Nacque a Pordenone il 20 luglio 1907, ultimo dei quattro figli dell’avvocato Antonio e di Emilia Bagolini. Poco più che adolescente abbandonò gli studi per fare una prima esperienza lavorativa come rappresentante di alcune ditte di liquori nel Veneto. A venti anni aveva scelto il settore primario come oggetto dei suoi interessi imprenditoriali. Dopo aver amministrato tre importanti aziende agricole del Veneto, divenne direttore della filiale pordenonese della Società agricola friulana. Il successo del suo impegno nel settore lo portò a fare i primi investimenti di capitali nella zona di San Vito al Tagliamento, dove acquistò la Braida Curti di 280 ettari coltivati a cereali e a vigneto. Acquistò poi aziende nel Collio, a Risano e nel basso Friuli, divenendo uno dei maggiori proprietari terrieri e produttori agricoli della regione. Nel 1942, in pieno conflitto, L. costituì a Pordenone la SCALA (Società ceramica artigiana lavorazione artistica) e con sei operai avviò la produzione di stoviglie in un capannone preso in affitto in via Selvatico. La produzione aveva carattere artigianale ed ebbe successo per il prezzo contenuto. Terminata la seconda guerra mondiale, L. trasformò la SCALA in una Srl e trasferì lo stabilimento in via delle Acque, dando avvio a un vasto piano di potenziamento produttivo e di trasformazione strutturale. Nell’arco di nove anni il personale salì a centoventi unità e la materia prima lavorata per la produzione giornaliera di scodelle, piatti e vasellame superò i cinquanta quintali. Nel 1954 effettuò una seria indagine di mercato nel settore delle apparecchiature igienico-sanitarie, recandosi in vari Paesi d’Europa e negli Stati Uniti d’America. ... leggi Rientrato a Pordenone, impostò un piano di investimenti nel settore, e due anni dopo avviò la produzione, utilizzando un forno a tunnel ed altri impianti tecnologici d’avanguardia. I prodotti furono accolti molto bene dal mercato, tanto che L. decise di creare un nuovo stabilimento la cui costruzione fu avviata nel 1958 a Orcenico Inferiore, in comune di Zoppola, su un’area di quattrocento ettari. Il notevole successo dei prodotti del “Cigno”, il marchio dell’azienda, spinse L. a rafforzare la presenza nel settore edile: nel 1961 fondò la SCALA Sintex Spa, specializzata nella produzione di tubi in policloruro di vinile (PCV) per scarichi pluviali, avvolgibili per finestre, sempre in PCV, profili vari (dai corrimano ai battiscopa). Il successo della produzione fu immediato, in Italia ed in Europa, tanto che la penetrazione dei sanitari SCALA sul mercato nazionale fu favorita dalla creazione, nel 1963, a Roccasecca (Frosinone) di un nuovo stabilimento che dette inizialmente lavoro a duecento persone. Dopo l’ampliamento anche dello stabilimento di Orcenico Inferiore, la produzione della SCALA raggiunse il 30 per cento di quella nazionale. Nel 1964 L. avviò, sempre a Orcenico, un primo impianto per la produzione di piastrelle con una capacità giornaliera di 1.100 metri quadrati. Nello stesso anno L. si inserì nel settore del riscaldamento, condizionamento e trattamento dell’aria, prima in joint venture con un’industria svizzera e poi, dal 1968, creando la Rhoss Spa con stabilimento a Codroipo (Udine), che, fin dalla partenza, poteva contare su 270 maestranze. Nel 1965 la industria SCALA investì in un grande stabilimento a Burgos (Spagna) e nel 1968 concluse l’ampliamento produttivo mediante la creazione di un nuovo stabilimento per la produzione di piastrelle a Frosinone. Sempre nel 1968 L. fu insignito dal presidente della Repubblica Saragat del titolo di cavaliere del lavoro. Nell’anno successivo le dimensioni dell’azienda erano definite da queste cifre: dieci stabilimenti in cui giornalmente si lavoravano 2800 quintali di materie prime, producendo apparecchiature per 500.000 bagni ed altrettante cucine, con una forza lavoro di 2700 unità. Tutto lasciava credere in un programma di ulteriori espansioni quando, il 10 marzo 1969, un breve comunicato stampa della SCALA informava che l’American Standard aveva rilevato l’intera attività del gruppo, collegata alla ceramica. Restavano a L. la SCALA Española di Burgos, la Rhoss, impegnata in un settore strategico, e la prestigiosa azienda agricola Angoris, acquistata nel 1968. Ai vertici delle tre attività L. mise, rispettivamente, i figli Luciano, Pierantonio e Aldo. Deciso a restare presente in ambito imprenditoriale, si inserì nel settore alimentare, acquistando per sé la Delser Spa di Martignacco, industria dolciaria di buon nome con duecento dipendenti, e la SIPS Spa di Longarone (Belluno), attiva nella torrefazione del caffè e in servizi, che contava cento dipendenti. Vi profuse impegno finanziario teso a ristrutturazioni ed ampliamenti, ma non ottenne il successo sperato. Nel 1975 chiuse la sua partecipazione nel settore alimentare concentrando capitali e imprenditorialità nel settore del condizionamento e del riscaldamento, fondando nel 1972 la ECO, che si affiancava alla Rhoss, con stabilimenti a Pocenia, San Vito al Tagliamento e Koetschach-Mauthen (Austria) per la produzione di scambiatori di calore e di sistemi di refrigerazione. L. morì nel 1987. Dodici anni dopo i tre figli cedettero l’intero comparto industriale, mantenendo intatto quello agricolo, concentrato in cinque tenute per complessivi 1.440 ettari. L. è ricordato, con Luciano Savio e Lino Zanussi, come uno dei grandi protagonisti della industrializzazione del pordenonese e dell’Italia del secondo dopoguerra.
ChiudiBibliografia
Bologna, Università degli studi, Archivi fotografici, Locatelli.
DBF, 456; G. BAZO, Economia e problemi di sviluppo della provincia, in Pordenone e il suo territorio: note storiche su aspetti economici e sociali, a cura di F. FRILLI, Pordenone, Camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura, 1992, 319-384: 364-365; G. GRIFFONI, Giulio Locatelli & figli, «La Loggia», n.s., 2 (1999), 77-80.
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