Figlio di Candido Mioni di Tolmezzo e fratello di Domenico da Tolmezzo, visse a Udine dove si stabilì intorno al 1480 e dove tenne bottega in contrada San Cristoforo. Nato intorno al 1440-50, esercitò da giovane la professione di “cerdone”, cioè di conciapelli, per dedicarsi più tardi, forse sull’esempio del fratello, a quella di intagliatore e pittore. Un documento del 1495 ricorda proprio come un certo maestro «Iacobus pelliparius q. Nicolai Sbragnian de Celo Utini» avesse preso a livello una casa murata nella contrada di San Pietro Martire da «m. Martino del Tulmetio, tunc pellipario et nunc pictore». Nel 1483 sposò in secondi voti Maria fu Martino calzolaio di Udine, dalla quale ebbe sei figli, quattro maschi (Giovanni, Vincenzo, Paolo e Giacomo, tutti artisti) e due femmine (Anna e Bernardina). Numerosi documenti attestano la sua attività, soprattutto di intagliatore, dal 1491, allorché promise alla chiesa di S. Giusto di Villacaccia di fare un’ancona, dipingerla e dorarla, per 35 ducati, fino al 1507, quando suo figlio Vincenzo dipingeva e dorava un’ancona da lui scolpita per la chiesa di S. Maria di Treppo nel 1499. Tuttavia quasi tutti i suoi lavori sono andati perduti: l’ancona della chiesa di S. Pietro di Buia (1492), quelle delle chiese di Codroipo (1496), Beano (1498), Santa Marizza (1501), Caporiacco (1502), Ziracco (1503), Pozzuolo (1503), Adegliacco, Villanova di San Daniele (1506). Rimangono, a testimoniare la sua poetica, alcune statue di santi, resto dell’altare intagliato per la chiesa di Pozzo di Codroipo nel 1497, una statua della Madonna con Bambino, resto di un’ancona eseguita per la chiesa di S. Pietro ad Orgnano nel 1498 (ora nel museo di Udine) ed un’anconetta per la chiesa dei SS. Filippo e Giacomo di Arzenutto che gli fu pagata nel 1500 e nel 1504 (statua della Madonna con Bambino nell’edicola e le figure – ora poco leggibili – di santa Lucia, un santo Vescovo e devoti in pittura nelle portelle). I lavori presentano forme paciose e sgraziate, un intaglio nel complesso rozzo e approssimativo, una poetica non omogenea.
Bibliografia
JOPPI - BAMPO, Nuovo contributo, 23-25; R. MARINI, La scuola di Tolmezzo, Padova, Le Tre Venezie, 1942, 31-35; MARCHETTI - NICOLETTI, Scultura lignea, 69-70; BAMPO, Contributo quinto, 182-185; A. RIZZI, Mostra della scultura lignea in Friuli. Catalogo della mostra (Villa Manin di Passariano, 18 giugno-31 ottobre 1983), Udine, Istituto per l’Enciclopedia del Friuli Venezia Giulia, 1983, 130; F. QUAI - G. BERGAMINI, Documenti per lo studio dell’arte in Friuli nei secoli XV e XVI, «Sot la nape», 35/4 (1983), 29-31; DELLA PORTA, Case, 293; G. BERGAMINI, in La scultura nel Friuli-Venezia Giulia. II. Dal Quattrocento al Novecento, a cura di P. GOI, Pordenone, GEAP, 1988, 86; G. BERGAMINI - M. BUORA, Il castello di Udine, Udine, Comune di Udine, 1990, 228; P. GOI, “Ecclesia Sanctorum Jacobi et Philippi subtus villam Arzenutti”, in San Martino al Tagliamento. La chiesetta dei santi Filippo e Giacomo ad Arzenutto, «Relazioni della Soprintendenza per i beni artistici del Friuli-Venezia Giulia», 9 (1990), 11-32.
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