Al secolo Carlo Domenico Cristofori, nacque il 17 novembre 1631 ad Aviano, da Marco e Rosa Zanoni. Dopo gli studi nel collegio dei gesuiti di Gorizia, nel 1648 entrò nei cappuccini a Conegliano, prendendo i voti il 21 novembre 1649. Studiò per undici anni filosofia e teologia nei conventi della provincia veneta dell’ordine; il 18 settembre 1655 venne ordinato sacerdote a Chioggia; nel 1662 ottenne la licenza di predicare. Nel 1672 fu eletto guardiano del convento di Belluno; nel 1674 in quello di Oderzo. In seguito fu esonerato dagli incarichi ufficiali nell’ordine, per poter attendere più liberamente alla predicazione. Nel 1675 predicò la quaresima a Verona, chiesa di S. Michele; l’anno seguente ad Altamura (Bari). I quaresimali lo impegnarono annualmente per tutto il corso della vita. La successione è questa: 1677 Sermide; 1678 Riva del Garda; 1679 Castelfranco Veneto; 1680 Rovereto; 1681 Venezia, chiesa di S. Polo; 1682 Salò; 1683 Udine; 1684 Venezia, chiesa di S. Cassiano; 1685 Oderzo; 1686 Schio; 1687 Vicenza; 1688 Brescia; 1689 Este; 1690 Bassano; 1691 Tolmezzo; 1692 Montagnana; 1693 Fratta Polesine; 1694 Venezia, chiesa di S. Cassiano; 1695 Toscolano; 1696 Gambarare (presso Mira); 1697 Padova; 1698 Thiene; 1699 Ceneda. A questi cicli vanno aggiunte le prediche per l’avvento tenute a Venezia nel 1684, a Capodistria nel 1693, a Gargnano sul Garda nel 1694 e a Rovigo nel 1696. Quasi contemporaneamente all’inizio dei grandi cicli di prediche si diffuse la fama di taumaturgo di M. La prima guarigione che gli venne attribuita fu a Padova, l’8 settembre 1676: una monaca paralizzata da tredici anni riprese a camminare dopo aver ricevuto la sua speciale benedizione. ... leggi Da questo momento malati e sofferenti cominciarono a chiedere insistentemente il suo aiuto. Le prediche erano seguite da un numero sempre maggiore di fedeli: a Riva di Garda per il quaresimale del 1678 furono presenti in piazza 18.000 persone. La formula della benedizione taumaturgica (fondata su Numeri 6, 24-26 e Marco, 9, 22) cominciò a venir pubblicata a stampa fino a 10.000 copie per volta, su foglietti che comprendevano di solito anche l’Atto di dolore perfetto. Nella primavera del 1680 M. ebbe l’incarico di compiere una lunga missione in Germania; come imponeva la regola dell’Ordine viaggiò a piedi: la licenza papale di usare mezzi di trasporto gli fu concessa solo in autunno, e in seguito sempre rinnovata. Il 7 settembre arrivò a Linz, dove risiedeva l’imperatore Leopoldo I, che aveva chiesto la sua visita al papa. Del sovrano asburgico egli divenne il maggior consigliere spirituale, come testimoniano la successione pressoché annuale degli incontri e un fitto scambio epistolare (sono conservate centosessantasei lettere dell’imperatore al cappuccino e altrettante sue all’imperatore). Il ruolo politico di M. divenne molto rilevante, anche per gli stretti contatti con l’ambasciatore imperiale a Venezia, Francesco Ulderico della Torre-Valsassina, capitano di Gradisca e signore di Duino e Sagrado, al quale indirizzò oltre duecentotrenta lettere. Le relazioni con gli Asburgo gli procurarono però l’ostilità della Francia: nel giugno 1681, mentre stava viaggiando verso Parigi, insieme con il suo abituale accompagnatore p. Cosmo da Castelfranco (che fu poi il suo primo biografo), su invito della principessa bavarese moglie del Delfino, M. venne fermato per ordine di Luigi XIV ed espulso dal paese, legato sul fondo di un carro. Nel resto dell’estate visitò i Paesi Bassi spagnoli, la Germania renana e la Svizzera, sempre accolto con grande entusiasmo dalle popolazioni. Nel 1682, prima di un nuovo viaggio alla corte austriaca, papa Innocenzo XI gli conferì il titolo di missionario apostolico. In questa veste nel settembre 1683 egli raggiunse le armate cristiane che dovevano liberare Vienna, assediata dai Turchi. Con le sue prediche infiammò i combattenti; il 12 settembre celebrò la messa sul Kahlenberg, la collina che sovrasta la città, impartì la benedizione alle truppe e si raccolse in preghiera con il crocefisso in mano fino all’esito vittorioso della battaglia. All’inizio del 1684 M., con il sostegno del papa, appoggiò l’attività diplomatica di Francesco della Torre per far entrare Venezia nella Lega Santa contro i Turchi, accanto all’impero e alla Polonia. Per cinque estati consecutive egli seguì personalmente l’esercito cristiano nelle campagne in Ungheria, predicando ai soldati e dando consigli di strategia (in genere disattesi) ai generali. Il 2 settembre 1686 assistette alla caduta di Buda: «Vero miracolo di Dio», scrisse lo stesso giorno a Leopoldo I. Il 6 settembre 1688 fu conquistata Belgrado, con grandi stragi di combattenti turchi: M. intervenne per far salvare la vita agli ultimi difensori della fortezza. Intanto Luigi XIV aveva dichiarato guerra all’impero; il nuovo papa Alessandro VIII era molto meno favorevole agli Asburgo del predecessore. M. aveva manifestato più volte posizioni antifrancesi; nel 1691 non appoggiò presso Leopoldo I il cardinale veneziano Gregorio Barbarigo (il futuro santo), che aspirava all’elezione pontificia, per la sua supposta simpatia per la Francia. Nonostante la salute cominciasse a declinare, M. ritornò a Vienna ogni due anni: nel 1690, nel 1692 (quando si recò anche a Praga), nel 1695, nel 1697 e nel 1699. Particolarmente affollate furono le sue prediche nella cattedrale di S. Stefano nell’estate 1697; ai cicli di preghiere mariane da lui promosse fu attribuita la grande vittoria di Eugenio di Savoia sui Turchi a Zenta (11 settembre), che preannunciò la fine della guerra (pace di Karlowitz, 26 gennaio 1699). Nell’estate 1699 M. raggiunse Vienna sofferente, dopo un viaggio lento e faticoso; tenne egualmente prediche in piazza davanti a grandi folle. Morì il 13 agosto 1699, assistito dalla famiglia imperiale. Nonostante l’origine friulana, la sua attività si era svolta solo occasionalmente nella terra natia, probabilmente per i contrasti che nella seconda metà del Seicento opposero i patriarchi aquileiesi al governo di Vienna. Fu invece spesso a Gorizia, Gradisca e Duino, ospite dell’amico Francesco della Torre; su richiesta di questi, durante l’epidemia di peste del 1682, benché fosse a Padova ammalato, pronunciò l’8 settembre una speciale benedizione, che venne accolta a Gorizia con grande conforto. Tra un viaggio e l’altro, M. visse quasi sempre nei conventi cappuccini di Mestre e di Padova. Pubblicò varie opere devote in italiano, in genere anonime, ma solo una di esse è conservata nel testo originale (in un unico esemplare), la Gravità del peccato mortale, Bolgiano (Bolzano), Paolo Nicolò Führer, 1680; delle prediche e di tutti gli altri scritti (Fiamme d’amore di Dio, 1682; Devotissima oratione alla Beatissima Vergine, 1682; Sveglia rino del peccatore, 1684) rimangono solo traduzioni tedesche e fiamminghe. Nonostante la grande fama di predicatore e taumaturgo che conseguì all’interno del dominio veneziano, M. è in effetti noto principalmente per la sua attività negli stati asburgici. La sua presenza accanto all’esercito cristiano a Vienna nel 1683, a Buda nel 1686, a Belgrado nel 1688 fece di lui l’apostolo della guerra contro i Turchi, il “salvatore dell’Europa” per eccellenza. La propaganda imperiale si servì ampiamente della sua figura quando era ancora in vita. Subito dopo le solenni esequie a Vienna Leopoldo I, d’accordo con i superiori dell’Ordine, avviò la raccolta di documenti per promuovere la causa di beatificazione. Nel 1707 Cosmo da Castelfranco portò a termine la prima biografia di M., dedicandola all’imperatrice vedova Eleonora: la grossa opera tuttavia rimase inedita. Per molti decenni i sovrani asburgici ebbero obiettivi diversi e l’interesse per la memoria del cappuccino diminuì sensibilmente. La causa ufficiale di beatificazione fu aperta solo nel 1891 dall’arcivescovo di Vienna A.J. Gruscha, seguito nel 1901 dal patriarca di Venezia G. Sarto (il futuro Pio X). Per varie ragioni, anche di carattere politico, il processo di canonizzazione fu lungo e contrastato. Nel 1966 venne approvata la monumentale Positio super virtutibus, redatta dallo storico cappuccino Melchiorre da Pobladura. Il 6 luglio 1991 Giovanni Paolo II emanò il decreto per il riconoscimento delle virtù eroiche. Nel 1992 fu presentata alla Consulta medica della congregazione delle Cause dei Santi la Positio super miraculo, relativa a una guarigione avvenuta a Padova nel 1941: l’evento miracoloso venne riconosciuto con decreto pontificio del 22 aprile 2002. Il 27 aprile 2003 M. è stato proclamato beato da Giovanni Paolo II.
ChiudiBibliografia
S. CAVAZZA, Marco d’Aviano, in DBI, 69 (2007), 730-735; M. HÉYRET, P. Markus von Aviano. Apostolischer Missionär und päpstlicher Legat beim christlichen Heere, München, Pustet, 1931 (trad. it. parziale, Padova, Edizioni Messaggero, 1999); M. HÉYRET, P. Markus von Aviano. Einführung in seine Korrespondenz, 1-4, München, Pustet, 1937-1946; ID., Die gedruckten Schriften des Ehrw. P. Marcus von Aviano OFM. Cap. und deren Verbreitung, «Collectanea Franciscana», 10 (1940), 29-65, 219-238, 494-509; Viennen. seu Venetiarum beatificationis et canonizationis venerabilis Servi Dei P. Marci ab Aviano. Positio super virtutibus, [a cura di MELCHIORRE DA POBLADURA], Roma, Typis Polyglottis Vaticanis, 1966 (Supplemento teologico-documentario, [a cura di V. CRISCUOLO], ivi, 1990); Padre Marco d’Aviano, Corrispondenza epistolare, a cura di ANTONIO MARIA DA CARMIGNANO DI BRENTA, OFM Cap. [A. BASSO], I-V, Abano Terme/Venezia Mestre, Curia Provinciale dei Cappuccini, 1986-1991; E. FEIGL, Halbmond und Kreuz. Marco d’Aviano und die Rettung Europas, Wien, Amalthea Verlag, 1993 (trad. it. Mezzaluna e Croce. Marco d’Aviano e la salvezza d’Europa, Cittadella, Biblos, 2003); Marco d´Aviano e il suo tempo, a cura di R. SIMONATO, Pordenone, Edizioni Concordia Sette, 1994; Marco d’Aviano Gorizia e Gradisca, a cura di W. ARZARETTI - M. QUALIZZA, Gorizia, Edizioni Società per la conservazione della basilica di Aquileia, 1998; Die Bedeutung des P. Markus von Aviano für Europa, a cura di J. MIKRUT, Wien, Dom Verlag, 2003; COSMO DA CASTELFRANCO, Vita di Marco d’Aviano, a cura di M. CUSIN FRATTIN - P. MIOTTO, Castelfranco Veneto, Parrocchia del Duomo, 2005; V. RENIER - G.V. FANTUZ, Marco d’Aviano e Innocenzo XI in difesa della Cristianità, Feletto Umberto, Edizioni Segno, 2006.
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