Nacque a Udine il 9 dicembre 1806 da Giovanni e da Maddalena Moro, famiglia modestamente agiata. Compiuti gli studi primari, fu mandato a Venezia presso un’azienda commerciale. Dopo anni di intenso lavoro quale commesso, rivelatasi l’inclinazione al mondo degli affari, supportata dalle naturali doti d’ingegno, intuito e volontà, rettitudine, si trasferì a Trieste dove, mentre espletava le commissioni, agiva anche in proprio, ponendo le basi della sua fortuna. Ristretta l’attività al commercio dei pellami, si trasferì a Vienna, piazza più favorevole, da dove, grazie anche alla padronanza delle lingue, estese le relazioni con le migliori case commerciali di Germania e di Francia. Affermato uomo d’affari, accrebbe l’agiatezza; divenne quindi collezionista di opere d’arte e filantropo. Morì a Venezia il 2 giugno 1885. L’attaccamento conservato per la sua terra d’origine lo spinse a nominare erede il comune di Udine con testamento redatto a Vienna il 13 giugno 1872 e ivi pubblicato il 23 giugno 1885. Le disposizioni stabilivano «l’obbligo di acquistare sia annualmente che in ogni biennio uno o due quadri di giovani pittori di qualche merito per arricchire o formare una Galleria nella città di Udine»; una fondazione avrebbe reso esecutivo l’impegno testamentario. Il nucleo originario di tale galleria (fondata dopo quelle di Torino, Trieste e Roma, ma prima di quella di Venezia) è costituito però dalle opere di M. collezionista, che la allineano ai maggiori centri artistici della penisola: datate dal 1880 circa, testimoniano il passaggio dalla pittura di storia, alla pittura di costume. ... leggi La Fondazione Marangoni operò di fatto dal 1895 con i primi acquisti; statuto e regolamento furono pubblicati rispettivamente nel 1897 e nel 1899. Il primo responsabile della Commissione che la reggeva fu il conte Fabio Beretta cui seguì, nel 1903, il professor Giovanni Del Puppo. Le opere di artisti di età non superiore ai quarant’anni si acquistarono sia in loco, all’Esposizione regionale del 1903, alle mostre di artisti friulani del 1911, alle Biennali friulane d’arte del 1926 e del 1928, alle Esposizioni del Sindacato provinciale e regionale, sia alle Quadriennali romane e alle Biennali veneziane, e pure all’estero, puntando sempre su opere di un certo rilievo, di italiani (con preferenza per i veneti) e di stranieri. La galleria Marangoni nel 1933 contava centotrentatré opere. Queste, inizialmente esposte in palazzo Antonini Cernazai, quindi in castello, dal 1983 sono nella sede della Galleria d’arte moderna presso il Palamostre. Dal 1907 la Fondazione, sempre in esecuzione delle volontà testamentarie, istituì le borse di studio Marangoni, di durata triennale, per il mantenimento a Roma di un pittore, di uno scultore, di uno studente di medicina e di uno di giurisprudenza, cui si aggiunse, nel 1910, uno di architettura, con durata quinquennale. Il concorso per l’accesso era riservato ai nativi di Udine e della provincia, non abbienti, di età tra i sedici e i ventisei anni, e prevedeva esame e presentazione di titoli. I titolari della borsa dovevano presentare annualmente una prova attestante il progresso negli studi; in particolare per il pittore e per lo scultore essa consisteva rispettivamente nella copia di un’opera di artista famoso o dell’antichità greco-romana e rinascimentale, per l’architetto in un progetto di edificio di pubblica utilità per il comune o la provincia di Udine. Le borse di studio costituirono un incentivo determinante per favorire l’affermarsi di importanti personalità; in particolare la promozione artistica premiò nomi come Giovanni Napoleone Pellis, Aurelio Mistruzzi, Enrico Ursella, Luigi Bront, Afro Basaldella, Celestino Giampaoli, Silvio Olivo, Pietro Zanini, Ado Furlan, ultimo della serie per il triennio 1939-1941, per citarne alcuni. La munificenza di M. aveva previsto anche una dote di 500 lire per due ragazze povere udinesi che andassero spose. Il suo ritratto, eseguito a Vienna da Franz Xaver Winterhalter (1805-1893), pittore di corte degli Asburgo, «è l’immagine di un giovane e disinvolto borghese […] soddisfatto per il benessere economico raggiunto grazie ai commerci e agli affari» (Reale, 1997). Un busto, opera di Andrea Flaibani, lo ritrae con perfetta somiglianza in età matura. Entrambe le opere sono conservate presso i Civici musei di Udine.
ChiudiBibliografia
DBF, 482-483; Statuto organico della Fondazione Artistica Marangoni, Udine, Tip. G. B. Doretti, 1897; Regolamento interno per la Galleria Marangoni in Udine, Udine, Tip. G.B. Doretti, 1899; G. DEL PUPPO, I locali della Galleria Marangoni, «Bollettino della civica biblioteca e del museo», 1/1 (1907), 32; Elenco delle opere costituenti la Galleria Marangoni. Dipinti lasciati in eredità dal fondatore, ibid., 33; ibid., 1/2-3 (1907), 90-92; G. DEL PUPPO, La Galleria Marangoni, ibid., 2/1 (1908), 53; A. BATTISTELLA, Antonio Marangoni, ibid., 1/4-5-6 (1923), 3-6; G. DEL PUPPO, La Galleria Marangoni, ibid., 7-9; C. SOMEDA DE MARCO, Il Museo Civico e la Galleria d’Arte Antica e Moderna di Udine, Udine, Doretti, 1956, 214-237; Sculture dall’ombra. Catalogo della mostra (Udine, 29 marzo-30 maggio 1994), a cura di I. REALE - T. RIBEZZI, Udine, Galleria d’arte moderna, 1994, 8-9, 16; I. REALE, Galleria d’Arte Moderna di Udine, Milano, Electa, 1997, 10-13; EAD., La Fondazione Artistica Marangoni e la Galleria d’Arte Moderna di Udine, in Arti a Udine, 396-399; EAD., Le borse di studio della Fondazione Artistica Marangoni di Udine e la promozione dei giovani scultori friulani del Novecento, in Ado Furlan nella scultura italiana del Novecento. Atti del convegno di studio (Pordenone, 2-4 dicembre 2004), Udine, Forum, 2005, 97-104.
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