Nacque il 27 giugno 1920 a Rostov sul Don, in Russia. Il nonno materno si era trasferito nel 1871 da Toppo di Meduno (Pordenone) nella Russia meridionale, dove aveva preso parte ai lavori per la costruzione delle locali ferrovie. Il padre Nikolaj, russo, morì pochi mesi prima che egli nascesse, e la madre, Cristina Tonitto, nel 1921 rientrò in Italia, stabilendosi a Udine. Compiuti studi classici, I. si laureò in lettere a Padova il 15 giugno 1944. Dopo la laurea insegnò in diverse scuole di Udine. Dal 1956 al 1964 fu docente di lingua russa nelle Università di Padova e di Trieste. Dal 1965 ricoprì presso gli Atenei di Venezia, Padova e Trieste incarichi di assistente di ruolo e professore incaricato, conseguendo nell’ottobre del 1966 la libera docenza in lingua e letteratura russa. Fin dalla sua creazione, nel 1968, operò poi in modo continuativo presso la Facoltà di lingue e letterature straniere nata a Udine come sede staccata dell’Università di Trieste e divenuta poi il primo nucleo dell’Ateneo udinese dal 1978. Qui I. creò infatti l’Istituto di lingue e letterature dell’Europa orientale Jan I. N. Baudouin de Courtenay, del quale fu direttore dal 1979 al 1982 e successivamente dal 1985 al 1988. Collocato fuori ruolo anticipatamente, dietro sua richiesta, si ritirò definitivamente in pensione nel gennaio del 1991. Morì a Udine il 25 novembre 1998. Il primo lavoro scientifico pubblicato di I. è di carattere sostanzialmente comparatistico (Le suggestioni italiane nella poesia di A. N. Majkov, «Atti dell’Istituto veneto di scienze, lettere e arti», 1958), un ambito di ricerca che perseguì anche attraverso contributi successivi: Puškin lettore dei ‘Promessi sposi’ (in Studi in onore di Arturo Cronia, Padova, 1967), la recensione all’edizione russa della Divina commedia uscita a Mosca nel 1968 nella traduzione di M. L. Lozinskij e con la cura di I. N. Goleniščev-Kutuzov («Lettere italiane», 1971) e quella a un volume dedicato a Petrarca dell’italianista R. I. Chlodovskij, uscito a Mosca nel 1974 («Lettere italiane», 1975), il saggio Le leggende friulane tradotte da A. N. Veselovskij («Sot la nape», 1977). Più esplicitamente ai rapporti tra la cultura russa e quella italiana è dedicato il convegno italo-sovietico “Turgenev e l’Italia” organizzato da I. presso l’Università di Udine nei giorni 11 e 12 maggio 1984, che celebrava, con un anno di ritardo, il centenario della morte dello scrittore. ... leggi Le relazioni presentate al convegno sono riprodotte solo parzialmente, in traduzione italiana, in un agile volume di atti (Genève, 1987), curato dallo stesso I., che presenta in apertura il suo lavoro Sull’incontro di Goethe e di Turgenev con l’Italia. Questo convegno inaugurò in forma ufficiale una proficua stagione di contatti con esponenti dell’Accademia russa delle scienze e dell’Unione degli scrittori, che I. avviò con il patrocinio dell’allora rettore dell’Ateneo udinese Franco Frilli e che continuò a coltivare con perseveranza, portando a Udine, nel corso di due decenni, personalità come lo specialista di letterature romanze N. B. Tomaševskij (figlio del formalista Boris Tomaševskij), il grande italianista e traduttore E. Solonovič, il semiologo B. A. Uspenskij e il critico letterario, poi ministro della Cultura all’epoca di El’cin, E. Sidorov. In occasione della ricorrenza del millenario della conversione della Russia al cristianesimo, I. organizzò una giornata di studio cui partecipò, tra gli altri, il futuro patriarca di Mosca e della Russia Kirill Gundjaev. Gli studi di I. procedettero seguendo alcune linee privilegiate, tra cui l’opera del poeta simbolista Aleksandr Blok (Realismo equivoco nella prosa di A. A. Blok, «Atti dell’Istituto veneto di scienze, lettere e arti», 1960; Blok 1909: il significato di una protesta, ibid., 1961; “Ot postupi Katiliny k drugim”, in Atti del Simposio internazionale su A. Blok, Milano, 1984; ricordiamo anche Cristo e la rivoluzione d’Ottobre – recensione al volume di C. G. De Michelis Il tredicesimo apostolo, Torino, 1975 –, «Il mondo slavo», 1976). Poi l’opera, ma soprattutto il pensiero, di Dostoevskij (Dostoevskij è ancora fra noi, Udine, 1980; Dostoevskij da Leont’ev a Bernard Levy, Udine, 1980). In particolare, l’interesse dello studioso si incentrò su figure solo apparentemente marginali della letteratura e della cultura russe ottocentesche, in primo luogo il pensatore “non allineato” Konstantin Leont’ev, portatore di posizioni antiliberali che, basate su un concetto radicale della religiosità, si sono rivelate sorprendentemente profetiche, al quale I. dedicò diversi saggi (Il singolare K. N. Leont’ev, «Convivium», 1968; La contestazione di Leont’ev, «Il mondo slavo», 1969; Le riflessioni sulla storia di K. N. Leont’ev, in Miscellanea, Udine, 1971; la monografia K. N. Leont’ev. Il pensiero, l’uomo, il destino, Pisa, 1973; “Guerra e pace” nei giudizi di Konstantin N. Leont’ev, Udine, 1980). Altri autori che suscitarono l’interesse di I. sono stati il prosatore satirico M. E. Saltykov-Ščedrin (Le fiabe di Saltykov-Ščedrin, Padova, 1964; Le fiabe arrabbiate di Saltykov-Ščedrin, quattro fiabe e un’appendice, con un saggio e disegni dell’autore, Udine, 1980) e il filosofo Vasilij Rozanov, «voce estrema di una ‘intelligencija’ di psicopatici eruditi e allucinati», apostolo di una forma originalissima di riflessione mistica (Rozanov e il suo pensiero religioso, «Il mondo slavo», 1970; Rozanov tra Dio e capriccio, Trieste, 1974). Ricordiamo anche un breve saggio su A. Puškin, Moto e perno nella struttura del “Boris Godunov” (Udine, 1967). Alcuni lavori di I. sono dedicati all’annosa questione dell’esatta definizione del dialetto della Val di Resia (Resia che se ne va, «Quaderni friulani», 1977; Il caso Resia, «Ricostruire», 1980; Per un consuntivo della “querrelle” sui Resiani, «Est Europa», 1984), alla presenza dei friulani in Russia (L’odissea dei friulani dal Don alla Transiberiana, «Identità», 1984; Cent’anni di lavoro friulano in Russia, Udine, 1986) e infine alla presenza, drammaticamente romanzesca, dei cosacchi in terra friulana (La traccia dei cosacchi, «Ce fastu?», 1965; Cosacchi perduti. Dal Friuli all’URSS 1944-45, Udine, 1990). Gli scritti scientifici di I. si caratterizzano per un’originalità di sguardo assoluta, che gli consente di cogliere in pochi sintetici tratti l’essenza del pensiero dello scrittore studiato. A questa caratteristica si unisce poi la capacità di stabilire inattesi paralleli tra epoche e culture, che rendono la lettura dei saggi ivanoviani una sorta di avventuroso excursus tra idee e figure spesso assai eterogenee. Un aspetto tutt’altro che secondario della produzione di I. riguarda la sua attività artistica, in cui l’opera letteraria non può essere separata da quella graficopittorica. I. è infatti ricordato anche come autore di numerosi volumetti traboccanti di irriverente e sarcastico umorismo: partendo dai mini-racconti, spesso senza trama, di Lo zoccolo nero. Stregonerie verbali e grafiche (Udine, 1976), proseguendo con una visitazione della “Waterliteratur”, tanto scanzonata quanto dettagliata e sistematica (Considerazioni sopra le letture da water, in Trivialliteratur? Letterature di massa e di consumo, Trieste, 1979; Non solo scorie. La “Waterliteratur”, in Cucina, cultura e società, Milano, 1982; Ne succedono, Udine, 1983; Sedendo e mirando, discorsi e disegni dell’autore, presentazione di Paolo Zolli, Pordenone, 1987), per arrivare all’ultima sua pubblicazione, Intimità, vicende e anche miracoli (Udine, 1994), che in parte, come I. aveva già fatto più volte, riprende testi e immagini dei lavori precedenti. In tutti questi scritti la provocazione non è mai fine a se stessa, ma procede con fasti rabelaisiani sorprendendo il lettore con fulminee riflessioni di grande e umana profondità, mai banali, ma sempre di particolare freschezza. Lo stesso si può dire della sua arte, che presenta soprattutto disegni di tratto rapido ed essenziale, sovente grottesco. Come scrittore e come pittore (nonché quale forte bevitore) I. era ben noto e apprezzato nella città di Udine, dove aveva avuto più volte occasione di esporre le proprie opere (villa Manin di Passariano, 1979; Udine, galleria La Loggia, 1981; Udine, galleria Segno grafico, 1983; Udine, galleria da Vattolo, 1985; Udine, galleria Al Ventaglio, 1989. Postume: Udine, palazzo Florio; Udine, chiostro della basilica delle Grazie).
ChiudiBibliografia
G. RICCI, Recensione ad A. IVANOV, Lo zoccolo nero, «La Panarie», 10/37 (1977), 86-88; M. GRASSO, Omaggio al prof. Ivanov, «MV», 4 dicembre 1998; T. MANIACCO, Due copechi sugli occhi dell’ultimo dei cosacchi, «Il Gazzettino», 11 dicembre 1998; G. E.[LLERO], Ivan siôr e Ivan pùar. Par ricuard di A. I., «Sot la nape», 51/1 (1999), 43-46; M. BLASONI, Dal Don per insegnare e… disegnare, «MV», 30 marzo 2000; ID., Ivanov apprezzato anche come artista, ibid., 6 aprile 2000; L. DAMIANI, Alessandro Ivanov. Opere grafiche. Catalogo della mostra (Udine, 31 marzo-9 aprile 2000), Udine, CISM, 2000; Il professor Ivanov ci manda a dire…, testi di Mario e Maurizio Mancini, D. De Marco, A. Portesi, T. Maniacco, Maniago, Quaderni del Menocchio, 2008.
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