M. IV, conte di Gorizia-Tirolo (II del Tirolo-Gorizia) e duca di Carinzia (1238-1295), era nipote dell’ultimo conte del Tirolo, Alberto III († 1253), la cui figlia, Adelaide († 1275), era stata sposata da Mainardo III di Gorizia († 1258), che fu però definito Mainardo I, quale conte del Tirolo, per gli anni tra il 1253 e il 1258. Dall’unione tra questo Mainardo III e Adelaide nacquero Alberto (II), che fu conte del Tirolo-Gorizia tra il 1258 e il 1271, per poi essere conte di Gorizia-Tirolo dal 1271 alla morte, seguita nel 1304, e appunto Mainardo II del Tirolo-Gorizia (ma in realtà IV di Gorizia). Dai due fratelli, forse gemelli, presero in tal modo avvio le due dinastie, l’albertina, concentrata nei possessi goriziani, e la mainardina che continuò la linea più propriamente tirolese, salvo che si aggiunse il titolo goriziano. Mainardo II (o IV) fu uno dei principi tedeschi più importanti dell’età sua, in modo particolare per il Tirolo che da lui ricevette unità, forza e autorità, col ricorso a vari mezzi. Col fratello Alberto II, M. fu coinvolto nel 1252, assieme al nonno, Alberto III, in un fallito attacco alla casa ducale di Carinzia, agli Spanheim, e all’arcivescovo di Salisburgo: la prigionia dei due fratelli dati in ostaggio, nel castello di Hohenwerfen, durò sette anni. Ottenuta la libertà, M., forte dell’eredità goriziano-tirolese, operò energicamente per accrescere la sua importanza in ogni direzione: sposò Elisabetta di Wittelsbach, vedova dell’imperatore Corrado IV, divenendo patrigno di Corradino di Svevia e facendosi fautore, sia pure con cautela, della politica sveva in Italia e fuori. Ma proprio con la fine degli Staufen crebbe d’importanza la contea del Tirolo quale posto mediano nelle Alpi centrali e insieme quale punto avanzato verso l’Italia. Il 4 marzo 1271 i due fratelli si divisero i vastissimi territori che avevano ereditato e posseduto dapprima unitariamente: mentre Alberto ottenne le terre che già da tempo aveva posseduto la dinastia goriziana, con una configurazione alquanto sparpagliata secondo la consuetudine dei possessi feudali un po’ dovunque, M. tenne i possessi tirolesi, che costituivano uno spazio più compatto, grosso modo dall’Isar all’Avisio e dai Grigioni al passo Gardena. ... leggi Il confine venne fissato alla Chiusa di Mühlbach all’imbocco della Pusteria sopra Bressanone. Un vantaggio notevole derivò al Tirolo dal fatto che non confinava con nessuna delle potenze maggiori: ciò non impedì a M. di tentare di espandere il potere e di instaurare altri rapporti anche lontano. L’unico avversario potente che gli nocque fu il papato, specialmente per effetto delle scomuniche da cui M. fu raggiunto fin dal tempo in cui appoggiò Corradino di Svevia. Cionondimeno M. cercò di apparire generoso verso la Chiesa, anzitutto con la fondazione dell’abbazia di Stams, che divenne il centro non soltanto spirituale del potere principesco tra Innsbruck e Imst. La divisione in due contee non avrebbe dovuto comportare una contrapposizione tra le due aree comitali, in apparenza distinte soltanto per ragioni pratiche e organizzative, ma in realtà i due rami non collaborarono più né si accordarono per una politica comune. Con M. fu impresso alla contea un notevole ammodernamento amministrativo, anche con vantaggi economici a cui si aggiunsero gli sfruttamenti di varie risorse; fonte di guadagno fu anche la produzione di monete, già avviata da Mainardo III nel 1255. Dal 1271 si aggiunse alla carica di avvocato della Chiesa di Aquileia anche l’avvocazia delle chiese di Bressanone e di Trento. M., che per i suoi meriti dal 1286 fu investito dal re Rodolfo del ducato di Carinzia, fu molto attivo nell’intrecciare rapporti familiari con illustri casate europee: la primogenita Elisabetta († 1313) sposò Alberto d’Absburgo figlio di Rodolfo II, Ottone († 1310) sposò Eufemia di Slesia-Breslavia, Alberto († 1292) sposò Agnese di Hohenberg. La continuità doveva essere assicurata da Enrico († 1335) il quale, oltre che conte del Tirolo-Gorizia e duca di Carinzia, era stato anche re di Boemia (1307-1310); pur essendosi sposato tre volte, non ebbe un figlio maschio, per cui con Margherita (Maultasche) il Tirolo passò agli Absburgo (1363).
ChiudiBibliografia
DE RUBEIS, MEA, 731-738, 764-766, 768, 779, 773-774, 807, 850-853, 870, 878-879, 887-888; App., 23-24, 26, 39, 64; H. WIESFLECKER, Die Regesten der Grafen von Görz und Tirol, Pfalzgrafen in Kärnten, I, 957-1271, Innsbruck, Wagner, 1949; ID., Die Regesten der Grafen von Tirol und Görz, Herzöge von Kärnten, II, 1271-1295, Innsbruck, Wagner, 1952; ID., Meinhard der Zweite, Innsbruck, 1955 (1995); G. CORONINI, Lo sviluppo territoriale della contea di Gorizia, in Gorizia viva, Gorizia, 1973, 229 ss.; M. PIZZININI, Die Grafen von Görz und die Terraferma-Politik der Republik Venedig in Istrien in der 2. Hälfte des 13. Jahrhunderts, «Veröffentlichungen des Tiroler Landesmuseums Ferdinandeum», 54 (1974), 183-211; J. RIEDMANN, Mittelalter, in Geschichte des Landes Tirol, Bolzano, Athesia, 1985 (1990); S. TAVANO, Medioevo goriziano. 1001-1500, Gorizia, LEG, 1994; Il sogno di un principe. Mainardo II - La nascita del Tirolo, Catalogo della mostra, Milano, Giorgio Mondadori, 1995; H. WIESFLECKER, Die Grafschaft Görz und die Herrschaft Lienz, ihre Entwicklung und ihr Erbfall an Österreich (1500), «Veröffentlichungen des Tiroler Landesmuseums Ferdinandeum», 78 (1998), 131-149; W. BAUM, I conti di Gorizia, Gorizia, LEG, 2000; M. PIZZININI, La contea anteriore di Gorizia, in La Contea dei Goriziani nel Medioevo, Gorizia, LEG, 2002, 105-119; J. RIEDMANN, Gorizia e Tirolo, in Da Ottone III a Massimiliano I, a cura di S. CAVAZZA, Mariano del Friuli, EdL, 2004, 205-230.
Nessun commento