Nacque il 30 gennaio del 1718 a Gonars dal cancelliere Giovanni Domenico e da Caterina Iuliani ed ebbe la sua prima formazione a Gradisca. Più tardi coltivò gli studi filosofici e teologici a Udine, dove fu ordinato sacerdote, per poi completare i corsi di diritto a Padova, ottenendo la laurea dottorale. Nella prima parte della sua vita il G. fu attivo soprattutto a Venezia e nel Friuli veneto. Compilò varie dissertazioni erudite in seno all’Accademia di Udine e più tardi si trasferì a Venezia, dove rimase un quinquennio come precettore in casa Pisani di Santo Stefano, lavorando anche come pubblicista. Curò, infatti, la traduzione italiana e il commento della versione francese di Jean Barbeyrac de I doveri dell’uomo e del cittadino di Samuel Pufendorf. Nel 1766, invece, diede alle stampe un proprio trattato, La causa del Purgatorio contra gli abusi dell’interesse e della falsa divozione sostenuta […] a difesa di un suo ragionamento morale intorno alla regolata pietà verso i defunti. In seguito il G. lavorò a Pordenone, dove compose “discorsi” recitati in occasioni pubbliche, attività che gli diede una certa notorietà, se è vero che il religioso fu chiamato a pronunciare, nel luglio del 1769, l’intervento per l’apertura del nuovo lazzaretto a Trieste. Nel 1773 venne invitato a trasferirsi a Gorizia come docente di filosofia morale presso il collegio dei gesuiti, impiego subito mutato, vista la soppressione dell’ordine, nella carica di professore di diritto e storia ecclesiastica e di direttore degli studi di teologia e di filosofia nel locale ginnasio. ... leggi Nel 1775, quindi, venne nominato direttore della nuova commissione per la censura sui libri a Gorizia. Sostenitore del giuseppinismo, fece uscire nel 1774 un lavoro di un certo rilievo per il contesto goriziano, La indipendenza temporale dell’Imperio dal Sacerdozio […], dedicato a Rodolfo Coronini Cronberg. Un’altra opera, i Prolegomena selecta, de principiis, seu fontibus iuris ecclesiastici, uscì, sempre a Gorizia, due anni dopo. Nel 1784 il G. venne accolto nella locale colonia arcadica Romano-sonziaca. Frattanto continuò a dedicarsi alle composizioni di occasione, tra le quali va ricordata un’orazione funebre per l’imperatrice Maria Teresa, recitata con successo sia a Gorizia sia a Trieste, dove uscì presso la tipografia dei padri mechitaristi. La chiusura del ginnasio prima e più tardi della scuola di teologia allestita al seminario arcivescovile, costrinsero il G. a trascorrere gli ultimi anni in notevoli difficoltà economiche, anche perché la pensione assegnatagli per la passata attività di docenza era tanto ridotta da indurlo a mettere in vendita la propria biblioteca. Trovato alloggio nel locale convento dei cappuccini, vi morì il 3 novembre del 1786. I giudizi dei contemporanei sul G. furono contrastanti: visto con grande favore da Carlo Morelli, il religioso fu, invece, descritto come «mezzana figura» da Domenico Ongaro. In ogni caso fu sino alla morte erudito di una certa notorietà se è vero che un necrologio della gazzetta di Bologna ne ricordava l’«insigne dottrina», biasimandone però gli scritti troppo «moderni» «intorno l’autorità pontificia, il valore delle messe per i defunti, e le indulgenze», lavori che il G. sembra però avesse rinnegato in punto di morte.
ChiudiBibliografia
M. GRANDI, La causa del Purgatorio contra gli abusi dell’interesse e della falsa divozione sostenuta dal […] a difesa di un suo ragionamento morale intorno alla regolata pietà verso i defunti, Venezia, De Castro, 1766; ID., La indipendenza temporale dell’Imperio dal Sacerdozio […], Gorizia, de’ Valeri, 1774; ID., Prolegomena selecta, de principiis, seu fontibus iuris ecclesiastici, Gorizia, de’ Valeri, 1776.
D. Ongaro, necrologio manoscritto sull’esemplare di M. GRANDI, La indipendenza temporale dell’Imperio dal Sacerdozio […] conservato presso la Biblioteca provinciale di Gorizia; «Gazzetta goriziana», 19, 22 (1774); CODELLI, Scrittori friulanoaustriaci, 124-129; MORELLI, Istoria, 305-308; C. DE FRANCESCHI, L’Arcadia Romano Sonziaca e la Biblioteca civica di Trieste, «Archeografo triestino», 43 (1929-1930), 95-225: 131; GROSSI, Annali della tipografia, 32-33, 54-55; R. GORIAN, Editoria e informazione a Gorizia nel Settecento: la “Gazzetta goriziana”, Trieste, Deputazione di storia patria per la Venezia Giulia, 2010.
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