Nato a Udine nel 1846 da Mattia e Angela Toffolutti, si laureò nel 1871 all’Università di Padova presso la Facoltà politico-legale. Esercitò la professione forense a Udine e partecipò attivamente alla vita amministrativa cittadina, ricoprendo ruoli di assessore e consigliere comunale. Come tale, nel 1897 sostenne la riduzione tariffaria dei dazi comunali, oggetto di un forte dibattito nel consiglio udinese, convinto che tali provvedimenti avrebbero favorito nel tempo la libera concorrenza. Si dedicò anche alla ricerca di fonti di storia udinese, compulsando l’Archivio antico del comune in un periodo, quello postunitario, in cui si promuoveva la necessità di una reinventariazione dello stesso, del trasferimento di carte e fondi di istituzioni di antico regime giacenti presso l’Intendenza di finanza alla Biblioteca di Udine, per salvarli da depauperazioni e metterli a disposizione degli studiosi. M. nel 1884 pubblicò negli «Atti» dell’Accademia di Udine un primo saggio, I Deputati al reggimento della magnifica comunità di Udine (1881-1884), in cui studiava la nascita e lo sviluppo di un’istituzione cittadina centrale nella vita politica comunale, quello dei deputati, a partire dal 1385, quando ai cinque deputati della guerra furono affidati anche compiti attinenti ai ruoli civili, fino al definirsi del loro numero e delle loro funzioni durante l’età veneta. La ricostruzione delle forme di governo di Udine era argomento di vivo interesse; infatti Vincenzo Joppi aveva edito nel 1862 l’opera di fine Cinquecento di Marc’Antonio Fiducio, Del modo di governo della comunità di Udine, premettendo un suo scritto, Alcuni cenni sul reggimento municipale di Udine dal XIII al XVI secolo, in cui – sulla base della documentazione archivistica – tracciava lo sviluppo delle forme di governo comunale, dando avvio ad approfondimenti che avrebbero trovato la più ampia sistemazione nella pubblicazione degli statuti del 1425 (Statuti e ordinamenti del Comune di Udine, 1898), principalmente a cura dello stesso Joppi e di Alexander Wolf. M. entrò nel gruppo coordinato da Giuseppe Occioni Bonaffons che nel 1886 elaborò per la Società alpina friulana l’Illustrazione del Comune di Udine con un capitolo descrittivo dell’amministrazione comunale e degli uffici amministrativi residenti nel suo territorio. ... leggi Negli anni successivi M. continuò a esplorare per gli «Atti» dell’Accademia di Udine gli archivi, per studiare, ad esempio, i provvedimenti adottati in età veneta per rispondere ai bisogni dei ceti più bassi dando un pane di buona qualità (Il pane quotidiano a Udine nel 1500, 1884-1887); i modi in cui furono affrontati i periodi di carestia e di peste, quando in Udine affluiva una massa dal territorio circostante (Carestie e febbre maligna in tempi di peste, consulti e provvedimenti a Udine negli anni 1629-1630, 1887-1890), articolo che, molto apprezzato da Occioni Bonaffons, fu segnalato anche sulla «Nuova antologia» e sull’«Archivio storico italiano». Un suo studio sugli interventi dei Manin nel duomo di Udine, L’ultimo restauro del Duomo di Udine, pubblicato nel 1888 su «Pagine friulane», molto preciso e informato, con documentazione tratta dall’Archivio comunale e dall’Archivio privato dei Manin, fu ricordato dallo studioso d’arte Hans Tietze, uno dei responsabili della Kunstschutzgruppe (Sezione di protezione artistica) nelle zone occupate nel 1917, decisa dal governo austriaco e dipendente dal comando supremo, in un suo lavoro in cui studiava il patrimonio architettonico e artistico di Udine nel secolo XVIII, sotto l’influsso di grandi famiglie legate a Venezia. Non si hanno notizie di M. dopo il 1899.
ChiudiBibliografia
OCCIONI BONAFFONS, Bibliografia, II, 12-126 (n. 983); III, 41 (n. 1269), 77-78 (n. 1352), 141 (n. 1508), 205-206 (n. 1676); M. PAVAN, Economia e finanza municipale a Udine (1866-1904), Udine, Forum, 2004, indice; Le arti a Udine nel Settecento nell’interpretazione di Hans Tietze, a cura di F. VENUTO, Udine, Associazione udinese Amici dei musei e dell’arte, 2010, 27, 54.
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