Nacque ad Urbignacco, frazione di Buia (Udine), nel giugno del 1703. Assai scarse sono le notizie sulla sua infanzia e la sua giovinezza; sulla base di alcune notizie desunte dal suo lavoro principale, l’Otium Foroiuliense, e da una ventina di lettere, datate tra il 1739 e il 1758, contenute nel l’Epistolario dell’archeologo aquileiese Gian Domenico Bertoli – suo corrispondente, amico e collaboratore – appare evidente l’impegno che il G. dedicò a raccogliere documenti antichi relativi alla storia politica e religiosa del Friuli. Aveva intrapreso la carriera ecclesiastica e a partire dagli anni Quaranta per almeno un decennio fu confessore nel monastero femminile di Aquileia, che aveva la sua sede estiva a Cividale. All’inizio degli anni Sessanta fu eletto canonico della collegiata di Cividale dove rimase fino alla morte. Nel 1753 fu nominato priore della confraternita del Santissimo Crocefisso presso la chiesa di S. Stefano di Buia, che si riuniva ogni anno in agosto, e in data non precisata divenne canonico cantore del coro della sua collegiata. Nel lungo periodo trascorso a Cividale, il G. si dedicò con grande passione e profitto alla ricerca di documenti e testimonianze storiche relative alla sua terra presso biblioteche, archivi e raccolte private. Frutto di questa lunga e laboriosa fatica furono i sessanta volumi dell’Otium, che raccolgono trascrizioni di documenti pubblici e privati del periodo patriarchino e di quello veneziano della Patria del Friuli e altro materiale di natura diversa relativo sempre alla storia friulana, con particolare riguardo a quella aquileiese e cividalese, alle famiglie e alla cultura friulana. ... leggi Questo imponente corpus di documenti è talvolta arricchito con le annotazioni e osservazioni dello stesso G. I volumi furono dapprima acquisiti dal canonico cividalese Niccolò Portis e in seguito dalla Biblioteca del Museo archeologico di Cividale, che ancora oggi li conserva. L’Otium è stato consultato dai maggiori cultori di storia friulana, come ad esempio Vincenzo Joppi, emulo e continuatore del G., che dall’opera estrasse un indice di 33 fogli. Via via che andava costituendo la sua opera monumentale, l’autore si guadagnò la reputazione di studioso autorevole e venne nominato socio dell’Accademia udinese. Il G. fu attivo fino agli ultimi anni della sua vita e questa grande vitalità è testimoniata anche da una lettera autografa, conservata presso la Biblioteca civica di Udine, e indirizzata all’inquisitore del Santo di Padova p. Benoffi, scritta quando l’autore aveva ormai settantacinque anni; la missiva che consta di ben 24 pagine tratta delle antiche pitture di Pesaro. Morì nel 1779 e fu sepolto nella chiesa di S. Martino di Cividale.
ChiudiBibliografia
Ms Biblioteca MANC, G.D. Guerra, Otium Foroiuliense; mss BCU, Joppi, 322, V. Joppi, Indice all’Otium di G.D. Guerra; ivi, 340, G.D. Guerra, Letterra a P. Benoffi.
DI MANZANO, Annali, VI, 466; DI MANZANO, Cenni, 110-111; MARCHETTI, Friuli, 954; DBF, 417; OCCIONI BONAFFONS, Bibliografia, III, 288, 367, 449-450; MAZZATINTI, Inventari, 169-172; O. MARINELLI, Guida delle Prealpi Giulie, Udine, Società alpina friulana, 1912, 314; P. MENIS, Gian Domenico Guerra storiografo buiese del sec. XVIII, Udine, AGF, 1957; P. MENIS, Buia, «Stele di Nadâl», 9 (1957), 71.
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