Notaio e cancelliere del patriarcato di Aquileia, attivo tra il 1328 e il 1370. Originario di Novate, paese nel distretto milanese, G. era figlio di Ressonado, che in un documento lo stesso G. dice medico. Le notizie attorno alla sua biografia sono molto scarse e s’identificano sostanzialmente con le tappe più significative del suo assiduo servizio agli ordini dei patriarchi aquileiesi. Questa esiguità di informazioni limita la conoscenza della sua formazione professionale e, in subordine, del suo inserimento operativo negli apparati curiali; ciò ostacola la piena comprensione del modello organizzativo della produzione documentaria patriarchina nel periodo, modello nel quale si percepisce che G. ebbe un ruolo non secondario. La prima data certa della sua vita è il 9 gennaio 1328, che apre il registro di atti più antico risalente ancora conservato (Biblioteca civica di Udine, ms 1472/V): allora egli era a servizio del patriarca Pagano della Torre (1318-1331), esponente della famiglia lombarda guelfa che da anni si era radicata in Friuli, dopo aver perduto la signoria su Milano, ottenendo più volte il patriarcato e portando con sé uno stuolo di clienti e collaboratori provenienti dalla Lombardia. Tra questi va annoverato molto probabilmente lo scriba G., non si sa se arruolato al tempo dell’episcopato di Pagano a Padova (1302-1318) oppure durante le sfortunate campagne militari che lo stesso condusse in Lombardia a fianco del legato pontificio Bertrand du Pouget (1322-1326). Tuttavia è da ritenere che la lunga durata del suo servizio – alcune sue note sono attestate ai primi del 1370 – escluda il suo inserimento in curia prima della nomina patriarcale di Pagano e comunque in età molto giovane. La cancelleria patriarcale era un apparato complesso, frutto di un’evoluzione strutturale e professionale assai datata che, pur non essendo ancora sfociata ai tempi di G. in un’istituzione autonoma e stabile all’interno della curia, aveva preso avvio dalle forme e dai modi propri dell’atto sciolto in pergamena per giungere al regime dell’“instrumentum” e all’utilizzazione del notariato pubblico nella produzione e gestione della documentazione. ... leggi Per questi ultimi due aspetti si può definire il momento della svolta decisiva, ossia il patriarcato di Gregorio da Montelongo (1251-1269), già legato pontificio in Lombardia, uomo della curia pontificia che favorì l’integrazione della produzione documentaria patriarcale nelle forme nuove assunte dal documento italiano per mezzo del notariato pubblico. Dopo Gregorio, che si servì soprattutto dell’opera dei due fratelli Giovanni e Nicolò da Lupico, la curia patriarcale si appoggiò in modo vieppiù massiccio al notariato per le proprie esigenze di documentazione, prendendo a servizio professionisti di alto livello che influirono sensibilmente sulle forme del documento patriarcale e sull’organizzazione e gestione degli atti. G. ebbe modo di esercitare la propria professione in un momento della storia del patriarcato particolarmente intenso anche sotto il profilo istituzionale, recando le competenze di una formazione che i suoi atti attestano essere stata di livello assai elevato: i protocolli superstiti testimoniano una sua ininterrotta attività dal 1328, quindi durante il difficoltoso periodo della lunga vacanza prima della nomina di Bertrando de Saint-Geniès (fine 1332-luglio 1334), per tutti i patriarcati di Bertrando (1334-1350), di Nicolò di Lussemburgo (1351-1358) e di Ludovico della Torre (1359-1365), cessando durante il patriarcato di Marquardo di Randeck (1365-1381), attorno al 1370. Ciò dimostra che in G. si coniugavano sicura professionalità e provata fedeltà alla Chiesa di Aquileia, onde egli rappresentava la garanzia di continuità non solo nella produzione documentaria, ma anche nella conservazione dei diritti del patriarcato e soprattutto nella gestione amministrativa. Quest’ultimo aspetto pare essere corroborato anche dal susseguirsi di incarichi delicati che G. ottenne sotto diversi patriarcati: con Bertrando la ricognizione dei feudi d’abitanza di Udine, incarico delicato e di forte valenza politica (fine di aprile e i primi di maggio del 1335); con Nicolò l’assistenza al vicario patriarcale Pietro Malapresa di Lucca e l’incarico di provvedere insieme con frate Bartolomeo e il canonico Viviano di Polcenigo alla visita pastorale nelle chiese e nei monasteri della diocesi di Aquileia (25 maggio 1357), evidentemente con il compito di redigere puntualmente il verbale delle ispezioni. La sua morte dovette avvenire tra il 1370 e il 1377, data quest’ultima nella quale viene attestato l’atto di istituzione dei tutori per i due figli. Egli venne tumulato insieme con la moglie nella chiesa domenicana di S. Pietro martire, a Udine. La stessa successione delle rogazioni degli atti attesta come G. seguisse d’accosto i suoi signori anche in circostanze piuttosto difficili e pericolose: citiamo a esempio la sua presenza durante l’assedio portato dal patriarca Bertrando alla città di Gorizia (dicembre 1340) e durante la campagna militare in Cadore del medesimo patriarca (1347). D’altro canto, le incessanti esigenze amministrative del grande principato ecclesiastico imponevano questa costante consentaneità tra il patriarca e il suo notaio. Benché debbano essere ancora svolti studi sistematici sulla produzione documentaria patriarcale del XIV secolo, è tuttavia possibile sostenere che la presenza di G. nell’apparato curiale contribuì in modo rilevante ad affinare il processo di canonizzazione formulare e strutturale del documento patriarcale sul modello offerto nella fattispecie dalla tradizione notarile italiana (guardando soprattutto a Rolandino e a Giovanni da Bologna).
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BIANCHI, TEA, 236-43; ZENAROLA PASTORE, Atti, 127-196; G. SILANO, Acts of Gubertinus de Novate notary of the Patriarch of Aquileia, 1328-1336. A Calendar with Selected Documents, Toronto, Pontifical Institute of Medieval Studies, 1990; G. BRUNETTIN, I due protocolli di Gubertino da Novate B. A. U. 29 (1341 e 1343), «MSF», 76 (1996), 25-88; BRUNETTIN, Gubertino; ZAHN, Archivalische Untersuchungen, 85-86; BATTISTELLA, Lombardi, 297-365; P. SOMEDA DE MARCO, Notariato, 35; BIASUTTI, Cancellieri, 40-41; ZENAROLA PASTORE, Atti, 125; G. BRUNETTIN, “Notarius domini patriarche”: osservazioni sugli atti della cancelleria dei patriarchi di Aquileia rogati da Gubertino da Novate, in ZABBIA - BRUNETTIN, Giovanni da Lupico, 328-346; G. BRUNETTIN, Gubertino e i suoi registri di cancelleria patriarcale conservati presso la Guarneriana di San Daniele del Friuli (1335, 1337, 1340-1341-1342), «Quaderni guarneriani», 4-5, 3/17, San Daniele del Friuli, 2004.
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