Nacque a Romans di Varmo (Udine) il 19 dicembre 1932. Nel ruolo di basso comico si è conquistato una posizione di prestigio nell’ambito del teatro d’opera grazie all’inappuntabile e peculiare sua vocalità e alle indiscutibili doti sceniche, interpretando dal 1954, anno in cui vinse il concorso lirico del Centro sperimentale di Spoleto, oltre cento ruoli nei maggiori teatri del mondo, al fianco di grandi artisti. Scoperto dal maestro Ottavio Paroni (1918-2000), studiò canto al Conservatorio di Torino e debuttò al Teatro dell’Opera di Roma in Amahl e gli ospiti notturni di Giancarlo Menotti, al fianco di Gianna Pederzini e Agostino Lazzari, sotto la direzione di Oliviero De Fabritiis. Nel 1955, presso il Teatro Massimo di Palermo, interpretò il ruolo di Nonancourt con il soprano pordenonese Mafalda Micheluzzi alla prima de Il cappello di Paglia di Firenze, opera di Nino Rota, compositore delle colonne sonore per i film di Federico Fellini – al regista M. rifiutò di interpretare il ruolo d’un podestà in Amarcord. A partire da La Cenerentola, con Giulietta Simionato e Sesto Bruscantini, al Théâtre des Nations di Parigi (1957) e al Gran Teatre del Liceu di Barcellona (1959), in cui fu Geronte di Ravoire con Renata Tebaldi, la carriera del basso friulano si avviò in modo brillante, sotto l’unanime consenso di direttori e registi che se lo contendevano per le loro messe in scena. Franco Zeffirelli, esprimendo la sua ammirazione, in una dedica gli scrisse: «Bravo e finissimo artista che sa come pochi altri coniugare il canto alla scena, uomo adorabile, traboccante di amori e di umori». Molti furono i ruoli che lo videro protagonista, in opere di autori contemporanei e del repertorio classico. Tra i “cavalli di battaglia”, incisi in ottime registrazioni, è da ricordare la Manon Lescaut all’arena di Verona nel 1970 con Magda Olivero, Raina Kabaivanska, Placido Domingo e con le scene di Nicola Benois. Fu un Fra Melitone «memorabile» (Conter) ne La forza del destino, poi Cancan, Lunardo, Maurizio e Simon ne I quattro rusteghi, anche diretto da Ettore Gracis insieme a Fedora Barbieri, Nicola Rossi-Lemeni, Agostino Lazzari e Magda Olivero, don Pasquale nell’omonima opera e don Bartolo, «voce intramontabile» (Restagno) ne Il barbiere di Siviglia, per la regia di Dario Fo, al fianco del sacilese Ferruccio Furlanetto. ... leggi Cantò poi a Bogotà, Nizza e Monaco di Baviera, quando sul podio perse la vita Giuseppe Patané, a Tokyo nel 2000 con Sonia Ganassi, Rockwell Blake e Bonaldo Giaiotti. Cantò nel cast diretto da Daniel Oren al teatro S. Carlo di Napoli, nel ruolo di un collerico Melitone, vicino a Giuseppe Giacomini, Ghena Dimitrova, Roberto Scandiuzzi e al mezzosoprano pordenonese Luciana D’Intino. Il legame che mantenne sempre vivo per la terra natale è documentato nei concerti di Romans di Varmo, in cui l’artista invitava personaggi di fama internazionale ad esibirsi, accompagnati tra gli altri dal compositore friulano Gianfranco Plenizio. Di M. si ricordano inoltre le esibizioni in Traviata, Tosca, Barbiere e Don Pasquale organizzate a Udine e Lignano da Gilda Martini Rossi, il recital di Cecilia Gasdia tenuto a villa Manin che fu cornice per La serva padrona proposta in regione nel 1966, per il primo centenario dell’annessione del Friuli all’Italia, e successivamente con l’allieva Sonia Dorigo. Il basso è stato anche «gagliardo Varlaam» (Messinis) nel Boris Godunov di Modest Musorgskij, sotto la direzione di Gianandrea Gavazzeni, con Paolo Washington, l’udinese Mirna Pecile e Nicolai Ghiaurov. Pur avendo interpretato una galleria di personaggi tra i più incisivi, resta nella memoria una maschera che caratterizzò M. per tutta la vita: il sagrestano della Tosca, ruolo nel quale si era cimentato con Franco Corelli, Raina Kabaivanska, Gian Giacomo Guelfi, Eva Marton, Luciano Pavarotti, Ferruccio Tagliavini, Renata Tebaldi, Shirley Verret e sotto la direzione di Lorin Maazel, Riccardo Muti – che nel 2000 ricorda il «suo splendido» ruolo alla Scala –, Daniel Oren – che gli scrive «Al più grande e simpatico artista del mondo, grazie delle bellissime cose che abbiamo fatto insieme!» –, Giuseppe Sinopoli e Herbert von Karajan. Placido Domingo ha ricordato di M. «la bella voce, la grande musicalità, l’intelligenza delle interpretazioni e la vitalità delle partecipazioni ad ogni recita di ogni spettacolo». Il cantante morì a Latisana il 23 agosto 2009.
ChiudiBibliografia
M. MESSINIS, «Il Gazzettino», 15 dicembre 1972; E. RESTAGNO, «Stampa Sera», 7 luglio 1979; M. CONTER, «Giornale di Brescia», 19 ottobre 1985; EAD., Ottavio Paroni, musicista del ’900 friulano, s.l., s.n., 2005; R. BEANO, Alfredo Mariotti. Un grande basso nella magia del palcoscenico, Talmassons, Litografia Ponte, 2009, 25, 27, 59.
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