Figlio di Giovanni e Teresa Masutti, nacque a Udine, in borgo Grazzano, il 4 maggio 1802, secondogenito di dieci figli, di cui sei morti prematuramente, in una famiglia di modeste condizioni economiche. Il padre era sagrestano della chiesa di S. Giorgio Maggiore in borgo Grazzano. L’ultimogenito, Antonio (1817-1889), fu medico e buon musicista dilettante, organista ed autore di numerose composizioni di musica sacra e profana. M. compì gli studi presso il Ginnasio liceo di Udine, dimostrando fin da allora una notevole propensione per le scienze matematiche e naturali. M. mostrò anche una precoce e spiccata attitudine per la musica, tanto che prestò, giovanissimo, la sua opera di organista presso la chiesa di S. Cristoforo; in seguito, scrisse delle composizioni ed inventò uno strumento musicale elettromagnetico che fu premiato all’Esposizione universale di Parigi del 1868. Terminato il liceo, per poter proseguire gli studi, si impiegò come istitutore presso una famiglia benestante di Padova. Si laureò con lode nel 1825 e, dopo alcuni anni di lavori precari in cui non sapeva bene se scegliere la professione di ingegnere o dedicarsi all’insegnamento, optò per quest’ultimo. Stando ad alcune testimonianze epistolari fu ottimo insegnante: chiaro, profondo e dilettevole, ascoltato con attenzione da un numeroso stuolo di studenti. Dal 1832 al 1834 fu nominato assistente alla cattedra di fisica presso la regia Università di Padova. Dal 1836 al 1838 fu professore supplente alla cattedra di fisica e meccanica presso il regio Liceo di S. Caterina in Venezia, per poi ritornare, nel 1839, quale professore supplente, alla cattedra di fisica presso l’Università patavina, dove rimase fino al 1840. Al periodo veneziano risalgono i suoi lavori sulla telegrafia elettrica, con la costruzione di un telegrafo elettromagnetico, giudicato prototipo del telegrafo, per il quale, per una serie di disguidi e di incomprensioni, M., come inventore, non ebbe il giusto riconoscimento, che andò invece agli stranieri. La spiegazione di tanta negligenza fu attribuita al «disinteresse per le novità scientifiche e [a]l disimpegno economico della classe politica, fenomeni per altro dilaganti in tutto il resto della penisola, [che] rappresentarono un freno oggettivo per la ricerca teorica e sperimentale, assicurata dalla sollecitudine e dalla volontà dei singoli piuttosto che da una reale spinta progettuale», come afferma Maria Luisa Soppelsa. ... leggi Nel 1840 fu chiamato a Milano quale supplente alla cattedra di fisica al regio Liceo di Porta Nuova, dove rimase fino al 1863. In questi anni divenne membro dell’I. R. Istituto Lombardo di scienze, lettere ed arti, e la sua produzione scientifica, attestata da un centinaio di memorie, fu intensissima. Si occupò principalmente di elettrologia (induzione, conduzione, polarità, elettromagnetismo, telegrafia), e di altri rami della fisica quali la meteorologia, l’acustica, la meccanica applicata e, sia pure con minor impegno, l’astronomia e l’ottica. M. partecipò ai congressi degli scienziati tenutisi a Padova nel 1842, a Milano nel 1843 e a Venezia nel 1847, quale segretario e presidente della sezione fisico-matematica. Al periodo milanese risalgono gli esperimenti di conduzione elettrica fra Milano e Monza, che allargarono di molto le indagini prestabilite, ed ottenne importanti risultati, prontamente controllati e confermati in Francia da M. Faraday e poi, su più lunghi circuiti, da C. Wheatstone. Nel 1861 presentò col Carlino un progetto per la costituzione di una Società meteorologica lombarda, ma il progetto da lui vivamente caldeggiato ebbe esecuzione solamente dopo la sua morte. Fra il 1859 ed il 1864 si occupò, con un’apposita commissione, della raccolta e dell’illustrazione di tutti i manoscritti e suppellettili scientifiche di Alessandro Volta, acquisiti dal governo piemontese su pressione dello stesso M. che pubblicò in seguito un’esauriente memoria sul grande scienziato. Nel 1863 fu chiamato a Firenze, dove si trasferì con la famiglia, quale professore di fisica alla Scuola di studi superiori di perfezionamento presso il Museo di Firenze. Le scarne testimonianze epistolari che lo riguardano attestano la sua simpatia per le idee liberali e l’adesione alla causa risorgimentale. Negli anni che precedettero la seconda guerra d’indipendenza, fu in contatto con i fuoriusciti friulani rifugiati in Lombardia e la sua candidatura nel collegio di Tolmezzo, alle prime elezioni dopo l’unità d’Italia nel novembre 1866, confermò pubblicamente la sua adesione alla causa liberale. Questa candidatura è stata senz’altro voluta dai parenti Lupieri-Magrini di Luint di Ovaro (Udine) che giustamente contavano sulla collaborazione di una personalità così eminente per dare una valida rappresentanza parlamentare alla loro terra. Ma non vinse. Coltivò anche gli studi musicali, suonando il pianoforte e l’organo; compose alcuni brani e, tra questi, una sinfonia eseguita al Teatro Nuovo di Padova. Appena istituito il Regno d’Italia, per i suoi meriti scientifici fu insignito dei titoli di cavaliere dell’ordine dei Ss. Maurizio e Lazzaro. La salute di M., già da anni compromessa, a Firenze peggiorò rapidamente e il 19 aprile 1868 egli cessò di vivere. M. aveva sposato, intorno al 1826, Carlotta Sandri, figliastra di un avvocato di Padova da cui ebbe otto figli, di cui gli sopravvissero tre femmine e il maschio Alessandro, nato nel 1828, che seguì le orme paterne dedicandosi allo studio e all’insegnamento della fisica e matematica ed avrebbe dato alla famiglia una discendenza che a tutt’oggi si protrae. Alessandro si trasferì a vivere a Bergamo dove il figlio Luigi, nato nel 1864, fondò nel 1904 il “Laboratorio elettrotecnico ing. Luigi Magrini”, nucleo di ciò che oggi è la Magrini Galileo-Groupe Schneider.
ChiudiBibliografia
L’epistolario e molte pubblicazioni riguardanti Luigi Magrini sono conservati presso l’archivio Lupieri-Magrini, Luint di Ovaro (Udine).
C. HAIECH, Commemorazione di Luigi Magrini fatta dal dottor Camillo Hajeck membro effettivo del Reale Istituto Lombardo nell’adunanza del 21 gennaio 1869, «Rendiconti del r. Istituto Lombardo», s. II, 2 (1869), 89-108; G. CLODIG, Commemorazione di Luigi Magrini, «AAU», s. IV, 4 (1913-1914), 155-178; G. NADALINI, Sopra alcuni studi di Luigi Magrini sull’elettromagnetismo, Udine, Doretti, 1932; G. PIVA, Il mago della scienza. L’udinese Luigi Magrini, «Il Popolo del Friuli», 6 maggio 1943, 2; A. LAZZARINI, Un illustre fisico onore del Friuli: Luigi Magrini, ibid., 2 giugno 1943; MARCHETTI, Friuli, 664-670; M. L. SOPPELSA, Scienze e storia della scienza, in Storia della cultura Veneta, VI, Dall’età napoleonica alla prima guerra mondiale, diretta da G. ARNALDI - M. PASTORE STOCCHI, Vicenza, Neri Pozza, 1986, 517-518.
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