Nacque a Venezia nel 1783. Allievo di Antonio Selva, fu uno dei più importanti architetti italiani della prima metà dell’Ottocento tra neoclassicismo e aperture al neogotico. Ingegnere del Corpo delle acque e strade dell’esercito napoleonico, si dedicò dal 1814 alla progettazione di giardini romantici. Nel macello di Padova (1818-1825) aderì invece al gusto neoclassico, che improntò numerosi suoi edifici e progetti. Tra il 1826 e il 1831 costruì il suo edificio più famoso: il caffè Pedrocchi, in un funzionale stile neoclassico con loggia neopalladiana. Il Pedrocchino, costruito in aderenza tra il 1838 e il 1842, fu innalzato invece in stile neogotico. Un altro intervento monumentale fu la costruzione di villa Torlonia a Roma (1838-1840) in stile neoclassico e serre in ferro e vetro. Negli ultimi anni J. si dedicò alla progettazione dei teatri, fino alla morte avvenuta a Venezia nel 1852. Fu attivo in Friuli: si può supporre avesse soggiornato brevemente a Udine nel settembre 1816, come ingegnere di seconda classe del Corpo delle acque e strade del dipartimento del Brenta. Potrebbe aver dunque influenzato Valentino Presani per il progetto di un giardino all’inglese (Eliso) nel cimitero monumentale di Udine (1817). Di ben altro impegno fu, a Udine, il progetto di palazzo Antivari-Kechler su piazza del Fisco (attuale piazza XX Settembre). Fu commissionato all’architetto veneziano nel 1831 da Pietro Antivari, che possedeva filande e produceva telerie, commercializzandole. ... leggi J. disegnò la pianta, lo spaccato, la prospettiva e fece un modello ligneo, perduto, del palazzo. Non è chiaro se egli si fosse recato ad Udine o si fosse, come sembra probabile, limitato a inviare il progetto, che risulta firmato da «Pietro Salvador cappo murero» e dal proprietario. Esaudite nel 1832 le prescrizioni della Deputazione d’ornato, la licenza di fabbrica fu concessa nel maggio 1834. “Soprastante ai lavori”, che si sarebbero dovuti concludere entro due anni, fu l’architetto Giovambattista Bassi, che nello stesso 1834 eresse la facciata, caratterizzata da un portico a rebbi e da una loggia neopalladiana centrale con timpano tra due corpi pieni, rendendo il palazzo udinese simile ad altre costruzioni contemporanee di J., come villa Gera o il Pedrocchi. Tra il 1835 e il 1836 il palazzo fu completato con un grande atrio a pianterreno cui corrispondeva nel piano nobile un salone, dove si accedeva con doppio scalone, mentre nel sottoportico trovavano posto i negozi di telerie e nel mezzanino gli uffici. Pietro Antivari non badò a spese nel completamento del palazzo con decorazioni di Giovanni Pontoni e stucchi di Giulio Luccardi. All’ultimo periodo d’attività di J., intorno al 1850, si dovrebbe invece datare il parco di villa Hierschel a Precenicco sullo Stella. Nel 1840 era stata costruita la villa e, come scrive Pacifico Valussi nel 1858, qualche anno prima J. aveva creato uno splendido giardino pittoresco, con collinette e laghi artificiali. All’interno aveva disposto architetture neogotiche come la torre dei templari, che inglobava l’autentico monumento dei templari, una casina svizzera, mentre gallerie e grotte insieme con piante e acque moltiplicavano gli effetti pittoreschi. Non molto lontano, a Fraforeano, è ubicato un altro giardino, pressoché contemporaneo, sulle rive del fiume Tagliamento, con caratteristiche jappelliane, attribuito all’architetto padovano da S. Bianco, ma che potrebbe anche essere opera di Andrea Scala.
ChiudiBibliografia
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A. PICCO, La antica Piazza del Fisco ed il palazzo Kechler, in PICCO, Scritti vari, 319, 332-337; M. DEL BIANCO, L’architetto Giuseppe Jappelli e una sua opera udinese, «Ce fastu?», 27 (1951), 12-17; G. BUCCO, L’attività friulana di Giuseppe Jappelli, in Giuseppe Jappelli e il suo tempo. Convegno internazionale di studio (Padova, 21-24 settembre 1977), a cura di G. MAZZI, II, Padova, Liviana, 1982, 617-630; E. BARTOLINI - G. BERGAMINI - L. SERENI, Raccontare Udine. Vicende di case e palazzi, Udine, Istituto per l’Enciclopedia del Friuli Venezia Giulia, 1983, 117-120; BERGAMINI - TAVANO, Storia, 492; F. VENUTO, Giardini del Friuli Venezia Giulia. Arte e storia, Pordenone, GEAP, 1991, 160-165; L’eredità napoleonica a Udine. Una nuova immagine per la città. Catalogo della mostra (Udine, 16 giugno-1° ottobre 1995), a cura di A. BIASI - E. VASSALLO, Udine, Comune di Udine, 1995, 49; G. BERGAMINI, Palazzi del Friuli Venezia Giulia, Udine, Magnus, 2001, 148-153; G. BUCCO, Giardini jappelliani in Friuli: il parco di Fraforeano, «Sot la nape», 2 (2001), 35-40; Ville venete: la regione Friuli Venezia Giulia, a cura di S. PRATALI MAFFEI, Venezia, Marsilio/Istituto regionale per le ville venete, 2005, 370.
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