MOCCHIUTTI CESARE (1916-2006)

MOCCHIUTTI CESARE (1916-2006)

pittore

Immagine del soggetto

Il pittore Cesare Mocchiutti.

Nacque a Villanova del Judrio nel 1916 e trascorse l’infanzia in quel mondo contadino di cui così parlava (2004): «ormai scomparso, il tempo dei lumi a petrolio, delle serate invernali passate nel tepore delle stalle, dei cacciatori, dei bracconieri, delle streghe, degli zingari, dei benandanti». Nel 1932 si trasferì a Gorizia, una città che non amava ed ebbe una breve parentesi come pilota militare durante la seconda guerra mondiale. Nel dopoguerra M. partecipò alla vita artistica cittadina animata da Tullio Crali e al sodalizio Amici dell’arte. Fece parte dell’animato dibattito artistico diviso tra realismo e astrattismo: partecipò con 3 dipinti alla Mostra della Montagna in collaborazione con il CAI, organizzò una personale a palazzo Attems (1947), comparve nelle collettive e alla Mostra d’arte moderna del 1948, da dove, insieme con altri cinque artisti goriziani, ritirò le proprie opere per protesta. Negli anni Cinquanta fu invitato più volte alla Quadriennale di Roma (1951, 1955 e 1959) e alla Biennale Triveneta di Padova (1953); espose a Venezia, Roma e alla Galleria del Girasole di Udine (1959). Dopo le iniziali figure femminili e i paesaggi, negli anni ’50 M. consolidò il suo personale immaginario legato al mondo contadino fatto di cacciatori, cantastorie, corvi, gatti, uccellatori, maiali e tori, scene di vita contadina e soprattutto il bracconiere, il simbolo più importante della sua attività artistica, ispirato al nonno Checo. Esposto nel 1955 alla VII quadriennale di Roma, premiato anche nel 1959, il Bracconiere è una delle sue tele più significative. M. rifiutò di essere considerato neorealista, dipinse in modo personale rappresentando le sue evocazioni emotive con segno espressionista in una sintesi personale di gesto e colore. ... leggi Dal 1961 fino al 1981 M. insegnò decorazione all’Istituto statale d’arte di Gorizia, una vera fucina di idee: con Miela Reina e Agostino Piazza entrò a fare parte del gruppo 2xGO, che univa artisti italiani e sloveni. Dal 1967 al 1970 espose un centinaio di opere, alcune di grandi dimensioni, nella sala civica di Gradisca, uno dei poli di riferimento dell’arte contemporanea in Friuli. Negli anni successivi affiancò alla pittura la grafica, la ceramica, con una serie di piatti su cui trasferì i soggetti pittorici, (argute civette, animali da cortile, gatti, zingare e luminosi alberi di cachi) e si dedicò alla scultura, realizzando in bronzo corvi, capre e cavalli. Dalla metà degli anni ’80 riprese l’attività espositiva in composizioni in cui i suoi tipici soggetti, perduta ogni definizione formale sono scomposti in segno, linea, colore. Il mondo contemporaneo fece irruzione anche nelle sue tele con la rappresentazione della violenza della guerra nel Vietnam o nella rappresentazione dei Black Bloc, con cui identificò la sua vena ribelle. Toccò ancora una volta alla pittura cercare di ridare una parvenza di ordine e di poesia al mondo scomposto e frammentato, dove gli animali, le mamme gatte e le scrofe finiscono per rappresentare la vitalità della natura meglio degli uomini. M. dopo la personale di Fagagna (1986), partecipò alla collettiva di Gorizia (1987), mentre alla galleria Spazzapan di Gradisca allestì una importante antologica, cui seguirono nel 2000 le personali alla Casa della Confraternita del Castello di Udine e quella a Villa de Brandis in San Giovanni al Natisone. Nel 2004 scrisse un libro autobiografico di racconti edito da Campanotto per la collana le Carte nascoste. Nel 2005 la galleria Spazzapan di Gradisca gli dedicò l’ultima importante personale, allestita anche nel palazzo del Consiglio Regionale di Trieste. Il male di vivere ebbe la meglio nel 2006, quando Mocchiutti morì nella sua casa studio di Mossa immersa nel verde delle colline. Seguirono una serie di mostre postume a Cervignano e Treppo Carnico nel 2007, la mostra “diffusa” tra Gradisca e Gorizia nel 2014 e quella del 2016 al Museo del territorio di Cormons.

 

 

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Bibliografia

C. MOCCHIUTTI, Il bracconiere il suo mondo il suo tempo, Pasian di Prato, Campanotto editore, 2004 (Le carte nascoste, 31). G. GERON, A. MANZANO, Quadri piccoli di sette pittori. Catalogo della mostra alla Galleria del Girasole (dicembre 1959), Udine 1959; A. MANZANO, Cesare Mocchiutti e la felicità del suo tempo, «Julia Gens», II/4 (1960), 64-69; F. MONAI, Cesare Mocchiutti, «Iniziativa Isontina», 7 (1962), 49-52; G. BRUSSICH, L’arte di Mocchiutti si ispira alla semplicità e alla saggezza, «Il Messaggero del Lunedì», 23.11.1970; T. MANIACCO, La forma del tempo, in Mocchiutti. Pitture 1985-1986. Catalogo della mostra (Fagagna, 6-30 settembre 1986), Fagagna 1986; A. NEGRI, Pittori del Novecento in Friuli-Venezia Giulia, Udine, Magnus, 2000, 234-235, 254-256; F. AGOSTINELLI, Cesare Mocchiutti. Dipinti 1999-2000. Catalogo della mostra (Udine, 4-19 marzo 2000), Gorizia 2000; Mocchiutti. Catalogo della mostra (San Giovanni al Natisone, 1 settembre-20 ottobre 2000), a cura di F. AGOSTINELLI, Gorizia 2000; Mocchiutti. Catalogo della mostra (Gradisca d’Isonzo, Galleria d’arte contemporanea Luigi Spazzapan, 10 giugno-2 ottobre 2005) a cura di A. MARTINA, Gradisca d’Isonzo 2005; Cesare Mocchiutti pittore. Catalogo della mostra (Maiano, 29 luglio-15 agosto 2006), Udine, Provincia di Udine, 2006; S. CUMPETA, T. MANIACCO, L. DE GIRONCOLI, Il bracconiere, il suo mondo, il suo tempo. Catalogo della mostra (Galleria d’arte moderna E. De Cillia), Treppo Carnico 2007; D.L. FAIN, F. MARRI, Cesare Mocchiutti 1916-2016. Catalogo della mostra (Cormons, 2 settembre-16 ottobre 2016), Cormons 2016.

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