MAZZUCATO ALBERTO

MAZZUCATO ALBERTO (1813 - 1877)

musicista, docente

Immagine del soggetto

Il musicista Alberto Mazzucato (Udine, Civici musei, Fototeca).

Docente e direttore del Conservatorio di Milano, occupa un posto di rilievo nella storia della musica italiana. Nacque a Udine, in una casa pertinente al vecchio collegio dei barnabiti, il 28 luglio 1813 da Giovanni, originario di Padova e professore di botanica al regio Liceo udinese, e dalla nobile friulana Elisabetta Rinoldi (1786-1846). Intorno ai dieci anni iniziò lo studio del pianoforte sotto la guida della madre, che era musicista dilettante e il cui nome compare nel 1826 tra i soci fondatori della Società filarmonico-drammatica udinese. Gli esordi musicali avvennero proprio nell’ambito di questa associazione: la domenica 8 luglio 1827 vennero proposte agli ascoltatori delle «Variazioni istrumentate dal sig. Alberto Mazzuccato da eseguirsi dallo stesso col pianoforte», cui seguirono il 21 giugno 1829 una Sinfonia (probabilmente orchestrale) e il 31 maggio 1830 l’Aria con cori Giove in sì lieto giorno. Conclusi gli studi liceali, nel 1830 si trasferì con la madre a Padova in contrada Rialto nella parrocchia di S. Maria dei Servi. Per assecondare il desiderio dei parenti materni, si iscrisse all’università nella Facoltà di matematica, ma la musica fu la sua mira principale. Prese lezioni di composizione da Pietro Bresciani ed iniziò un’intensa attività di esecutore e compositore: nel 1832 scrisse un Addio musicale per la partenza da Padova della cantante Carolina Ungher, nel 1833 pubblicò per l’editore milanese Ricordi la Romanza nella Signora di Monza, dedicata alla cantante Giuditta Pasta, e nel 1834 debuttò al Teatro Nuovo di Padova con il melodramma La fidanzata di Lammermoor, su libretto di P. Beltrame. ... leggi L’opera successiva fu Don Chisciotte, andata in scena al Teatro alla Canobbiana di Milano nella primavera del 1836; nello stesso anno compì un lungo viaggio a Parigi, che gli permise di allargare i propri orizzonti artistici e risultò determinante per la sua maturazione artistica. Madre e figlio ritornarono a Udine nel gennaio 1837, prendendo la residenza in Mercatovecchio. Nei successivi due anni trascorsi in Friuli M. si dedicò alla composizione dell’opera Esmeralda (prima rappresentazione al Teatro Sociale di Mantova il 10 febbraio 1838), eseguita con successo anche a Udine per la stagione di S. Lorenzo dello stesso anno. Nei giorni 19 e 20 ottobre 1838 il capoluogo friulano visse un importante evento: la visita dell’imperatore Ferdinando I d’Austria di ritorno da Milano, dove era stato incoronato re del Lombardo-Veneto. Per lo spettacolo teatrale del secondo giorno, M. compose la musica di una cantata, su testo di G. Cassetti. Nel 1839 avvenne il definitivo trasferimento a Milano, dove il 18 marzo di quell’anno iniziò ad insegnare canto al conservatorio. Nel 1850 passò all’insegnamento di storia e filosofia della musica e l’anno seguente alla cattedra di composizione; infine dal 1872 fino alla morte, avvenuta a Milano il 31 dicembre 1877, resse il prestigioso incarico di direttore dell’istituto milanese. Oltre ai tre melodrammi già menzionati ne compose altri quattro, rappresentati con esiti alterni nei più importanti teatri italiani: I corsari (Milano, 1840), I due sergenti (Milano, 1841), Luigi V, re di Francia (Milano, 1843) e Hernani (Genova, 1843). Molti anni dopo collaborò con altri musicisti alla composizione dell’opera in tre atti La vergine di Kermo, su libretto di F. Guidi, eseguita a Cremona nel 1870. Una piccola ma significativa parte del suo repertorio compositivo, dedicata al genere sacro, ha visto una recente riproposizione editoriale e discografica. Maestro concertatore e direttore d’orchestra nei principali teatri milanesi, collaborò con diverse riviste e in particolare con la «Gazzetta Musicale di Milano», che diresse fino al 1858. Anche due suoi figli erano musicisti: Gian Andrea (morto a Londra nel 1900) successe al padre nell’insegnamento di estetica musicale al Conservatorio di Milano, nel 1880 si trasferì in Inghilterra e svolse attività di critico; Elisa (1846-post 1920) emigrò nel 1880 negli Stati Uniti, tre anni dopo sposò Brigham Bicknell Young e nel 1888 fece rappresentare la sua opera lirica Mr. Sampson of Omaha.

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Bibliografia

A. MAZZUCATO, Osservazioni sul regolamento organico del R. Conservatorio di musica in Milano, Milano, Ricordi, 1859; ID., Atlante della musica antica, Milano, Lucca, 1867; ID., Musica sacra, versione per voci e organo di D. ZANETTOVICH, 1-2, Udine, Pizzicato, 2000.

DBF, 512; DEUMM, 4 (1986), 746-747; MGGna, XI (2004), 1434-1436; NGii, XVI, 199-200; A. GALLI, Alberto Mazzucato. Cenni commemorativi, Milano, Ricordi, 1879; V. FAEL, Un musicista dimenticato. Alberto Mazzucato, «La Panarie», 14/82 (1938), 239-244; U. NENSI - N. NIGRIS - E. TONOLO, Catalogo del fondo musicale della Biblioteca Comunale di Treviso, Venezia, Fondazione Levi, 1998, 960; R. FRISANO, Ancora su Alberto Mazzucato musicista friulano, «La Panarie», 31/123 (dicembre 1999), 89-93; NASSIMBENI, Paganini, 29, 30, 34, 106; Alberto Mazzucato. Un musicista friulano nella Milano ottocentesca. Atti del I convegno di studi (Casiacco di Vito d’Asio, 15-16 maggio 1999), a cura di M.G. SITÀ - R. FRISANO, Udine, Pizzicato, 2000; ZANINI, Udine; M.G. SITÀ, Nuove fonti per la biografia di Alberto Mazzucato: vita musicale udinese di primo Ottocento e un’immissione in ruolo a Milano nel 1856, «Musica & Ricerca nel Friuli Venezia Giulia», 2002, 39-64; Milano e il suo Conservatorio, a cura di G. SALVETTI, Milano, Skira, 2003, 18, 19, 33-40; M.G. SITÀ, Alberto Mazzucato insegnante di canto al Conservatorio di Milano e le sue romanze per canto e pianoforte, in Studi sul Novecento musicale friulano, a cura di R. CALABRETTO, Udine, SFF, 2004, 69-106; A. RUSCONI, Mazzucato, Alberto, in DBI, 72 (2009), 731-734.

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