Nacque a Vienna il 16 luglio 1932 da Guido Segre, ebreo di origini piemontesi, ed Ella Melzi. Il padre, già dirigente della Fiat e del Credito italiano, si era affermato come imprenditore alla fine della prima guerra mondiale, provvedendo alla italianizzazione di molte industrie presenti nelle terre acquisite a Nord-est, tra cui la Weissenfels. Aveva poi mantenuto una posizione di rilievo anche durante il fascismo, potendo vantare rapporti personali con il duce e con il re, e divenendo consigliere della Corporazione delle industrie estrattive e della Federazione nazionale fascista degli esercenti industrie estrattive, nonché presidente e amministratore di importanti società, quali lo Jutificio Triestino, i Cantieri riuniti dell’Adriatico e l’Azienda carboni italiani. A seguito della promulgazione delle leggi razziali, Guido Segre fu costretto a lasciare tutte le cariche ricoperte, e nel 1943 si trasferì con la famiglia a Roma, trovando appoggio in Vaticano, dove morì ai primi di aprile del 1945. Nel frattempo, onde sfuggire alle persecuzioni naziste, C. aveva abbandonato il cognome paterno. A Roma, dopo aver conseguito la licenza classica, fu iscritto «per sbaglio» alla Facoltà di ingegneria (trovandosi in India, fu la madre a provvedervi, senza conoscere la sua intenzione di voler seguire studi di giurisprudenza). Rimase nella capitale fino al 1954. Quindi si trasferì a Trieste, dove poco dopo, ottenuta la laurea col massimo dei voti e la lode, iniziò la carriera accademica, come assistente all’Istituto di idraulica. Dovette tuttavia rinunciare a quel «lavoro appassionante» perché chiamato a prendersi cura delle aziende di famiglia e in particolare della Weissenfels, della cui gestione alla fine della guerra si era occupata personalmente la madre. Alla guida dell’acciaieria specializzata nella produzione di catene a maglie seppe ben presto farsi apprezzare, ottenendo ancora giovanissimo l’onorificenza di cavaliere del lavoro (2 giugno 1976). In virtù dell’attenzione rivolta alla ricerca della migliore qualità dei prodotti e all’innovazione tecnologica, la Weissenfels, che negli anni Settanta contava seicento dipendenti, subì un processo di crescita inarrestabile che la portò ad affermarsi come leader nel mercato mondiale, con esportazioni che andavano dagli Stati Uniti all’Unione Sovietica. ... leggi Dopo i successi raggiunti dall’azienda di Fusine, M. divenne protagonista anche nell’editoria regionale, acquistando tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio del decennio successivo il «Messaggero Veneto» di Udine e «Il Piccolo» di Trieste, le cui proprietà vennero cedute al gruppo Espresso nel 1998. Nel 1989 venne chiamato alla presidenza dell’Associazione industriali della provincia di Udine, carica che mantenne fino al 1996. Due anni più tardi venne nominato presidente della Cassa di risparmio di Trieste, che tuttavia abbandonò poco dopo per candidarsi, come indipendente sostenuto dal Polo delle libertà, alla presidenza della provincia di Udine, alla quale venne eletto il 13 giugno 1999. Al momento della morte, avvenuta nella sua villa di Fusine di Tarvisio il 25 agosto 2000, oltre a essere ancora presidente della provincia e della Weissenfels, che dall’ottobre 1999 si era fusa creando una holding con l’austriaca Pewag, era pure presidente onorario dei due quotidiani regionali e del Credito cooperativo Alto Friuli.
ChiudiBibliografia
M. RUSSO, Un uomo, un imprenditore. Carlo Melzi e le sue imprese, «Udine economica», 9/7 (1992), 8-16; F.F., Le catene Weissenfels, ibid., 17-19; E. SEGALLA, Associazione degli industriali di Udine. 1945-1995. Cinquant’anni di storia. Mezzo secolo per il Friuli, Udine, Associazione industriali della provincia di Udine/Regione autonoma Friuli Venezia Giulia (supplemento al «MV»), 1995, 16-17; Addio a Carlo Melzi industriale e politico, «la Repubblica», 27 agosto 2000; E. RAGUSIN, Per Weisseinfels (catene da neve) alleanza in Austria, «Il Sole 24 ore», 1 ottobre 2000; A. CASTAGNOLI - E. SCARPELLINI, Storia degli imprenditori italiani, Torino, Einaudi, 2003, 376. Sulla figura di Guido Segre: V. SEGRE, Storia di un ebreo fortunato, Milano, Bompiani, 1985; E. CARIGNANI MELZI, Un imprenditore tra due guerre. La vicenda umana di Guido Segre nel racconto di sua figlia, Trieste, Lint, 2005.
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