LILIANI TRANQUILLO

LILIANI TRANQUILLO (1515 - 1581)

ecclesiastico, giurista, poeta

Immagine del soggetto

Sonetto di Tranquillo Liliani dedicato a Beatrice di Dorinbergo nella raccolta "Il sepolcro della Ill. Sign. Beatrice...", Brescia 1568.

Nacque a San Daniele intorno al 1525. Il padre Girolamo, notaio, era fratello dell’illustre canonico Giovan Battista. Il L. frequentò le scuole pubbliche di San Daniele dove insegnava Giovanni Pietro Astemio, che in un poemetto inedito è ricordato come suo «maestro e direttore». Proseguì i suoi studi a Tolmezzo sotto la guida del maestro Raffaele Cillenio divenendo ben presto abilissimo nell’oratoria e nell’arte poetica; seguì a più riprese anche le lezioni del celebre umanista Bernardino Partenio. In seguito studiò giurisprudenza a Padova, dove il 15 maggio 1550 conseguì la laurea in utroque iure. Fin dal 1542, presi gli ordini minori, era entrato tra i canonici del capitolo di Cividale e, dopo il 1550, ne divenne il cancelliere, impegnandosi severamente nella conservazione delle giurisdizioni sia ecclesiastiche sia secolari del capitolo. Questo ufficio lo portò spesso a scontrarsi con il vicario generale del patriarca di Aquileia Giovanni Grimani, Giacomo Maracco, che indispettito dal suo acume e dalla sua caparbietà, arrivò ad accusarlo nell’estate del 1558 di eresia per aver dato protezione ad un certo Carneo, sospetto di luteranesimo. L’11 marzo 1564 il L. venne assolto dal tribunale dell’Inquisizione di Roma, ma nel frattempo lo stesso Maracco l’aveva incolpato anche di aver determinato la mancata elezione a cardinale del Grimani e per questa accusa, il 14 luglio del 1561, venne inviata a Cividale una delegazione del Consiglio dei Dieci. ... leggi Intimorito dalla situazione, il L. prese la decisione di rifugiarsi a Gorizia come già aveva fatto suo zio Giovan Battista. Prima di fuggire con la sua numerosa famiglia, il 15 agosto 1561, cedette il canonicato al nipote Orazio. Ma i suoi nemici non lo abbandonarono nemmeno al di là dell’Isonzo, diffondendo falsità e calunnie, tanto che il L. si vide costretto a richiedere al suo capitolo un doppio attestato pubblico che testimoniasse della vita integerrima che aveva tenuto a Cividale; i due attestati furono redatti il 21 luglio 1576 e il 7 settembre 1578. A Gorizia il L. continuò a coltivare l’oratoria e la poesia, distinguendosi come buon poeta, autore di carmi, distici, epigrammi, esametri, epistole, odi e poemetti. Tra le sue amicizie sono da ricordare quelle con Giampietro Astemio, il patrizio veneto Girolamo Bernardi, Nicolò Canussio e Raffaele Cillenio. Il L. morì a Gorizia nel settembre del 1581.

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Bibliografia

LIRUTI, Notizie delle vite, IV, 75-79; DI MANZANO, Cenni, 114; E. PATRIARCA, Uomini nostri. Liliano Tranquillo, «La Guarneriana», 1963, 71-74; S. CAVAZZA, Inquisizione e libri proibiti in Friuli e a Gorizia tra Cinquecento e Seicento, «Studi Goriziani», 43 (1976), 61.

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