Nel delineare un profilo biografico di M., Guglielmo Barblan ha giustamente sottolineato come l’essere stato cugino di Pietro non abbia certo giovato alla sua carriera artistica. L’inevitabile condizione di musicista vissuto all’ombra del cugino ben più celebre era del resto facilmente prevedibile, anche se le strade percorse negli anni della loro vita sono state nettamente diverse. Nato a San Miniato (Pisa) nel 1882, M. fu un infaticabile protagonista della vita musicale delle città in cui visse, divenendo direttore di complessi bandistici e di conservatori. Accanto allo studio della composizione con Pietro Cremonini, si dedicò a quelli di violoncello sotto l’autorevole guida del cugino Eligio per poi esibirsi, non appena ventenne, nelle sale concertistiche delle principali città italiane. La permanenza a Siena, dove risiedeva nel 1904, già mise in mostra le caratteristiche della sua poliedrica attività. Insegnante di violoncello, diede subito vita ad un corpo bandistico, istituì cicli di concerti cameristici e orchestrali. Dopo essere stato chiamato a dirigere l’Istituto filarmonico di Portogruaro, città in cui divenne parimenti promotore di molteplici iniziative, nel 1910 si trasferì a Udine dove rimase fino al 1927, ossia in quell’arco di tempo che Piero Pezzè ha definito come «i quindici anni d’oro della vita musicale udinese», e di cui M. fu uno dei protagonisti. Come in tante altre città d’Italia, anche a Udine l’istruzione musicale agli inizi del secolo XX era strettamente unita, quasi fosse una naturale emanazione, alla vita dell’Istituto filarmonico locale. ... leggi Nel 1905 la Scuola e la banda erano così state denominate “Istituti musicali del comune di Udine”, con un unico maestro preposto alla loro guida. M. assunse questa duplice carica il 10 aprile 1910 e iniziò subito una vera e propria opera di rinnovamento che avrebbe portato l’Istituto al pareggiamento ai conservatori, con decreto del 22 gennaio 1925, in seguito alla preziosa testimonianza dell’ispettore ministeriale, Ottorino Respighi. La sua guida tese a far assumere all’Istituto udinese le caratteristiche della “scuola d’arte”, potenziando il corpo insegnante che poteva vantare la presenza di docenti come Antonio Ricci, Enrico Veronesi e Giuseppe D’Arienzo. Parimenti innovativa, sia per quanto riguarda l’ampliamento dell’organico che per le scelte di repertorio, fu la sua direzione della banda cittadina e l’attività di promozione dell’associazionismo bandistico in genere nel territorio. Con M., il sodalizio udinese riscoprì la sua profonda vocazione che consisteva nell’offrire momenti musicali alla popolazione della propria città all’interno di quei palcoscenici molto particolari che sono le piazze. Presente alle cerimonie pubbliche, ma anche alle rappresentazioni operistiche, la banda e M. offrivano il loro appuntamento settimanale alla città il venerdì sera, sotto la loggia del Lionello oppure sul piazzale del castello. Nel 1914 egli costituì un’associazione fra le Filarmoniche del Friuli, allo scopo di coordinare tutte le realtà della provincia e, come avrebbe ricordato Antonio Ricci, «per cercare di migliorare gli organici, di elevarne le finalità, di renderle sostanzialmente nuclei propulsori ed animatori di una cultura musicale popolare, sì, ma sana e lungimirante». Attivo anche nella divulgazione della musica sinfonica e cameristica, nel 1912 egli creò anche la Società orchestrale Giuseppe Verdi, mentre nel 1922 fu protagonista della nascita della Società degli amici della musica, del cui direttivo egli entrò a far parte. Nel 1927, per motivazioni non dichiarate, ma facilmente intuibili considerando la situazione politica di allora, M. lasciò Udine per trasferirsi a Bolzano, città ove avrebbe condotto le medesime battaglie e dove sarebbe morto nel 1948, mirando in particolar modo alla promozione della musica italiana tra il pubblico. Tra le varie onorificenze ricevute, la medaglia d’oro del Ministero della pubblica istruzione più di tutte ha premiato la sua attività.
ChiudiBibliografia
Edizioni: Teoria della Musica, Udine, Codutti, s.d.; Serenatella, Genova, Viani, 1928; Sul Reno. Ouverture, Genova, Viani, 1928; La serenata, versi di V. Aganoor, Genova, Viani, 1929; Ove sei?, versi di G. Carducci, Genova, Viani, 1929; Marcia del dopolavoro atesino, Firenze, Mignani, 1930; Petite berceuse, Trieste, Faccri e C., 1930; Villotta a tre voci. Canzone popolare friulana, versi di F. Locatelli, Firenze, Mignani, 1932; La fata azzurra. Opera comica, Firenze, Mignani, 1935; Sonatina per due clarinetti e pianoforte, Firenze, Mignani, 1933; G. PUCCINI, Suor Angelica, trascrizione per piccola banda di M. MASCAGNI, Milano, Ricordi, 1929; G. VERDI, La forza del destino. Sinfonia, trascrizione per piccola banda di M. MASCAGNI, Milano, Ricordi, 1929; G. PAISIELLO, La Nina pazza per amore. Sinfonia, trascrizione per banda di M. MASCAGNI, Roma, Opera nazionale dopolavoro, 1929.
DEUMM, 4 (1986), 701; M. ANESA, Dizionario della musica italiana per banda, Bergamo, Associazione Bergamasca Bande Musicali, 2004, 606.
C.M., Per un Istituto Musicale, «Giornale di Udine», 25 aprile 1915; A. RICCI, Quattordici anni di attività della Sezione “Amici della Musica”, Udine, Doretti, 1936; ID., L’istituto Musicale “Jacopo Tomadini” di Udine, Firenze, Le Monnier, 1942; P. PEZZÈ, Vicende storiche del Civico Liceo Musicale “Iacopo Tomadini” di Udine. Pubblicazione in occasione del quarantennio del pareggiamento dell’Istituto, Udine, s.n., 1965; ID., I quindici anni d’oro della vita musicale udinese, «Il Friuli», 6 dicembre 1968; G. BARBLAN, Profilo del maestro Mario Mascagni, in I Mascagni di San Miniato, San Miniato, Tip. G. Gioncada/Accademia degli Euteleti della Città di San Miniato, 1986; P. VISINTIN, Piero Pezzè. Musicista europeo nel Friuli del Novecento, Udine, Kappa Vu, 1995; A. FRIZZARIN, Suonare in Banda, Udine, Società filarmonica Pozzuolo del Friuli, 1997.
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