Nipote del noto storico e letterato friulano Gian Giuseppe Liruti, nacque a Udine l’8 novembre 1773. Sposò Camilla Modena. Fu avvocato, procuratore generale alla corte di Passariano, quindi regio procuratore generale e poi giudice presso la Corte d’appello di Ancona. Visse tra Udine, Padova e Londra, con soggiorni anche a Parigi e a Vienna, intessendo relazioni con personaggi politici e con eruditi con i quali condivise la sua passione letteraria e poetica. Affiancò l’esercizio della professione alla produzione di scritti giuridici e storici (Memorie sul teatro friulano di un Udinese indirizzate agli autori del Mercurio letterario, edite a Venezia nel 1797, e Passaggio de’ russi in Friuli nel 1799, ossia i russi in Italia, pubblicato a Venezia nel 1799). Si interessò anche di teatro, compose poemetti, drammi e tragedie, fra cui La Camilla, sul modello dell’Horace di Corneille, ma rivista e adattata al suo stile. L’autografo è stato rinvenuto da chi scrive nell’Archivio di Stato di Udine. Apparve per la prima volta nella raccolta de Il Teatro moderno applaudito nell’edizione veneziana del 1799 con le iniziali A. L. U., poi nell’edizione londinese del 1801 con l’aggiunta di Sonetti di Antonio Liruti da Udine sopra le tragedie di Vittorio Alfieri. La Camilla è l’argomento centrale del breve, ma interessante carteggio fra lo stesso L. e Melchiorre Cesarotti nel periodo 1800-1807. L., dunque, come molti letterati del tempo, ebbe rapporti con lo scrittore e intellettuale padovano, che fungeva da maestro e revisore a tutti i livelli della produzione letteraria di quanti erano in relazione con lui. ... leggi Il carteggio delinea un rapporto di vicendevole stima, dove emergono altresì argomenti, quali le buone accoglienze e il successo dell’Ossian di Cesarotti a Londra, dove L. soggiornò. Ammiratore dell’Alfieri, L. incluse nell’edizione londinese della Camilla, anche i Sonetti ispirati a quelli dell’astigiano, che furono giudicati dal Cesarotti in modo lusinghiero in una lettera a lui indirizzata del 1800: «Le dirò dunque che parmi di ravvisar in lei i talenti dramatici, come ho scorto chiaramente i lirici nella sua Galleria Alfieriana». Il Cesarotti suggeriva all’amico di non trascurare la poesia, poiché, aggiungeva: «Ella ha mostrato co’ suoi sonetti di saper fare degli ottimi versi». L’interesse per la composizione in versi portò L. a pubblicare nel 1809 La pace di Vienna 14 ottobre 1809. Canzone di Antonio Liruti regio procuratore di Udine. Nello stesso tempo il Cesarotti, sostenitore dei moderni nella nota querelle settecentesca, invitava L. ad esercitarsi anche su altri soggetti, che gli permettessero di emanciparsi dai modelli degli antichi, rilevando che la Camilla, imitando troppo da vicino la tragedia di Corneille, aveva il limite «d’esser troppo sorella degli Orazj»; in questa visione, lo stesso Cesarotti forniva a L. spunti storici da cui trarre ispirazione per la composizione di nuove opere. Il fondo Liruti dell’Archivio di Stato di Udine conserva molte sue carte, fonti importanti per studiare la molteplice attività di L., rimasta molto nell’ombra e forse immeritatamente. Si conservano, oltre alle carte personali (certificati, nomine, istanze ecc.), carte giudiziarie, scritti giuridici (estratti e saggi), appunti letterari e storico-giuridici (Repertorio di cose varie ed indigeste, non che tronche e connesse, per solo uso di me), scritti letterari, quali: un racconto morale, poemetti e canzoni, celebrazioni encomiastiche in versi, sonetti, opere drammatiche (Alceste, Telemaco, La probità compensata, La Dugna o La pudica aquileiese, La baronessa di Chantal, Il Marin Faliero, Il Buon del Monte, La Romilda) e pensieri vari (sulla morte di Cicerone e sul teatro). I documenti autografi di L. informano di una vivace attività letteraria, di cui restano notizie e tracce nelle corrispondenze che egli intrattenne con i friulani Carlo de Rubeis e Giovanni Battista Flamia, con i veneti Andrea Rubbi e Giacomo Giustinian, con l’editore veneziano Niccolò Bettoni e Leonardo Nardini, con Thomas Graham (a cui fu dedicata la Camilla). La cospicua corrispondenza tra L. e Lavinia Dragoni Florio ci illumina ulteriormente sulle relazioni che l’erudito friulano ebbe con i letterati del tempo, fungendo da intermediario tra la stessa Lavinia e il Cesarotti, quando quest’ultimo aveva approntato il progetto di pubblicare il suo epistolario, allestito in seguito dal suo allievo Giuseppe Barbieri. Dopo la morte di L., avvenuta il 17 agosto 1812, la difficile situazione economica costrinse la vedova Camilla Modena a chiedere un posto gratuito in un liceo-convitto per uno dei suoi figli, presentando una supplica quasi un mese dopo la perdita del marito.
ChiudiBibliografia
Opere e lettere autografe di A. Liruti sono conservate in ASU, Liruti, 60-61; alla BNMV e alla BCU.
DBF, 453; In morte dell’avvocato Antonio Lirutti udinese: elogio pronunziato dal sig. avvocato Fortunato Badoer il giorno 3 gennaio 1813 nell’Accademia Agraria Aquileiese di Udine, Udine, stamperia de’ Fratelli Pecile, 1813; Degli illustri giureconsulti ed oratori friulani, Udine, Tip. Biasutti, 1836; F. MOMIGLIANO, Appunti su letterati friulani. A proposito di un giudizio di Guido Mazzoni su Antonio Liruti, «Bollettino della civica biblioteca e del museo», 2/1-2 (1908), 2-4; DI MANZANO, Cenni, 115; L. FERRARI, Onomasticon. Repertorio bibliografico degli scrittori italiani dal 1501 al 1850, Milano, Hoepli, 1947, 370 (= Nendeln, Kraus Reprint, 1982); G. MAZZONI, L’Ottocento, a cura di A. VALLONE, Milano, Vallardi, 1973, 131-132 (poi riedito a cura di A. BALDUINO, Milano/Padova, Piccin/Vallardi, 1997, III, 1472-2510); MARCHETTI, Friuli, 980; Antonio Liruti da Udine, Camilla, Tragedia, edizione critica, introduzione e commento a cura di M. LETTIERI - R. M. MORANO, Firenze, Società editrice fiorentina, 2008; F. DI BRAZZÀ, La Camilla di Antonio Liruti, «Lettere italiane», 40/4, 2008, 569-571.
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