Restano ancora indefiniti i tratti biografici del compositore L., autore di un mottetto, O spem non similem, a sei voci, che celebra il patriarca Marino Grimani con le parole «O felix Aquileia, musicesque tanto preside! Marinus ecce fulgens!» mentre il tenor proclama «Te patriarcarum laudabilis numerus»; tale indeterminatezza è causata dall’esistenza di diversi musicisti quasi omonimi e quasi contemporanei. Si ritiene che l’autore di O spem possa essere quel «Lupo francese cantore» impiegato presso la corte ferrarese di Sigismondo d’Este dal giugno 1518 ad aprile del 1519, ma potrebbe anche essere identificabile con Lupus Hellinck (ca. 1494-1541), fiammingo, che divenne prete in Roma nel 1518 mentre si trovava al servizio del papa, pure compositore; o ancora, ma l’ipotesi oggi trova meno consensi, potrebbe essere quel Pietro Lupato intervenuto insieme ai più eccellenti cantori di Venezia a solennizzare l’ingresso del patriarca Grimani in Aquileia nel 1524 con l’esecuzione, secondo le parole del cronista Marin Sanudo, di «una bellissima laude». Una vasta bibliografia ha cercato di chiarire il dilemma anche partendo dall’analisi stilistica delle molte composizioni che vengono attribuite ai diversi “Lupus”, senza tuttavia giungere a conclusioni univoche e sicure. Il mottetto O spem non similem si conserva con altri ottantanove, per la maggior parte di autori franco fiamminghi, in un codice esemplato da Antonio Moro a Firenze tra il 1530 e il 1531 (manoscritto SI35-40 della Biblioteca Val licelliana di Roma). La stessa musica però si trova, senza indica zio ne di paternità, ma subito prima di un mottetto di Joannes Lupus, e con il testo Regina clementissima in un altro codice esemplato nel 1522 da G. Pasetto maestro di cappella del duomo padovano (manoscritto A 17 della Biblioteca capitolare di Padova). O spem non similem pare dunque essere un contrafactum di Regina clementissima anche se è stato osservato che nessuno dei due testi si adatta molto bene alla musica. Al L. compositore di questa musica vengono comunque attribuite almeno tre messe, una intonazione delle lamentazioni di Geremia e una decina di mottetti sparsi tra stampe e manoscritti.
Bibliografia
Ms Biblioteca Vallicelliana di Roma, SI 35-40; ms Biblioteca capitolare di Padova, A 17.
B.J. BLACKBURN, Lupus, in NGii, XV, 322-323; TH. SCHMIDT-BESTE, Lupus, in MGGna, Personenteil, 11 (2004), col. 626-627; Census-Catalogue, III (1984), 119-120. M. SANUDO, I diarii, a cura di R. FULIN ET AL., Venezia, Deputazione veneta di storia patria, 36 (1879-1903), 179; E.E. LOWINSKY, A Newly Discovered Sixteenth-Century Motet Manuscript at the Biblioteca Vallicelliana in Rome, «Journal of the American Musicological Society», 3/3 (1950), 173-232; A. DUNNING, Die Staatsmotette 1480-1555, Utrecht, Oosthoek, 1970; B.J. BLACKBURN, Johannes Lupi and Lupus Hellinck: A Double Portrait, «Musical Quarterly», 59 (1973), 547-583; PRESSACCO, Musica, 1993; CATTIN E C., La musica e le istituzioni, 477-478; G. PRESSACCO, Echi arcaici nella musica friulana del Cinquecento, «Atti dell’Accademia di scienze lettere e arti di Udine», 83 (1990), 152-168: 145-146.
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