Il 12 settembre 1603 G. M. chiese alla convocazione municipale udinese una ricompensa di 6 ducati per aver collaborato, su richiesta di G.G. Celotti che allora ne era il responsabile, con la compagnia strumentale cittadina «per lo spacio di mesi tre continui, con sonar il trombone, sì in castello, in duomo et nelle processioni, come anco al correr del palio, conforme al consueto di questa città». Anche se non venne soddisfatto (mancarono per poco i cinque sesti dei voti favorevoli necessari a questo tipo di delibera), l’informazione è comunque importante perché è la prima disponibile su questo interessante personaggio, che fu sacerdote, organista, compositore e poeta. Figlio secondogenito di Giovanni, avvocato, e di Angelica, nacque a Udine, negli anni Ottanta del secolo XVI. Ingegno versatile come quello del fratello primogenito Giovan Battista, G. studiò umanità e musica divenendo virtuoso in organo, spinetta, chitarra, arpa, salterio, ma anche provetto in ballo, scherma con armi ecc. Dopo l’esperienza giovanile nella compagnia strumentale cittadina, fu organista dal 1607 per qualche anno al secondo organo del duomo di Udine e coadiutore di Innocenzo Bernardi; eletto, ancor giovane, mansionario della chiesa metropolitana di Aquileia, vi esercitò il ruolo di organista tra il 1612 e il 1615, per poi tornare al secondo organo nel duomo della città natale. Nel 1625, morto il Bernardi, assunse la responsabilità di entrambi gli organi del duomo, con la collaborazione, dal 21 luglio 1627, di fra Stefano Barbolano. Fu organista pure per la confraternita di S. Maria dei Battuti (1608-14, 1625-35), per quella di S. Gottardo in Pracchiuso (1634) e per quella di S. Maria dell’Annunciata (1628-60). Insegnò musica in seminario (1615-41, 1645-49), presso la Casa secolare delle Zitelle, non solo l’estate come si usava prima di lui, ma d’inverno e tutto l’anno ed ebbe molti discepoli in casa. ... leggi La produzione musicale nota è modesta limitandosi a una messa, un salmo a cinque voci e a dei ripieni editi nella raccolta Messe e salmi a cinque concertati, con alcuni Salmi a 2. e 3, con violini, / & altri à 4. senza istrumenti con quatro Hinni. di d. Pietro Gamberi d’Urbino maestro di capella d’Udine. Aggiunti per commodità alle Messe, e Salmi à 5 li Ripieni dal R. D. Girolamo Missio organista d’Udine. […] Opera terza, Venezia, Bartolomeo Magni, 1642. Come poeta fece parte della brigata udinese con lo pseudonimo di Lambin, un gruppo di verseggiatori in friulano, tra cui P. Fistulario, G. Carabello, F. di Zucco, B. Brunelleschi, D. Sforza, P. Sporeno, G.P. Fubiaro, delle cui giocose composizioni ci resta una silloge di 224 liriche, ventisei delle quali sono sue. Nel 1606 fu pure tra i diciotto fondatori dell’Accademia udinese degli Sventati, sodalizio dedito agli esercizi e alle gare delle lettere, della musica e delle armi: egli assunse il nome di «Trasformato» e per impresa un asino che prende una rosa, accompagnata dal motto «D’una in altra sembianza», con evidente richiamo alle Metamorfosi di Apuleio. Morì di vecchiaia il 26 febbraio del 1660.
ChiudiBibliografia
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