Nato a Venezia il 1° marzo 1909, si laureò in lettere (con una tesi di storia dell’arte) nell’Università Cattolica di Milano e quindi iniziò un’intensa attività principalmente in ambito archeologico. Insegnò nei licei (a Pola dal 1935 al 1940) e, dal 1943, nell’Università di Trieste, dove fu docente di archeologia e storia dell’arte greca e romana e, dal 1951, di archeologia cristiana, disciplina nella quale sarebbe poi divenuto professore ordinario tra il 1973 e il 1976. Negli anni di Pola fu direttore di quel Museo e degli scavi in Istria dal 1935 al 1947, e si occupò dello studio dei monumenti antichi della città. Ricuperò dai danni di guerra il duomo e il tempio di Augusto; lo scavo di maggiore rilevanza riguardò La sede paleocristiana di Orsera (1944). Lavorò presso la Soprintendenza dei monumenti di Trieste dal 1947 al 1953, quando condusse indagini archeologiche fruttuose soprattutto nelle aule teodoriane di Aquileia (1953). Assunse poi l’incarico di soprintendente alle antichità della Lombardia (1953-1973) dove, dalle sue scoperte, trassero luce monumenti importantissimi, dal battistero ambrosiano all’“horreum” massimianeo, dalla pianta antica di Milano alla basilica “adriatica” di Castelseprio, ma intervenendo anche in molti altri centri lombardi. I frutti copiosi delle sue ricognizioni lombarde sono in gran parte raccolti in Milano romana (1984). La sua attività nel Friuli Venezia Giulia si distinse per molte imprese di carattere scientifico e, non secondariamente, didattico: guidò scavi archeologici a San Canzian d’Isonzo (1960-1969, con risultati sorprendenti), a San Giovanni del Timavo (1961), a Grado (1962), a Trieste e soprattutto ad Aquileia (battistero cromaziano e basilica di S. Felice). All’interno della Facoltà di lettere e filosofia dell’Università di Trieste, da cui provenivano assistenti e studenti che partecipavano a quelle campagne di scavo, fondò nel 1968 il Centro di antichità altoadriatiche, che svolse la sua attività principalmente con le “Settimane di studi aquileiesi”. Dai corsi monografici che dal 1970 si tennero nell’ambito di queste “Settimane” sono poi derivati i volumi della serie, dapprima periodica, delle «Antichità Altoadriatiche», di cui egli fu direttore responsabile fino al volume 47 (2000). La sua bibliografia, che supera di molto i cinquecento titoli, è stata raccolta dapprima in «Atti e memorie della Società istriana di archeologia e storia patria» (1979-1980) – l’edizione contiene la ristampa di cinquantasei contributi di M. –, e poi nel volume 47 delle «Antichità Altoadriatiche» (2000). La stessa pubblicazione contiene un Omaggio a M. M. R. Alla sua scomparsa, avvenuta a Milano il 12 novembre 2002, egli, con la sua opera, è stato ricordato in più luoghi: a un anno di distanza si è tenuto ad Aquileia un convegno di studi sui suoi contributi derivati dalle scoperte di San Canzian d’Isonzo e, prima ancora, il 19 ottobre dello stesso 2003 (con una ripresa nell’anno seguente, proprio a San Canzian, per iniziativa di quel comune e della Deputazione di storia patria per la Venezia Giulia), si è potuta finalmente tracciare la storia documentata delle ricerche precedenti agli scavi e dei frutti sorprendenti che se ne ricavarono. ... leggi A parte Aquileia e Grado, M. ebbe a cuore e studiò (e fece studiare) molti altri luoghi e monumenti del Friuli e delle terre prossime: Cividale (1975), Zuglio (1976), Monfalcone e Duino (1976), San Daniele del Friuli (1978), San Vito al Tagliamento (1980), Spilimbergo (1980), Tolmezzo (1981), Portogruaro e Concordia (1983, 1987, 1992), Jesolo (1985), Caorle (1988): i frutti sono raccolti in altrettanti volumi delle «Antichità Altoadriatiche». L’ampio respiro impresso alle “Settimane di studi aquileiesi” ha corrisposto ad aperture verso Milano (1973), l’Africa (1974), l’Oriente (1977), Ravenna (1978), l’Occidente (1981), la Dalmazia (1985), Roma (1987) e così via: la bibliografia aquileiese, arricchendosi con migliaia di titoli nuovi, permette ora al mondo degli studi orizzonti che vanno ben oltre una compiaciuta angustia provinciale.
ChiudiBibliografia
Tra la bibliografia di M. Mirabella Roberti, raccolta nel 1979-1980 e nel 2000, si isola qui qualche titolo esemplificativo: Considerazioni sulle aule teodoriane di Aquileia, in Studi aquileiesi, Padova, Associazione nazionale per Aquileia, 1953, 209-224; La chiesa e le mura di S. Lorenzo del Pasenatico, in Arte del primo millennio, Torino, s.n., 1953, 91-110; Il sacello di S. Giusto, in Karolingische und Ottonische Kunst, Wiesbaden, 1957, 193-209 (Forsch. z. Kunstgeschichte u. christl. Archäologie, 3); La basilica paleocristiana di S. Giusto a Trieste, in Festschrift für Friedrich Gerke, Baden-Baden, Holleverlag, 1962, 55-64; L’edificio romano del “patriarcato” di Aquileia, «Aquileia Nostra», 37 (1965), 45-78; La basilica paleocristiana di S. Canzian d’Isonzo, ibid., 38 (1967), 59-86; San Giusto, Trieste, Ed. Libraria, 1970; Il “castrum” di Grado, «Aquileia Nostra», 45-46 (1974-1975), 565-574; Il battistero paleocristiano di Cividale, «AAAd», 7 (1975), 41-51; ID., I battisteri dell’arco adriatico, ibid., 13 (1978), 489-503; Architettura tardoantica fra Aquileia e l’Occidente, ibid., 19 (1981), 213-224; Urbanistica romana di Trieste e dell’Istria, ibid., 27 (1986), 185-200; La basilica paleocristiana di Concordia, ibid., 31 (1987), 93-106; La campagne di scavo a S. Canzian d’Isonzo, in Ad Aquas Gradatas: segni romani e paleocristiani a San Canzian d’Isonzo, a cura di L. BERTACCHI, San Canzian/Ronchi dei Legionari, Comune/Circolo culturale polivalente, 1991, 7-9; Il foro di Pola e il foro di Trieste, «AAAd», 42 (1995), 113-120.
R. MATIJAŠIĆ, M. M. R. a Pola, «AAAd», 47 (2000), 565, 569; E.A. ARSLAN, M.M.R. e la sua attività in Lombardia, ibid. ... leggi, 571-576; G. CUSCITO, M.M.R. “giuliano” e “aquileiese”, ibid., 577-582; ID., Ricordo di M.M.R., «Atti e memorie della Società istriana di archeologia e storia patria», 103 (2003), 7-18; G. PAVAN, M.M.R. “minervale”, «Archeografo triestino», s. IV, 62 (2002), 613-615; S. TAVANO, M.M.R., «MSF», 83 (2003), 287-289; R. MATIJAŠIĆ, M.M.R., in Istarska encikl., 492-493.
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