GRADNIK ALOJZ

GRADNIK ALOJZ (1882 - 1967)

poeta

Immagine del soggetto

Il poeta sloveno Alojz Gradnik.

Fu uno dei più grandi lirici sloveni del Novecento. Nacque a Medana nel 1882 da madre friulana, Lucia Godeas, sarta originaria di Mariano del Friuli; il padre era calzolaio. G. frequentò l’imperial regio Ginnasio statale di Gorizia, dove sostenne l’esame di maturità nel 1901. Studiò quindi giurisprudenza a Vienna e si laureò nel 1907. Tornato a Gorizia, iniziò la carriera nella magistratura come praticante al tribunale, per passare poi a Cormons dove divenne uditore nella locale pretura (1907-1909). Fu in questo periodo che G. imparò la lingua friulana, patrimonio che non gli era stato trasmesso dalla madre. Nel suo ruolo di uditore, con le parti usava esclusivamente il friulano (Dapit). Venne trasferito prima a Pola, Rovigno, Gradisca, Monfalcone, Tolmino, Circhina e poi di nuovo a Gorizia. Finita la prima guerra mondiale, a seguito della politica antislava italiana prese la cittadinanza jugoslava. Ottenne importanti incarichi a Belgrado presso il Ministero per gli affari esteri dal 1920 al 1922. Fu poi giudice provinciale a Lubiana per una ventina d’anni, lavorando per un certo periodo anche alla Corte di cassazione di Zagabria. Andò in pensione nel 1945 e trascorse l’ultimo periodo della sua vita a Lubiana dove morì nel 1967. Come da lui desiderato venne sepolto nel cimitero di Medana. ... leggi G. pubblicò la sua prima raccolta di versi nel 1916, Padajoče zvezde [Stelle cadenti]. Seguirono Pot bolesti [La via del dolore], De profundis, Večni Studenti [Sorgenti eterne], Zlate lestve [Scale dorate], Pojoča kri [Canto del sangue] e Pesmi o Maji [Canto di Maja]. Del 1954 è Harfa v vetru [Arpa al vento]. In quello stesso anno Marja Borsnik pubblicava Pogovori s pesnikom Gradnikom [Conversazioni con il poeta Gradnik], lavoro utile per un approfondimento critico della sua poetica e della sua formazione culturale. Molto amate sono dagli sloveni le poesie da lui dedicate alla regione natia, tanto da essere considerato nel sentire popolare come “il poeta del Collio”. La sua lirica è caratterizzata da una sofferta religiosità, da forte sensualità e da un tono prevalentemente nostalgico e pessimista. G. guarda alla tradizione della lirica slovena da Prešeren in poi, ma è per il suo tempo anche un moderno fra impressionismo e espressionismo. Nelle sue ultime raccolte propose anche scene crudamente realistiche suggeritegli dalla guerra. Dal punto di vista metrico egli dimostra una particolare predilezione per la forma del sonetto, stilisticamente rifugge in genere artifici e ricercatezze linguistiche per tendere piuttosto a una nitida trasparenza e ad un’efficace immediatezza. Assai variegata è la gamma di sentimenti che la sua poesia sa esprimere a volte con la più soave delicatezza di tocco e altre nei toni di una tenebrosa tristezza. Ispirandosi alla storia e alla realtà quotidiana del suo mondo, G. dà voce anche ad un sofferto sentimento di slovenità. Prevalente è però in lui soprattutto l’urgenza di dare raffigurazione a passioni e riflessioni, paure e sogni, di raccontare cioè una vita interiore complessa e palpitante, dominata da un anelito continuo di assoluto, da una travolgente sensualità e da quel “cupio dissolvi” che nelle due sue famose strofe di Eros-Thanatos ha trovato una delle più riuscite formulazioni poetiche. G. è una figura emblematica e rappresentativa del carattere culturale del Litorale austriaco agli inizi del Novecento. Con le sue traduzioni svolse soprattutto un considerevole ruolo di mediatore fra due mondi: oltre ad un’antologia della poesia italiana dal Cantico delle creature ai poeti contemporanei, G. tradusse in sloveno sonetti di Michelangelo, i Doveri dell’uomo di Mazzini, testi scelti di Ada Negri, Sem Benelli e altri, infine l’Inferno di Dante. Dimostrò interesse anche nei confronti della poesia friulana e tradusse in sloveno sette componimenti di tre noti poeti: Novella Cantarutti, Aurelio Cantoni (Lelo Cjanton) e Dino Virgili.

Chiudi

Bibliografia

M. BRECELJ, Alojz Gradnik, poeta fra due mondi, «Studi Goriziani», 33 (1963), 45-61; A. GRADNIK, Poesie, a cura di H. KITZMÜLLER, Brazzano, Braitan, 2001; Alojz Gradnik, poeta del Collio Goriziano. Atti del convegno di studio (Udine, 19-20 aprile 2007), a cura di F. FERLUGA PETRONIO, Trieste, ZTT EST, 2008; R. DAPIT, Il Collio di Gradnik ed i rapporti con il mondo friulano, ibid., 107-118.

Nessun commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *