Nacque a Ceresetto di Martignacco (Udine) l’11 novembre 1893 da Giovanni e Maria Bertoldi. Sposò Ermes Berti, dalla quale ebbe tre figli: Ines, Iris e Vanes. Nel primo dopoguerra, I. si impegnò nel movimento socialista, sia con incarichi sindacali che come consigliere comunale nella giunta di Martignacco, abbandonando il negozio di formaggiaio per impegnarsi a tempo pieno come propagandista; fu anche corrispondente dell’«Avanti!». Nel campo sindacale, lavorò dapprima per la Federterra provinciale nel 1920, per poi divenire nel 1921 segretario della Camera del lavoro (e della sezione socialista) di San Vito al Tagliamento ed infine, nella fase di ripresa delle lotte operaie successiva all’uccisione del deputato socialista Giacomo Matteotti, come segretario dei tessili della Federazione impiegati operai tessili (FIOT) di Pordenone nel 1925. Già in questi anni di impegno, subì vari processi: ad Udine nel 1920 venne multato per minacce, mentre nel 1923 venne amnistiato per associazione a delinquere e multato per aver organizzato una festa da ballo senza licenza. Nel gennaio del 1925, ostacolato nella sua attività sindacale avendo ricevuto il foglio di via da Pordenone, e considerate le difficoltà a gestire l’attività di commercio all’ingrosso avviata ad Udine, emigrò in Argentina. A Buenos Aires operò con lo pseudonimo di “Giuseppe” e fu sorvegliato speciale dallo spionaggio fascista. Nella capitale argentina assunse l’incarico di segretario della sezione “Gaetano Pilati” del Partito socialista italiano. Rappresentò la Federazione agraria argentina nelle campagne. Nel 1937, disoccupato, richiese di poter rientrare in Italia, ma gli fu negato il permesso dalle autorità fasciste. A partire da quella data, allo stato delle ricerche, non risultano ulteriori notizie su di lui.
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