Nato a Udine, secondo i biografi, nel 1533, da Girolamo, ebbe come cugini i figli di Bartolomeo Luisini, tra i quali Francesco, Alvise e Federico. Dopo aver compiuto i primi studi probabilmente a Udine seguendo le lezioni di Fausto da Longiano, nella seconda metà degli anni Cinquanta frequentò l’Università di Padova, dove, avendo assistito alle lezioni di Bernardino Tomitano e appreso, sembrerebbe, anche le lingue orientali, si laureò nel 1560 in filosofia e medicina. Il L. morì a Venezia, nel corso della grande peste che colpì la città nel 1576. Le circostanze della composizione, i contenuti e le dediche dei suoi scritti editi rivelano una precoce personalità scientifica, proiettata in una dimensione universale, ma legata alle prospettive politiche della sua terra. Sono a testimoniarlo la Fabrica intellectualis (1560), opera di carattere enciclopedico, inserita in quel clima tardo-cinquecentesco in cui si afferma la concezione di un sapere universale inteso come meccanica attività di classificazione ed elaborazione di dati, nata in seguito a una dissertazione condotta dal L. di fronte al futuro imperatore Massimiliano II d’Asburgo, parrebbe a Vienna intorno al 1550, e dedicata al luogotenente di Udine Gabriele Morosini; come anche l’Espositione dell’XI et XII capitolo del IV libro d’Esdra (1571), dove il L., prendendo le veci del teologo, del cultore di storia profana ed ecclesiastica, del filosofo naturale e morale, del geografo, dello studioso di cosmografia e di corografia, del docente di arte militare, e dell’esperto di molte altre discipline, si produce in una esegesi orientata alla propaganda politica, al fine di coinvolgere l’imperatore Massimiliano nella guerra contro il Turco a sostegno della salvezza della cristianità e degli interessi di Venezia e del Friuli. ... leggi L’opera, nella quale il motivo profetico assume un ruolo centrale, è un documento significativo di quel clima politico-religioso che portò alla formazione della Lega santa alla quale seguì la battaglia di Lepanto, e di un genere letterario che, anche sulle orme del Vaticinium quo praedicitur universum orbem terrarum Christianae religionis imperium subiturum del 1499 di Girolamo Amaseo, tanta fortuna ebbe in area veneziana nel secondo Cinquecento, segnando il passaggio dal modello della “profezia penitenziale” a quello della “profezia confessionale” e di polemica religiosa.
ChiudiBibliografia
M.A. LUISINI, Fabrica intellectualis, Padova, Percacino, 1560; ID., Espositione dell’XI e XII capitolo del IV libro d’Esdra. Sopra gli accidenti passati, presenti, et futuri della Revolutione del grande, et tremendo Imperio dell’Aquila: Quarta, et ultima Monarchia del Mondo […], Venezia, Boselli, 1571.
LIRUTI, Notizie delle vite, II, 156-160; DI MANZANO, Cenni, 119-120; P. C. JOLY ZORATTINI, ‘L’Espositione dell’XI et XII capitolo del IV libro di Esdra’ di Marco Antonio Luigini medico e filosofo udinese del Cinquecento, in La filosofia friulana e giuliana nel contesto della cultura italiana, a cura del Circolo filosofico “Paolo Veneto”, Udine, AGF, 1972, 155-164; Acta graduum academicorum Gymnasii Patavini ab anno 1551 ad annum 1565, a cura di E. DALLA FRANCESCA - E. VERONESE, Roma-Padova, Antenore, 2001, ni 817, 849, 908, 909, 943, 1005.
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