Figlio di Pietro Zato di Basaldella, insegnava a Spilimbergo probabilmente già nel 1399. Nel 1405 era presente a Gemona in qualità di rettore delle pubbliche scuole, con la qualifica di “artis medicinae doctor” oltre che di “gramaticae professor”. Di nuovo a Spilimbergo, dove il suo incarico è documentato dal 1419 al 1436, quando cedette la cattedra al figlio Remedio, notaio e maestro di scuola dal 1437 al 1465. È annoverato, infatti, nel 1431 fra gli “auditores pupillorum” come «magister […] medicinae doctor et rector scolarum in Spilimbergo», e nell’anno successivo nella sua qualità di «magister […] rector scolarum». Si sa per certo che doveva avere almeno un secondo figlio, Consolato, «filius magistri Martini de Basaldella». Nel contratto per i patti dotali tra Florida, figlia di Odorico e Anna di Matteo Pittacoli, e Remedio, M. è presentato come «scientificus grammaticae professor», mentre in altri atti notarili si privilegia la qualifica di «phisicus».
Bibliografia
APS, XIII, 359, C31, 15 febbraio 1431; XV, A1, 5 febbraio 1432; Ibid., XXIV, 367, f.32v; ASU, Diplomatico, Pergamene notarili, 644, 15 agosto 1437; Ibid., 974, 17 giugno 1465; Ibid., 992, 13 settembre 1466; ms BCU, Joppi, 596, Serie cronologica, non num.
V. BALDISSERA, Serie dei medici e chirurghi che hanno esercitato in Gemona dalle prime memorie fino ad oggi, Udine, Bardusco, 1889 (nozze Milani-De Biasio), 12; L. CASARSA, La scuola di grammatica di Spilimbergo fra Tre e Quattrocento, in Bernardino Partenio e l’Accademia di Spilimbergo, 1438-1543, I: Gli statuti, il palazzo, Venezia, Marsilio/Comune di Spilimbergo, 2001, 16, 27-28; PATAT, Oms, 147. Baldissera sostiene senza alcun fondamento che insegnava a Gemona anche nel 1428 (in: BALDISSERA, Alcune notizie, 9).
Nessun commento