Nacque a Castellerio di Pagnacco (Udine) nel 1905. Raggiunta la maturità, alla professione di impiegato affiancò costantemente l’attività teatrale: già nel 1920 la passione per le scene lo aveva indotto a fondare nel proprio comune una filodrammatica divenuta ben presto nota anche nei paesi vicini. È facile comprendere come la produzione di M. annoveri soprattutto lavori per il teatro, oltre a drammi per la trasmissione radiofonica (La gnot [La notte], 1957) o televisiva (La mari di Vigjùt [La madre di Vigjùt], atto unico in cinque momenti del 1977). Rispetto ad autori che scelgono senza indugi la strada della ricerca, della sperimentazione e di un meditato rinnovamento, M. persegue la mediazione tra le sicurezze della consuetudine e le urgenze della modernità, dando vita a un teatro piacevole, colmo di sensibilità e di umanità, forte di dialoghi agili e credibili. Fin da alcuni sottotitoli si intuisce l’indole più scherzosa della maggior parte dei lavori di M.: Norine. Matez in tun at [Norine. Capricci in un atto], L’ingherdèi. Zâl furlan in dos bugâdis [Il groviglio. Giallo friulano in due momenti], L’anel. Gjerometis in tun at [L’anello. Scherzi in un atto]; tuttavia non è del tutto estranea alle sue opere quella tendenza all’impegno che contemporaneamente infervora gli altri scrittori di teatro: accade così che nella commedia I siums di Sefut [I sogni di Sefut] la riflessione iniziale sulle sofisticazioni alimentari si ampli fino a vagheggiare l’utopia di una società finalmente giusta e pacifica in virtù della collaborazione di tutti gli uomini di buona volontà. All’indomani del terremoto, La mari di Vigjùt affronta invece con l’ultimo quadro il trauma della recente tragedia, che nella perentorietà di una logica di dolore frantuma inesorabilmente anche quella cerchia rassicurante e protettiva costituita dagli affetti familiari. ... leggi Sotvôs. Cjans e rimis [Sottovoce. Canti e rime] è il titolo (e insieme il programma) della raccolta poetica di M., silloge che comprende soprattutto strofe di ricercata cantabilità, spesso nella forma della villotta; lavori di poesia erano già comparsi nei decenni precedenti sulle pagine dello «Strolic» della Filologica, mentre per i «Quaderni della FACE» aveva scritto brevi prose, racconti e memorie. Si tratta in gran parte idilli di maniera, talora piuttosto stucchevoli, ma che tuttavia hanno incontrato la fortuna musicale grazie ai compositori Carlo Conti, Vittorino Fael, Luigi Garzoni, Mario Montico e C. Noliani; più apprezzabili i versi liberi, che lasciano spazio a una creatività meno vincolata da preoccupazioni ritmiche. M., che si dedicò anche ad alcuni lavori in prosa, morì a Udine il 29 settembre 1997.
ChiudiBibliografia
Scritti di G. Michelutti: Sot il balcòn. Serenade par musiche, «Ce fastu?», 4/8 (1928), 132; La gnot, radiodramma, «Sot la nape», 9/3 (1957), 18-23; Norine. Matez in tun at, Udine, AGF, 1966; Napoleons tal Cormôr. Comedie furlane in tre az, Udine, AGF, 1969; La cjase a miez. Comedie in tre pârs, Udine, AGF, 1972; Ghitute. Un at in doi timps - L’ingherdèi. Zâl furlan in dos bugâdis, Udine, AGF, 1972; I siums di Sefut. Comedie furlane in tre az, Udine, SFF, 1972; Severin. Comedie in doi az - L’anel. Gjerometis in tun at, Udine, AGF, 1972; Sotvôs. Cjans e rimis, Udine, AGF, 1974; Nardon. Comedie in dôs parz, Udine, AGF, 1978; La mari di Vigjùt. At unic in cinc momenz cun notis televisivis, Udine, SFF, 1978; Il rìul. Cjanz rimis e rùtts, s.l., s.n., 1978.
DBF, 526; CHIURLO, Antologia, 526-530; Mezzo secolo di cultura, 176; Mezzo secolo di cultura Sup 2, 41; R. BIASUTTI, Bibliografia del teatro friulano, Udine, Clape culturâl Acuilee, 1982, 10; D’ARONCO, Nuova antologia, III, 91-93; A. FELICE, Appunti sul teatro in friulano del secondo dopoguerra, «Sot la nape», 43/1 (1991), 57-67; D. G. LEONARDI, L’itinerario compositivo di Carlo Conti e l’ambiente musicale udinese, in Carlo Conti medico e musicista udinese, a cura di R. FRISANO, con la collaborazione di D. G. LEONARDI. Atti della giornata di studio (Udine, 18 marzo 2006), Udine, SFF, 2010, 67, 70, 77, 81, 85; M. C. CESCUTTI, I poeti di Carlo Conti, ibid., 147, 148, 155, 157.
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