La casa di Savoia, note storiche, Udine, Tip. G. Seitz, 1868; Degli istituti di beneficenza e previdenza nella Provincia del Friuli, Udine, Jacob e Colmegna, 1870; Delle idee del co. Andrea Cittadella Vigodarzere sull’istruzione secondaria, Udine, Tip. G. Seitz, 1870; Statistica criminale della Provincia del Friuli dal 1863 al 1869, Udine, Jacob e Colmegna, 1870; L’Istituto tecnico di Udine: questione di finanza o di progresso?, Udine, Jacob e Colmegna, 1873; Mondo Vecchio e Mondo Nuovo. Memorie di mezzo secolo, I-II, Udine, Tip. Patria del Friuli, 1888-1889.

La «Patria del Friuli» partecipa la morte, avvenuta iersera alle 10, del suo fondatore prof. Camillo Giussani, «La Patria del Friuli», 22 febbraio 1907; G. B., Pensando al prof. Giussani; Ricordi del prof. Giussani, ibid., 23 febbraio 1907; I funerali del prof. Camillo Giussani, ibid., 25 febbraio 1907; B. CHIURLO - D. DEL BIANCO, A proposito del Prof. Camillo Giussani, ibid., 29 dicembre 1931; L. PILOSIO, Camillo Giussani fondatore de «La Patria del Friuli», ibid. ... leggi, 31 dicembre 1931; L. PILOSIO, Giornali e giornalisti a Udine nel 1848 [Lettura tenuta all’Accademia di Udine nell’adunanza del 7 gennaio 1933], Udine, AGF, 1934; C. RINALDI, Il giornalismo politico friulano dall’unità d’Italia alla Resistenza, Udine, Comitato per la preparazione e realizzazione editoriale e stampa della storia del giornalismo friulano dall’unità d’Italia al fascismo, 1986; G. CUTTINI - N. ZACCURI, Il Friuli fra cronaca e storia. Nascita ed evoluzione del giornalismo nella Piccola Patria (1806-1918), Tricesimo (Udine), Vattori, 1987; T. SGUAZZERO, Cattolicesimo e liberalismo in Friuli nel secolo decimonono, Udine, Istituto per la storia del Risorgimento italiano - Comitato di Udine, 1991, 27-35, 43-53.

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