LILIANI GIOVAN BATTISTA

LILIANI GIOVAN BATTISTA (1480 - 1550)

ecclesiastico, giurista, letterato

Nacque attorno al 1490 dalla famiglia de’ Giani di San Daniele, poi chiamata Liliani; della quale oltre a G.B. si ricordano anche i letterati e canonici Tranquillo e Giulio. Il L. iniziò probabilmente i suoi primi studi alle scuole pubbliche di San Daniele, dove in quel periodo insegnava anche Bernardino Caretta. In seguito si laureò a Padova in “utroque iure”. Mentre frequentava lo Studio patavino prese l’abito clericale e l’8 giugno 1512, da parte del patriarca di Aquileia Domenico Grimani, ottenne l’affidamento della chiesa parrocchiale di S. Stefano di Susans e la mansionaria di S. Maria in Campo Marzio. Molto giovane entrò nella cerchia del patriarca dando presto prova delle sue ottime qualità di giurista e di amministratore. Per i suoi meriti ottenne la nomina a canonico del capitolo di Cividale e, in seguito, venne scelto dal Grimani come segretario, con la concessione anche della pieve di S. Teodoro di Trivignano, che però il L. cedette al fratello Girolamo il 20 giugno 1522. Dopo la morte del patriarca, avvenuta nel 1523, il suo successore, il nipote Marino Grimani, lo riconfermò nella carica di segretario e gli assegnò un vicariato nel duomo di San Daniele. Dopo che Giovanni Grimani nel 1528 venne eletto vescovo di Ceneda (l’attuale Vittorio Veneto), il L. per un breve periodo ricoprì l’incarico di vicario generale di quella diocesi. ... leggi Ben presto però fu richiamato dal patriarca che lo inviò come vicario generale nella diocesi di Concordia. Morto Marino Grimani nel 1546, il nuovo patriarca Giovanni Grimani, che aveva già avuto modo di apprezzare i suoi servigi, gli affidò il vicariato generale della diocesi di Aquileia; a tale ufficio univa, nel 1548, anche quello dell’abbazia di Moggio. Nel 1549 il L. denunciò alla curia patriarcale il domenicano Lionardo Locatelli, reo a suo avviso di aver letto nel duomo di Udine una predica molto vicina alle tesi dei luterani. Il patriarca, dopo essersi consultato con alcuni teologi, giudicò l’accusa priva di fondamento e assolse il Locatelli. Nonostante ciò il L., convinto di essere nel giusto, non si diede per vinto e, anzi, denunciò al tribunale di Roma sia il predicatore sia il patriarca, il quale faticò non poco per vedere riconosciuta la propria innocenza. Dopo questi fatti il L. lasciò il Friuli e si ritirò a Gorizia, probabilmente spaventato dalle possibili ritorsioni del Grimani e della Serenissima. Nella città isontina morì pochi mesi più tardi, nel luglio del 1550. Il L. fu un uomo dotto, eccellente nell’arte oratoria, sia latina sia italiana; dei suoi scritti ci rimangono purtroppo poche testimonianze: un poemetto latino stampato nel 1507 e intitolato De situ et laudibus asili oppidi serenissime regine Cornelie, un necrologio, preceduto da una bella prefazione latina (Necrologium Ecclesiae parochialis S. Michaelis municipii S. Danileis) e un poemetto manoscritto di circa 440 fogli intitolato […] Expositio totius rationis argumentandi, […] a communibus locis utriusque iuris […], che in cinquecento regole, sotto forma d’insegnamento, tratta di ragioni e dimostrazioni di diritto.

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Bibliografia

Ms BNMV, Joannis Baptistae Liliani Forojuliensis de S. Daniele iuris utrisque doctoris et canonici civitatis Austriae expositio totius rationis argumentandi, deducendi, ratiocinandi, et demonstrandi a communibus locis utriusque iuris.

G.B. LILIANI, De situ et laudibus asili oppidi serenissime regine Cornelie, Venezia, Bonelli, 1507.

LIRUTI, Notizie delle vite, IV, 70-75; DI MANZANO, Cenni, 113; MANDER - BLASICH, Serie cronologica, 10; MARCHETTI, Friuli, 980; DBF, 451; DI MANZANO, Annali, 145; DE RENALDIS, Memorie, 257; E. PATRIARCA, Uomini nostri. Liliano Gianbattista, «La Guarneriana», 1963, 37-41.

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