GREGOR NORA

GREGOR NORA (1901 - 1950)

attrice drammatica

Immagine del soggetto

L'attrice Nora Gregor al Burgtheater di Vienna.

Nacque il 3 febbraio 1901 nel borgo di Piazzutta a Gorizia. Il padre, orafo e orologiaio in città, era di origine boema, la madre era carinziana. Nel 1915, a seguito dello scoppio della guerra, la famiglia si trasferì prima a Klagenfurt e poi a Graz. Il temperamento artistico della ragazza aveva già avuto modo di rivelarsi in recite benefiche e festicciole private allestite nel collegio goriziano delle suore di Notre Dame. Nel capoluogo della Stiria studiò recitazione e, incoraggiata da Alexander Moissi, esordì poco più che diciassettenne sui palcoscenici viennesi in varie pièce. Qualche anno dopo venne notata a Berlino da Max Reinhardt, che la volle con sé. Sotto la sua direzione G. recitò in svariati ruoli sino a quando, nel 1931, nonostante la contrarietà del grande regista, spiccò il volo per Hollywood. Con Reinhardt, G. aveva partecipato ad una delle prime edizioni del Festival di Salisburgo nel ruolo di Beline ne Il malato immaginario di Molière. Il critico Piero Rismondo definì la sua apparizione sul palco: «ein Wesen von unverwechselbarem Zauber», una natura dall’inconfondibile incanto, «hell in ihrer Zartheit», luminosa nella sua delicatezza, «voll nervöser Harmonie», piena di nervosa armonia. Affermatasi dunque con notevole successo sin dai primi anni Venti, passò dalla Renaissance-Bühne al Raimund-Theater e al Josefstädter. La rivista «Komödie» la definiva, infatti, già nel 1924 (31 ottobre) una interprete di primo piano molto amata dal pubblico, sottolineandone oltre alla bellezza anche il temperamento e l’eleganza. Le rare schede biografiche menzionano una sua convincente interpretazione in Heilige Flamme di Somerset Maugham, ma la sua popolarità nella capitale austriaca è legata anche a frequenti ruoli in commedie brillanti. ... leggi Dopo aver fatto a Vienna e a Berlino anche cinema muto, con l’avvento del sonoro girò a Hollywood qualche film di successo (Il processo di Mary Dugan). In California aveva continuato a fare teatro in coppia con Douglas Fairbanks junior. Ritornata in Europa, consolidava la sua popolarità in Austria e in Germania come protagonista di film leggeri come Was Frauen träumen, girato a Berlino nel 1933, con la sceneggiatura firmata da Billy Wilder, ancora ai suoi esordi ma già in procinto di emigrare negli Stati Uniti. In quello stesso anno venne ingaggiata a Vienna dal prestigioso Burgtheater, dove si guadagnò l’attenzione da parte dei più accreditati critici teatrali austriaci dell’epoca, come documenta la ricca raccolta di recensioni teatrali conservata nel Museo Starhemberg a Efferding. Interpretò sino al 1937 ruoli classici come quelli di Agnes Bernauer, di Kätchen von Heilbronn, della Giulietta shakespeariana, della Natalie del Prinz von Homburg, oltre ad un’altra dozzina, fra cui quello di Maria Teresa nel dramma storico di Hanns Saßmann Maria Theresia und Friedrich II. Uno dei suoi ultimi ruoli fu quello della Bellezza nel mistero medievale di Hugo von Hofmannsthal, Das Salzburger große Welttheater. All’apice del suo successo intorno alla metà degli anni Trenta, seppe dunque rivelare la sua vera natura, quella di una convincente attrice drammatica, nel ruolo delle più famose eroine e dei più classici personaggi femminili. La straordinaria carriera di questa attrice goriziana si interruppe nel 1937, quando G. si unì in matrimonio con il principe Ernst Rüdiger Starhemberg, già vicecancelliere di Dolfuss. L’Anschluß avrebbe costretto la coppia all’esilio prima in Francia, dove G. girò un film con Jean Renoir, La Règle du Jeu, e più tardi in Sudamerica, dove venne abbandonata dal marito e si trovò in presumibili grosse difficoltà. Quattro anni dopo la fine della guerra si trovava ancora in Cile, priva di mezzi e con un figlio. Nelle loro lettere, gli amici la sconsigliavano di tornare a Vienna ancora in macerie alludendo al fatto che, a causa del passato austrofascista del suo consorte, non sarebbe stata ben vista nei teatri della capitale austriaca. Morì nel 1950 all’età di quarantanove anni suicida o per problemi cardiaci. Nel foyer del secondo piano del Burgtheater di Vienna, accanto a quelli dei più famosi attori di prosa, si conserva ancora un suo ritratto.

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Bibliografia

Nora Gregor. L’imperfezione della bellezza, a cura di I. DEVETAK, Gorizia, Kinoatelje, 2001; H. KITZMÜLLER, “Traumverhangen war ihr Auge”. Wiener Publikumsliebling der 1930er: Nora Gregor, «Wiener Zeitung», supplemento del 18 settembre 2008; ID., Una goriziana al Burgtheater. Nora Gregor e la critica teatrale viennese degli anni Trenta. Atti del 43° convegno internazionale di studio “Narrare la Mitteleuropa Arti, musica e cinema nel Novecento” (19-20 novembre 2009), a cura di R. LUNZER - S. TAVANO, Gorizia, ICM, 2011.

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